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Cantiere Donna Olimpia, quanto tempo ancora?

Lavori fermi e una grande buca lasciata abbandonata da più di un anno: è il cantiere per il parcheggio interrato.

La storia infinita del cantiere di via di Donna Olimpia cominciò nel novembre del 2006, quando, a seguito di una singolare sovrapposizione di competenze tra enti diversi, venne dato l’avvio ai lavori per la costruzione di un parcheggio. Quei lavori iniziarono realmente soltanto pochi mesi dopo, causando da subito un importante impatto su tutta la via, con la demolizione di un’intera collina – e del casale di Pier Paolo Pasolini sul Monte dei Casadio, quello di Ragazzi di vita, costruito in cotto romano alla fine dell’Ottocento e disabitato da diversi anni – e della creazione di un’enorme voragine puntellata da imponenti colonne di cemento. Lo scavo, realizzato proprio nel punto centrale della strada, continua a causare diversi disagi, perchè una porzione significativa di marciapiede è interdetta ai pedoni. I lavori sono completamente fermi da più di un anno e mezzo, senza alcuna segnalazione pubblica che comunichi la motivazione e i tempi di ripresa e/o ripristino dello stato quo ante, in riferimento a una via che rappresenta da sempre un tratto urbano di grande importanza sia dal punto di vista della circolazione del traffico per l’intero quartiere – dal momento che collega due importanti arterie, quali la circonvallazione Gianicolense e la via Olimpica – sia per la sua rilevanza storica e culturale nella città di Roma, essendo situata nel cuore di un quartiere di pregio come Monteverde e citata in numerose produzioni letterarie. Il cantiere inoltre crea uno stato di degrado, non solo dal punto di vista estetico e del decoro urbano, con una voragine che è ormai terreno di erbacce, detriti e rifiuti, e che nei giorni di pioggia si trasforma in un vero e proprio laghetto stagnante.
“Il parcheggio nasce da un’autorizzazione del nuovo dipartimento centrale dell’Amministrazione comunale per la realizzazione dello stesso e con il vincolo di rifare il manufatto che era in cima a questa superficie, di ricostruirlo una volta completata l’opera. Si tratta di diversi piani di parcheggi (circa 200 posti auto), anche in parte interrati rispetto al livello di Donna Olimpia. In passato il Municipio aveva rifiutato per due volte l’autorizzazione, dal momento che l’ufficio tecnico aveva dato un parere contrario – racconta Fabio Bellini, Presidente del Municipio XVI – È un’opera indubbiamente imponente. Saranno dei box privati. I lavori, che hanno creato un disagio non di poco conto, dovrebbero riprendere a febbraio per essere ultimati subito dopo l’estate. I ritardi in questa vicenda derivano da aspetti societari, non c’entrano niente né problemi di natura contenziosa con l’Amministrazione né problemi legati a una natura strutturale particolare”.
“Il Sindaco e la Giunta comunale non hanno alcuna responsabilità sulla sospensione dei lavori del parcheggio di via di Donna Olimpia. La ditta che sta realizzando l’opera sta rivedendo la fase progettuale per garantire un’opera migliore e più sicura. Se questi sono i motivi, una pausa non nuoce, anche se un anno e mezzo penso sia un periodo più che sufficiente per rivedere un progetto. Certamente c’è una questione igienico-sanitaria da affrontare prima dell’arrivo delle zanzare e un problema serio di carenza di parcheggi di cui soffre il quartiere. Per queste ragioni sto seguendo la questione da vicino ed ho già chiesto più volte la riapertura del cantiere”, dichiara Marco Giudici, Consigliere Pdl del Municipio XVI.

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Con la sua interrogazione del 13 gennaio 2011, l’On.le Gemma Azuni, Consigliere Sel di Roma Capitale, ha chiesto al Sindaco e agli assessori competenti di conoscere le motivazioni del completo abbandono del cantiere, la previsione circa i tempi di ripresa dei lavori, le eventuali misure assunte dal Comune per il totale abbandono del cantiere da parte della ditta appaltatrice. “Il cartello di autorizzazione esposto è sbagliato: contiene dei dati sui quali abbiamo fatto una ricerca. Il protocollo indicato, che è quello del 27/11/2006 n.81140, è errato e corrisponde a un’altra pratica. Conseguentemente tutti i riferimenti autorizzativi sono sbagliati. Provvederemo dunque subito a correggere l’interrogazione di questi giorni. Ora che abbiamo individuato la pratica, abbiamo anche scoperto che questo titolo autorizzativo è passato di mano in mano da un committente ad un altro. E non si capisce il perché. Dopodiché c’è l’abbandono di questa realtà che è lampante, sotto i nostri occhi, ed è veramente vergognoso. Nei prossimi giorni – prosegue – io stessa richiamerò il dirigente De Marchis e mi farò dire tutto, anzi intendo farmi consegnare tutta la documentazione utile. Devo capire perché cambiano committente, che difficoltà ci sono e perché in qualche modo questa roba non va avanti, perché mancano le integrazioni richieste di tipo amministrativo, scoprire perchè questa autorizzazione ha un protocollo sbagliato. Adesso dobbiamo arrivare a conoscere qual è la necessaria integrazione della documentazione per poter ottenere il prima possibile il via libera ai lavori”.

Ilaria Campodonico