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Sequestro Residence Bravetta: per la proprietà è un ‘grande abbaglio’

bravetta demolizione

Bloccati i lavori di demolizione del primo edifico del Residence

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IL SEQUESTRO – Nella giornata di giovedì scorso l’ex Residence Bravetta, da anni uno scheletro di cemento immerso nel degrado, è stato posto sotto sequestro dagli uomini del XII gruppo di Polizia Municipale. L’area, al momento del sequestro, era interessata dai lavori di demolizione della struttura in vista della riqualificazione. È il Gruppo Mezzaroma a rispondere alla nostra redazione. Dall’ufficio stampa parlano di un “grande abbaglio da parte dell’Ufficio tecnico del XII Municipio e dei Vigili del XII Gruppo, sia nel metodo che nel merito”.

LA REPLICA DELLA PROPRIETÀ – Dalla proprietà viene contestato soprattutto il metodo utilizzato nel sequestro: “Non comprendiamo perché si sia proceduto, in assenza dei responsabili della proprietà, al sequestro dell’intera area di cantiere, comprese la porzione nella quale sorge l’Ufficio vendite dell’iniziativa Corti Romane e il terreno oggetto delle opere di urbanizzazione”. Il Gruppo Mezzaroma non è convinto della necessità di bloccare l’intera area, in quanto il provvedimento sarebbe scattato in seguito alla demolizione del primo edificio dell’ex Residence: “Non consentendo l’attività degli operatori dei nostri uffici commerciali e impedendo il proseguo dei lavori per importanti opere di urbanizzazione primaria, a vantaggio di tutto il quartiere. Peraltro ad oggi non risultano ancora comunicazioni ufficiali, come la procedura vorrebbe, inviate alla nostra società”.

SULLA PRESENTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE – La proprietà ha voluto sottolineare la regolarità della documentazione presentata. Una Scia di avvio della demolizione parziale del primo edificio (intimata da una perizia giurata sulla pericolosità della struttura) sarebbe stata presentata nel maggio scorso, “cioè quasi un anno fa – seguitano da Mezzaroma – Per la tradizionale prudenza e il rispetto delle regole che contraddistingue il nostro Gruppo, abbiamo iniziato i lavori molto tempo dopo la scadenza dei 60 giorni del silenzio assenso previsti della legge. In conclusione, siamo certi che, non appena il magistrato avrà modo di leggere la documentazione, disporrà certamente il dissequestro del cantiere”.

PRONTI ALLE VIE LEGALI – Come era facile immaginare la questione potrebbe trascinarsi più a lungo del previsto. Infatti è stata già espressa la volontà di seguire le vie legali: “Ci riserviamo di avvalerci della magistratura anche per far valere i nostri diritti e esser risarciti del grande danno morale e materiale subito, a fronte di un evidente difetto di comunicazione interna della Pubblica amministrazione”. Nel comunicato della proprietà non manca il collegamento tra l’iniziativa edilizia, i servizi per il quartiere e l’accesso alla Valle dei Casali: “Ribadiamo la nostra volontà, in collaborazione attiva anche con la Presidenza del Municipio, di riqualificare un’area della città che, grazie alla nostra iniziativa edilizia, potrà riscattarsi e rigenerarsi, offrendo al quartiere servizi e consentendo finalmente ai cittadini l’accesso alla prestigiosa area verde della Valle dei Casali”.

DALL’OPPOSIZIONE MUNICIPALE – Nei giorni scorsi sono state molte le prese di posizione dell’opposizione municipale. A prendere la parola sono il capogruppo di FdI, Marco Giudici, assieme al consigliere regionale, Fabrizio Santori: “Quello scheletro è un monumento al degrado e deve cambiare volto, per questo la riqualificazione di Bravetta non può più tardare – spiegano – Il quartiere ha subito lo scempio del residence per due generazioni e ora ci auguriamo che non siano state commesse furbate che hanno costretto i vigili a sequestrare, anche perchè oltre al tema del decoro del quartiere, ci sono famiglie che si sono fidate ed hanno investito i propri risparmi per acquistare una casa”. Allo stesso modo, dal M5S, i consiglieri Diaco e Crescimanno aggiungono: “Abbiamo già da tempo attenzionato l’ex Residence Bravetta, proprio al fine di evitare che dietro ad un progetto di riqualificazione si nascondesse l’ennesima speculazione edilizia in una zona, tra l’altro, sottoposta a vincoli di natura urbanistica e idrogeologica. La notizia del sequestro del complesso rafforza i nostri timori, ed è la dimostrazione che il governo del Municipio XII guidato dal centrosinistra non è in grado di tutelare i cittadini e i loro diritti, volgendo lo sguardo altrove invece di impedire il profitto di pochi sul nostro territorio”.

Leonardo Mancini