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Il Municipio XII punta a risolvere la controversia tra il Circolo il Faro e la Croce Rossa

In attesa della sentenza del Tribunale, il Municipio vuole aprire un tavolo di confronto

Tratto da Urlo n.209 febbraio 2023

MUNICIPIO XII – Da oltre due anni è in corso un contenzioso tra Croce Rossa Italiana e l’associazione sportiva CCCP 1987 (che gestisce il centro Il Faro) riguardo l’utilizzo di alcuni campi di calcio a 5 all’interno di Parco Ramazzini, di proprietà della Croce Rossa Italiana e sede di una serie di attività sportive della CCCP 1987 dal 2005. Il 23 dicembre scorso il Presidente del XII Municipio, Elio Tomassetti, ha comunicato l’apertura di un tavolo di confronto tra Croce Rossa Italiana e l’associazione spiegando che “se non verrà trovato un accordo questa bella esperienza, che ha per molto tempo animato e fornito servizi ai cittadini, terminerà il 30 giugno del 2023” e chiedendo, “consci della responsabilità politica che questa richiesta accompagna – ha specificato Tomassetti –  di aprire un tavolo di confronto e trovare una soluzione al fine di far continuare un luogo che tanti giovani e tante famiglie ogni giorno frequentano e animano”.

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LA POSIZIONE DELLA CRI

“Il Presidente di Croce Rossa Italiana, Rosario Maria Gianluca Valastro, in carica da gennaio 2023, risponderà al più presto alla richiesta ricevuta dal Presidente Tomassetti e parteciperà al tavolo di incontro da lui proposto. Fermo restando, però, che si attende la sentenza dal Tribunale di Roma sulla vicenda”. È quanto ci fa sapere l’ufficio stampa dell’associazione benefica, rispondendo anche al recente monito del Presidente Tomassetti sul fatto di non aver ricevuto riscontro da CRI riguardo l’incontro.

LA VICENDA GIUDIZIARIA

L’utilizzo degli spazi rivendicati dall’associazione è stato reso possibile da un contratto di locazione stipulato con la Fondazione Il Faro di Susanna Agnelli nel 2005, che però secondo ‘Croce Rossa Italiana’ non era legittimata a poterlo stipulare (in quanto non proprietaria del terreno) motivo per cui, una volta sciolta la Fondazione, la proprietà sarebbe legittimamente tornata alla CRI, che in una nota stampa (dello scorso maggio) aveva spiegato la sua posizione: “L’area dove sono stati realizzati i campi sportivi era accatastata come orto urbano, dunque le due strutture sportive risultano attualmente in uno stato di non regolarità; le utenze sono annesse a quelle della CRI e, inoltre, nel muro di cinta è stata realizzata un’apertura, anch’essa attualmente non accatastata”. La CRI aveva poi annunciato le sue intenzioni riguardo l’utilizzo futuro degli spazi: “Una volta rientrata ufficialmente in possesso della struttura e ripristinata la situazione di legalità, la CRI è disponibile a valutare una collaborazione con l’associazione sportiva CCCP 1987, finalizzata al proseguimento delle attività a favore delle persone più fragili ma anche a poter consentire all’utenza di Croce Rossa una piena fruizione del medesimo spazio sportivo, con conseguente eliminazione di ogni attività di carattere commerciale”.

LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE

Enrico Zanchini, presidente della CCCP 1987, contesta, invece, la non legittimità del contratto di locazione firmato nel 2005, rivendicando di aver adempiuto agli obblighi contrattuali e di aver effettuato tutti gli interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria per garantire l’uso e la qualità dei campi e delle strutture, oltre ad aver fornito un servizio importantissimo per i cittadini in tutti questi anni. Posizioni a quanto pare inconciliabili e che hanno portato, infatti, la vicenda in tribunale. Da come stanno le cose sembra chiaro che la sentenza sarà decisiva per la risoluzione della complessa vicenda, ma sarà sicuramente anche molto utile il confronto mediato dall’amministrazione municipale.

Marta Dolfi