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Marconi: nuova baraccopoli sul Tevere, i rifiuti rischiano di finire nel fiume

La denuncia di Ecoitaliasolidale: “Chiediamo la valorizzazione dell’area anche con il contributo di cittadini, associazioni e comitati”

MARCONI – Tornano gli insediamenti abusivi lungo il Tevere in zona Marconi. Questa volta alcune baracche vengono segnalate su Lungotevere di Pietra Papa all’altezza di Ponte Marconi, a due passi dalla pista ciclabile. Nello stesso punto sono già stati effettuati diversi interventi in passato. L’ultimo nel periodo di Pasqua senza però effettuare la bonifica dell’area. “Ora vi è ancora una volta la presenza di tonnellate di rifiuti che invade la medesima sponda – afferma Piergiorgio Benvenuti, Presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale – con plastica, gomme di auto, elettrodomestici, materiali edili, sino a bombole del gas”.

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UN DOPPIO DANNO AMBIENTALE

I rifiuti accumulati in questo insediamento abusivo rappresentano in questo momento un duplice pericolo per l’ambiente. I materiali infatti rischiano di finire nel Fiume e di essere trascinati via come successo durante la recente piena del Tevere. Inoltre i cittadini della zona lamentano la presenza di roghi di rifiuti che rendono l’aria irrespirabile: “La sera i residenti delle vie limitrofe devono tenere chiuse le finestre per i fuochi che accendono nella baraccopoli, purtroppo utilizzando anche la plastica, aria irrespirabile, con un evidente pericolo, basti ricordare che quel tratto parallelo alla ciclabile è andato a fuoco per ben tre volte in questi ultimi mesi”, seguitano da Ecoitaliasolidale.

NECESSARIO UN INTERVENTO

Le richieste avanzate dall’Associazione ecologista sono semplici: “Chiediamo immediatamente – ha concluso Benvenuti – un controllo adeguato per bloccare da subito la realizzazione di un nuovo insediamento nei pressi del Ponte Marconi, la rimozione delle tonnellate di rifiuti in quel tratto, la valorizzazione dell’area anche con il contributo di cittadini, associazioni e comitati, ad esempio realizzando un’area giochi ed un’area per i cani e bloccare il disastro ambientale esistente”.

Red