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Le infrastrutture viarie di Arvalia. A che punto siamo?

Tra un ponte inutile ed un altro in perenne completamento, rispunta la fantomatica cabinovia che piace a pochi.


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Dei ponti di Arvalia County abbiamo parlato spesso. Dal Ponte della Scienza a quello ferroviario di viale Portuense, di articoli ne abbiamo scritti parecchi, registrando tuttavia scarse novità. Sul cavalcavia ferroviario di viale Portuense, ancora da completare, si è recentemente tornato a parlare della sparizione dei finanziamenti necessari per completarlo. Una situazione al limite del grottesco, denunciata a suo tempo dal Presidente del Municipio XV Gianni Paris che, in epoca più recente, ha ricordato “l’assurda situazione che si è creata con la sospensione dei lavori per l’allargamento del cavalcavia ferroviario. Il paradosso consiste nel fatto che il ponte ora è largo, ma la strada sottostante è agibile solo a metà, e questo costringe in un imbuto il flusso veicolare, con conseguenti ingorghi che si ripercuotono su tutta l’area circostante”.
Un disagio ben noto alle migliaia di romani, non soltanto i residenti, che quotidianamente percorrono quel tratto di viale Portuense. “L’opera rimane incompiuta perché l’Assessorato ai lavori pubblici – che ancora una volta, invano, abbiamo provato a contattare – della Giunta Alemanno ed il suo Dipartimento XII, ancora non procedono a sbloccare i fondi utili a realizzare l’allargamento stradale, preceduto da un’ultima, necessaria, indagine archeologica. I circa 650.000 euro necessari per il completamento dell’opera – prosegue Paris – erano già previsti e finanziati dalla precedente Giunta, ma circa 6 mesi fa sono stati inspiegabilmente definanziati. Questo è successo senza alcuna comunicazione a questo Municipio, che aveva già provveduto alle sue competenze ed era pronto ad avviare i lavori viari”.

E subito, dal Campidoglio, arriva una smentita. “Paris dichiara che la passata Giunta aveva messo dei soldi. Bene, io mi sono permesso di chiedere se qualcuno è in grado di tirare fuori l’atto che lo testimoni – provoca Federico Rocca, Consigliere Comunale Pdl – Dai bilanci che abbiamo visto noi, non c’è mai stato un euro su quell’opera. Noi li abbiamo messi, tolti e poi rimessi, e questo è un fatto. Ma prima non c’era un euro”.
Su come sia andata esattamente la vicenda, Rocca ci fornisce la seguente spiegazione: “Abbiamo avuto circa 8 mesi di ritardo dovuto ai rapporti tra RFI, che ha realizzato il sottopasso, e la Soprintendenza ai Beni Culturali, che ha fatto tutta una serie di prescrizioni. Tra l’altro, finito l’espletamento delle prescrizioni fatte, ne hanno richieste ulteriori e RFI ha ottemperato anche a quelle. Terminata quella fase, e quindi ricominciati i lavori – ci spiega Rocca – mancava il disegno del manto stradale, con un intervento abbastanza importante che va fatto rispettando le prescrizioni della Soprintendenza. Il suo ammontare è di 650.000 euro”. Arriviamo dunque alla nota dolente. Dove sono finiti quei fondi? “Inizialmente questi soldi erano stati assegnati, poi sono stati, tra virgolette, definanziati, perché nelle more del ritardo dell’apertura del cantiere – dovuto alle prescrizioni della Soprintendenza – il Dipartimento li ha impegnati per altre opere, visto che il ponticello stava fermo. Adesso i soldi li abbiamo ristanziati – precisa Rocca – la determina d’impegno è stata firmata, quindi a breve quei lavori ripartono ed una volta per tutte, finalmente, quest’opera si conclude”. Non ci viene fornita nessuna data a tal riguardo. E noi non la chiediamo, per scaramanzia.
Archiviato, si fa per dire, l’argomento “Ponte Ferroviario”, non resta che dedicarci a quello della Scienza. “Stanno lavorando – precisa Rocca – per quell’opera. Era prevista la consegna per maggio, ma abbiamo un ritardo fisiologico su tutti i cantieri dovuto purtroppo alla disponibilità di cassa: il Comune, in base alle disponibilità, liquida anche gli avanzamenti di stato lavori alle imprese, ma con il patto di stabilità che non ti permette di sforare certi investimenti tutto procede necessariamente a rilento”. Per la cronaca, ricordiamo che quell’opera prevede un collegamento tra la riva Marconi e quella Ostiense, soltanto per biciclette e pedoni. Un ponte votato alla mobilità sostenibile, dunque, che tuttavia non è esente da rilievi critici.

“Quel ponte è inutile. Ancora non sappiamo quando termineranno i lavori, ma già siamo in grado di dire che l’utilità di quest’opera, stante il mancato lavoro per realizzare una casa dello studente su un lato, ed il mancato completamento della zona d’archeologia industriale dall’altro, è oggi fortemente in discussione – dichiara lapidario Alfredo Toppi (Sel), Consigliere del Municipio XV – Il ponte doveva servire per realizzare un collegamento con la zona caratterizzata da archeologia industriale – sulla riva Ostiense – con quel palazzo di vetro che è stato costruito, e che era previsto divenisse una casa dello studente. Anzi – precisa Toppi – è un dato di fatto che sia stato realizzato proprio con una licenza edilizia che specificava vi si realizzasse una struttura da mettere al servizio degli studenti di Roma Tre, ma così non è andata”. Rimane un ponte da percorrere, a piedi o in bicicletta, per andare dove, poi, non si capisce bene, stante l’assenza di piste ciclabili sulla sponda del Municipio XI e le carenze strutturali, già denunciate, sul versante Marconi.

Tra un ponte di dubbia utilità ed un altro che non si riesce a completare, spunta un’altra opera: la cabinovia urbana che, in soli due minuti di viaggio sospesi sul Tevere, avrebbe dovuto collegare la stazione Eur Magliana con il quartiere omonimo.
“Sono rammaricato per l’occasione persa da questa Amministrazione capitolina che ha stralciato il progetto della cabinovia sul Tevere – ha scritto recentemente in una nota Paris – Avrebbe facilitato i collegamenti tra via dell’Impruneta con la stazione della linea B della metro e quella della Roma Lido, valorizzando anche la scuola 8 marzo, vicina alla pista ciclabile”. Costo dell’operazione: 12 milioni di euro. Per un progetto targato Veltroni che “avrebbe fornito alla città un ottimo collegamento, utilissimo anche per decongestionare il traffico sul Ponte della Magliana, facilitare gli spostamenti dei cittadini, valorizzare i quartieri sulle sponde del fiume”. Un’opera titanica ed allo stesso tempo votata alla mobilità sostenibile. Con interessanti ricadute anche a livello turistico, vista l’attenzione che la cable car di Londra sta attirando.

“Questo è un sogno del Presidente Paris: lui ha sognato la cabinovia tra Magliana e l’Eur, ma per il resto, non ve n’è traccia – afferma provocatoriamente Rocca – Se fai il progetto più bello del mondo, ma non ci metti i soldi sopra, resta solo un’idea su carta. In più, a mio giudizio, era un’opera inutile. Io non mi prenderei la responsabilità di spendere 12 mln di euro per fare una cabinovia, quando abbiamo altre opere da completare, tanti sottopassi da allargare per favorire la mobilità strozzata a Magliana e via Frattini da terminare per collegarla con la Roma Fiumicino e con il Viadotto. In quel caso servono 6 mln di euro. Ecco, se avessimo avuto dei soldi in cassa, avremmo fatto senz’altro quell’opera rispetto alla cabinovia. Ma senza fondi, quella proposta torna al mittente”.
E sulla priorità delle opere da realizzare, anche Toppi non concorda con Paris: “Più volte abbiamo chiesto che venisse aperto il Ponte dei Congressi, un’opera utile a snellire il traffico della Roma Fiumicino prima che si immetta a Magliana. Se lo si apre la stessa cabinovia non serve”. E sulla questione dei fondi per realizzarla, Toppi ricorda come “non sia mai stata finanziata perché era previsto si facesse in project financing con una concessione ultradecennale ai privati che l’avrebbero realizzata, ma non si è mai attivato un interesse concreto. Le soluzioni da intraprendere, per rendere più snella la viabilità di questa città e di quel quadrante nello specifico sono altre e dovrebbero essere imperniate sul trasporto pubblico. Ma prima bisogna realizzare le infrastrutture necessarie”. Un problema non da poco, visto lo stato in cui versano quelle di Arvalia.

Fabio Grilli