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Monte Stallonara: tutto fermo e il Piano di Zona si allaga

Via Tertenia - Piano di Zona Monte Stallonara

Molti i disagi a causa delle piogge, in un quartiere che ancora attende le opere di urbanizzazione

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Tratto da Urlo n.141 dicembre 2016

MONTE STALLONARA – “Se mancano le opere di urbanizzazione basta una notte di pioggia per finire sott’acqua”. È quanto denunciato dal Comitato Monte Stallonara dopo gli avvenimenti di fine novembre quando, in seguito alle consistenti precipitazioni, i garage di alcune delle palazzine del quadrante si sono allagati, come già successo in passato. Ad allarmare ancora di più questa volta è stato il cedimento di un invaso di terra sottostante al Ponte (di recente edificazione) sotto al quale passano i servizi.
Gli abitanti del Piano di Zona devono combattere anche con questi disagi, oltre a tutti gli altri problemi derivanti dal mancato completamento delle opere di urbanizzazione, ci dice la Presidente del Comitato Monica Polidori: “Le problematiche del PdZ sono note da anni e hanno attraversato irrisolte già due consiliature. La cittadinanza attende un cambiamento che non può esaurirsi nell’intervento della Magistratura. Ci aspettiamo che Municipio e Comune si attivino con tutti gli strumenti amministrativi e sostengano il lavoro degli inquirenti”.

L’INCHIESTA – Nel frattempo, dal nostro ultimo aggiornamento di aprile non è cambiato molto. La Magistratura procede con il suo corso, indagando su vari PdZ di Roma. Monte Stallonara è uno di quelli costruiti con contributi (in questo caso regionali) per l’edilizia agevolata; le persone che hanno comprato una casa al suo interno avrebbero dovuto godere di prezzi ribassati rispetto a quelli di mercato. Invece ora si trovano a vivere in un cantiere e in alcuni casi ad aver corrisposto più del dovuto per le proprie abitazioni rispetto ai prezzi massimi di cessione stabiliti dal Comune di Roma, come nel caso della Polidori. E sempre in attesa delle opere di urbanizzazione.

OPERE INCOMPLETE – Il primo stralcio è stato portato a termine nel 2016 (in 3 anni rispetto agli 8 mesi previsti) e non tutto è stato fatto. Ora si attende l’inizio del terzo stralcio, che dovrebbe comprendere anche le caditoie. Ma manca ancora l’ok al progetto per le vasche di laminazione per lo scolo delle acque chiare e di capire con quali soldi l’opera sarà finanziata: “Ci hanno detto che il progetto c’è. Ma se il Consorzio di Bonifica del Tevere dovesse dare il nullaosta, senza vasche di laminazione, si può fare il terzo stralcio, o no?”, chiede polemica la Polidori, che seguita: “Non è stato fatto nulla: non sono state escusse le polizze fideiussorie agli operatori insolventi, non sono state applicate le sanzioni. So che l’attuale amministrazione non ha responsabilità, ma abbiamo chiesto almeno di tamponare le urgenze”. Nel frattempo i cittadini provvedono da sé: “Alcuni abitanti di via Decimomannu hanno affittato una ruspa, hanno acquistato i materiali e hanno provveduto alla sistemazione della strada. Non è possibile, deve intervenire qualcuno”.

IL MUNICIPIO – Abbiamo interpellato Mario Torelli, Presidente del Municipio XI, che ci ha detto: “Dopo gli ultimi allagamenti i cittadini mi hanno chiesto di fare interventi. La mia competenza su questo PdZ è però limitata; ho interessato il mio ufficio tecnico e ho fatto scrivere al dipartimento PAU e Acea affinché ognuno intervenisse per quanto concerne le rispettive competenze”. “Vorremmo chiedere un tavolo per mettere insieme Enti competenti, attori pubblici e privati per valutare lo stato dell’arte e le azioni da intraprendere”, ci ha detto Giacomo Giujusa, Assessore ai Lavori Pubblici, che seguita: “È necessario visto il disagio dei cittadini, che lamentano non solo l’assenza di servizi e la carenza di infrastrutture, ma soprattutto di vivere in un vuoto decisionale che li priva di molti diritti e non aiuta ad individuare i doveri di ognuno”.

L’OPPOSIZIONE – Sulla questione è intervenuto anche Maurizio Veloccia (Pd), ex Presidente del Municipio, ora consigliere d’opposizione, che ha accusato l’attuale Amministrazione capitolina di inerzia: “Al di là della dichiarazioni di fuoco della campagna elettorale, in sei mesi di governo siamo all’immobilismo totale. Neppure un euro è stato messo nel nuovo bilancio comunale. Quindi per ora solo parole”. Nello specifico Veloccia parla del finanziamento di alcune azioni che “erano necessarie per la messa in sicurezza del PdZ, come il piano per l’invarianza idraulica, le opere per impedire l’allagamento delle palazzine e la posa del misto cementato che non può essere fatta dal Consorzio perché sono finiti i soldi per il primo stralcio delle opere. Tutti impegni che non sono stati nemmeno parzialmente onorati con questo bilancio”. Ha detto la sua sulla questione anche Fabrizio Santori (Fdi), Consigliere regionale autore di un esposto in Procura lo scorso anno che ha determinato l’apertura dell’inchiesta sul PdZ. Santori, in attesa di conoscere gli esiti delle indagini, non è rimasto fermo: “Monte Stallonara è l’emblema del fallimento dei quartieri di nuova urbanizzazione. Ho inviato una nota agli uffici competenti per capire a che punto fosse la situazione e sollecitare gli interventi mai realizzati e necessari per la vivibilità del quartiere. Il Consigliere comunale Francesco Figliomeni ha depositato un’interrogazione alla Sindaca per capire cosa intenda fare l’Amministrazione sul tema delle opere attese da anni. Esponenti del M5S durante la passata consiliatura hanno fatto visita al PdZ gridando, giustamente, allo scandalo; auspico che da parte loro ci sia sensibilità su questo tema”. Santori racconta come l’abbandono del quartiere generi insicurezza, furti, la nascita di discariche abusive e allagamenti e divide in due “macrogruppi” le problematiche che lo interessano: “Da una parte ci sono gli eventuali abusi che dovranno essere accertati (il riferimento è all’importo, corrisposto dagli inquilini per le case, superiore ai prezzi massimi di cessione, ndr), dall’altro c’è l’assenza di opere pubbliche che devono essere terminate. Tutto questo è inaccettabile, spero che a breve si possa iniziare a dare risposte ad un territorio che attualmente è abbandonato e che merita rispetto”.

Anna Paola Tortora