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Via Candoni: ancora degrado nel campo nomadi, Fdi chiede la chiusura

Mussolini (Lista Civica con Giorgia) e Rocca (FdI): “Accesso agli atti per conoscere le spese affrontate dal Comune per la struttura”.

MUNICIPIO XI – Continua il degrado nel campo rom di via Luigi Candoni, Municipio XI della Capitale, nonostante i numerosi esposti delle varie forze politiche presenti sul territorio comunale che, da anni, ne chiedono lo sgombero. Tra queste c’è Fratelli d’Italia, che tramite Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale e Federico Rocca, responsabile regionale per la sicurezza di FdI, annunciano in una nota: “A circa un anno dall’esposto con cui FdI chiedeva alla Procura della Repubblica la chiusura definitiva del campo rom di via Candoni e al termine di un ennesimo sopralluogo fatto oggi in questa area, torniamo a ribadire l’urgenza di un provvedimento che metta i sigilli a questa struttura salita più volte agli onori delle cronache per gli innumerevoli episodi delinquenziali, consumati al suo interno o nelle aree immediatamente limitrofe, che vedono protagonisti i nomadi che la abitano. La presenza di queste persone, che vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie, tra immondizia, rifiuti di ogni genere e roghi tossici che rendono l’aria irrespirabile in tutto il quadrante, tra l’altro, non è assolutamente compatibile con la rimessa Atac, i cui mezzi vengono vandalizzati di continuo e fatti oggetto, così come le vetture dei suoi dipendenti, di pericolose e ripetute sassaiole. È chiaro che, oltre a un evidente problema di degrado, ad attanagliare tutta quest’area è la totale assenza di sicurezza e legalità che danneggia irreparabilmente chi ci vive o ci lavora – seguitano – Abbiamo presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere l’entità degli importi spesi fino ad oggi per questa e altre strutture simili e per sapere quanti altri lo saranno in futuro”.

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IL CAMPO ROM DI VIA CANDONI

Quindicimila metri quadrati di terreno, un centinaio di cointainer, circa 800 persone di cui 200 minorenni, residenti in baracche di lamiera oggi fatiscenti. Insieme ad altri undici siti venne inserito nel ‘piano rom’ licenziato dalla giunta M5s nel 2017 che prevedeva lo smantellamento graduale degli stessi, tramite bando, a realtà sociali chiamate a gestire la fuoriuscita delle famiglie. Un progetto rimasto in alto mare, come continuano a spiegare Mussolini e Rocca: “Nei suoi cinque anni di mandato la giunta Raggi si è solo riempita la bocca paventando ipotesi di superamento dei campi rom. Di fatto, l’immobilismo e l’incapacità di questa amministrazione ha solo contributo ad aggravare un problema per cui ancora non è stata trovata una soluzione vera, ma che non più procrastinabile. È questa soluzione quella che chiediamo ancora oggi”.

Marta Dolfi

(Foto di repertorio)