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Roma brucia: roghi di sterpaglie e rifiuti avvelenano l’aria dei romani

Tante le richieste di bonifiche rivolte a Comune e Regione per evitare nuovi incendi

ROMA – Anche questa estate Roma torna a bruciare. Da San Basilio alla Magliana, in via Candoni, fino all’Ardeatina, oltre a decine di incendi minori, dove a bruciare sono rifiuti o sterpaglie ai lati della strada, nella Capitale torna l’incubo dei roghi, dei fumi e della diossina.

L’INCENDIO DI VIA ARDEATINA

È il primo pomeriggio del 21 giugno quando su via Ardeatina, a poca distanza da via di Tor Pagnotta, si è sviluppato un grosso incendio all’interno di un campo dove erano presenti dei rifiuti. Le fiamme sospinte dal vento hanno lambito un vicino autolavaggio e il vivaio lungo la strada. Oltre al forte odore di bruciato, che ha raggiunto i quartieri limitrofi, i disagi hanno riguardato soprattutto il traffico, con la parziale chiusura di via di Tor Pagnotta e di via Ardeatina. Sulla vicenda è intervenuta la consigliera municipale d’opposizione, appartenente alla Lista Civica Raggi, Carla Canale: “Il Sindaco Gualtieri ha il dovere di attivarsi urgentemente per garantire la messa in sicurezza delle aree verdi e la rimozione e bonifica delle discariche abusive segnalate dalla Polizia Locale – afferma – Ci sono a disposizione fondi giubilari per la cura della città che vanno subito utilizzati per bonificare le aree senza attendere il disastro ambientale”.

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I DATI DELL’ARPA

È la stessa consigliera Canale a richiamare i dati sulla qualità dell’aria forniti dall’Arpa, soprattutto in relazione al rogo avvenuto il giorno prima in zona Magliana: “Nelle due giornate in questione, i risultati dei monitoraggi effettuati da Arpa Lazio hanno evidenziato dati allarmati sul livello di diossine presenti nell’aria, ben oltre la concentrazione di 38 pg/m3 (126 volte superiore alla norma) – aggiunge – Alla luce di questi dati, è evidente che non ci sia più tempo da perdere. La salute cittadina e l’ambiente vanno preservati e quanto accaduto nelle giornate del 20 e 21 giugno non deve ripetersi”.

IL ROGO DELLA MAGLIANA

L’altro incendio richiamato dalla consigliera del Municipio IX è divampato il 20 giugno, nelle prime ore del pomeriggio, in via Asciano alla Magliana, un’area da tempo soggetta ad occupazioni abusive e allo sversamento illegale di rifiuti. Un denso fumo nero si è sollevato dalla zona del rogo, per poi invadere il quadrante circostante, rendendo l’aria irrespirabile e mettendo in allarme i residenti. Sulla vicenda è intervenuto fin da subito il minisindaco del Municipio XI, Gianluca Lanzi, parlando di “un disastro annunciato. Come nell’estate del 2022, l’area sull’argine del Tevere, di competenza della Regione, è stata completamente avvolta dalle fiamme alimentate dalla vegetazione e da tutti i materiali e i rifiuti lì depositati dagli accampamenti abusivi – e prosegue, riferendosi all’incontro dell’Osservatorio Territoriale per la Sicurezza dell’ottobre 2023 – Nonostante non rientri nelle competenze del Municipio né di Roma Capitale, proprio perché sono convinto che il mio ruolo sia anche quello di cercare di affrontare i problemi al di là delle competenze, ho portato il tema all’attenzione del Prefetto e delle Forze dell’Ordine”.  Intanto sulla scia delle critiche avanzate alla gestione regionale, il Sindaco Gualtieri il 23 giugno ha firmato un’Ordinanza per disporre l’immediata rimozione dei rifiuti da parte della Regione. Nel testo si dispone in particolare l’interdizione dell’area per garantire la salute delle persone, la rimozione, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, oltre alle analisi sul terreno.

LA REPLICA DELLA REGIONE

Naturalmente la replica da parte della Regione non è tardata e arriva dall’Assessore alla Mobilità, Territorio e Rifiuti, Francesco Ghera: “Via Asciano è da anni soggetta all’occupazione abusiva di aree demaniali fluviali. Questo comporta la realizzazione di insediamenti costruiti utilizzando materiali di recupero e rifiuti, e con l’ulteriore accumulo di immondizia generano problemi di ordine pubblico, igiene e tutela ambientale – aggiunge Ghera – Già da qualche anno gli uffici regionali avevano segnalato la situazione a Roma Capitale e al Municipio XI, invitandoli a intervenire. La Regione si occuperà della pulizia dell’area golenale sul fiume Tevere, ma la Legge Regionale 53 del 1998 prevede che l’Ente regionale si occupi della difesa del suolo e degli abitati dalle inondazioni e non delle problematiche relative all’abusivismo edilizio, al decoro urbano, alla gestione dei rifiuti e altri aspetti igienico sanitari”. Una sottolineatura richiamata anche dal Capogruppo municipale di FdI, Valerio Garipoli: “Resta essenziale che il Gruppo XI Marconi della Polizia Locale, il Municipio Roma XI, i Dipartimenti Tutela Ambientale e Politiche Sociali Roma Capitale, la Regione Lazio e l’Asl Roma 3, ognuno per le sue competenze, predispongano le procedure per degli interventi di sgombero delle aree occupate illegalmente ed oggetto di discariche abusive, visto e considerato che tali incendi e roghi tossici si ripetono sistematicamente e da anni nell’area, così come accaduto anche durante i dieci anni della Presidenza alla Regione Lazio di Zingaretti”. Sempre dal territorio arriva la replica alle critiche lanciate alla Regione: “I cittadini chiedono alle istituzioni di essere unite nelle battaglie comuni sulla sicurezza, la salute e l’ambiente, e non di dividersi biecamente in modo ideologico. Auspichiamo un cambio di rotta repentino che possa garantire la difesa dei cittadini”, hanno commentato gli esponenti leghisti in Campidoglio e Municipio XI, Fabrizio Santori, Daniele Catalano e Enrico Nacca.

LA MANIFESTAZIONE

Intanto il 27 giugno in piazza De André i cittadini e buona parte della maggioranza municipale sono scesi in strada per manifestare contro l’abbandono delle rive del Tevere e chiedere un intervento non solo puntuale, ma questa volta strutturale. “Non c’è molto da inventare per risolvere una volta per tutte questo problema – commenta il Presidente Lanzi – Basterebbe replicare ciò che è stato fatto per il Parco Tevere Magliana e per il Parco Tevere Marconi: la Regione Lazio ha bonificato e riqualificato le aree e una volta realizzati i percorsi e gli arredi ha affidato la gestione dei parchi al Municipio. È un modello vincente che la Regione Lazio conosce bene – conclude – Se non si interviene in questo modo, questi sono i risultati o meglio i non risultati”.

Andrea Calandra