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A via Ramazzini la CRI istituirà la “Cittadella della Solidarietà”

Il centro servirà a far fronte alle emergenze e sarà un’alternativa alla strada

Tratto da Urlo n.152 dicembre 2017

PORTUENSE – Si discute in questi giorni della decisione della Croce Rossa di creare uno spazio di accoglinza all’interno dei locali di via Ramazzini, dove sono state adibite delle casette “Better Shelter”, le stesse usate dall’UNHCR per la gestione delle situazioni di emergenza. I timori nascono dalla partecipazione della CRI a un bando del Comune volto “all’affidamento di servizi per il reperimento di strutture di accoglienza temporanee”, preferibilmente, si legge “in contesti ‘diffusi’ o, in alternativa, in un unico complesso”, per dare ospitalità a “nuclei familiari in condizioni di grave vulnerabilità sociale, per un numero massimo di 100 persone”.

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LE POLEMICHE – Le prime polemiche sono state quelle del Consigliere regionale Fabrizio Santori (Fdi): “Vogliamo scongiurare che via Ramazzini torni ad essere un Hub per migranti mascherato da cittadella dell’accoglienza”. Queste voci, seguita, stanno preoccupando i cittadini di un quadrante che ha ospitato per più di un anno una tendopoli che è arrivata ad accogliere fino a 400 migranti, “e che temono che i futuri ospiti diventeranno una presenza fissa”. Santori ha assicurato: “Vigileremo affinché questa nuova emergenza non diventi la scusa per il solito business dell’assistenza che denunciamo da tempo, per garantire alla cittadinanza decoro per i propri quartieri”.

LA CROCE ROSSA – A chiarire la propria posizione, anche rispetto a chi ha puntato il dito di fronte al fatto che il bando del Comune (che ha visto la Croce Rossa come unica partecipante) non sia stato ancora aggiudicato mentre la predisposizione degli alloggi sarebbe già a buon punto, è stata la CRI stessa: “Lo spazio creato l’abbiamo iniziato a progettare e ad allestire a inizio di quest’anno quando ancora ospitavamo l’Hub di prima accoglienza e abbiamo acquistato le casette ‘Better Shelter’ per dare una migliore qualità alloggiativa a chi in quel momento era ospitato nelle tende”. La CRI, quindi, sottolinea che “non c’è alcun legame né temporale né causale con il bando del Comune”. Le intenzioni sono di “dare vita a via Ramazzini ad una ‘Cittadella della Solidarietà’, mettendo a disposizione della città queste strutture per situazioni di sola emergenza”. È questo lo spirito che ha spinto la CRI a partecipare al bando, allo scopo, si legge, di “tutelare persone in stato di bisogno e in emergenza”. Le casette, conclude la nota, “non sono e non possono essere una soluzione abitativa se non per un periodo breve e in emergenza”.

L’ASSISTENZA – “L’esperienza di Ramazzini è finita”, ha commentato la Capogruppo del Pd in Municipio XII, Cristina Maltese: “Non mi sembra che ci sia un livello di pericolosità nel progetto, la situazione è diversa”. La CRI, ha concluso, “è un’organizzazione seria e non improvvisata. L’emergenza rispetto alle persone fragili esiste e il fatto che si sia attrezzata per risolvere il problema non mi sembra uno scandalo. Il Comune deve attrezzarsi per sostenere le fragilità, che a Roma stanno aumentando e sono strettamente legate alla non programmazione delle politiche sociali”. Il Comune ha indetto la gara per nuclei familiari in difficoltà, come ha detto la Presidente del Municipio XII, Silvia Crescimanno, che sulle questioni inerenti al bando ha poi aggiunto: “Possiamo ipotizzare che essendo l’accoglienza la mission della CRI, questa abbia pensato di predisporre le casette per garantire una soluzione più decorosa rispetto alle tende. Si tratta di una soluzione temporanea e questo è stato chiarito anche dall’Assessore ai Servizi Sociali, Laura Baldassarre. Non riteniamo che questa situazione possa essere rischiosa, ovviamente monitoreremo”.

Anna Paola Tortora