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Anche i municipi sfiduciati al voto nel 2021

Per il Municipio XI (e anche per il IV) si voterà con il resto della Capitale

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Tratto da Urlo n.180 Giugno 2020

MUNICIPIO XI – Si discute e dibatte nella Capitale sul futuro amministrativo del Campidoglio e dei suoi 15 municipi. Si discute sulla possibilità che nel 2021 si corra per un Raggi Bis, con i Pasdaran della Sindaca pronti a tutto pur di arrivare a far digerire al M5S un suo terzo mandato, ma il tema da non perdere d’occhio in queste settimane resta quello del voto nei municipi sfiduciati. Mentre piovono le critiche sulla Sindaca per l’indicazione come sua Delegata al Municipio IV della stessa Presidente sfiduciata, è sul futuro di un altro territorio, che più di un anno fa ha subito lo stesso trattamento (con l’ex Presidente Mario Torelli sfiduciato e poi indicato come Delegato), che si apre il dibattito. Motivo di questo rinnovato interesse è un emendamento, presentato dai parlamentari romani di Pd, M5S, Iv e Leu, al decreto che rinvia in autunno le elezioni regionali e amministrative, approvato dalla Commissione Affari costituzionali della Camera.

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L’EMENDAMENTO

L’emendamento è stato presentato da Claudio Mancini, Marianna Madia, Stefano Ceccanti, Matteo Orfini, Flavia Piccoli Nardelli e Patrizia Prestipino del Pd, da Francesco Silvestri e Federica Daga di M5S, da Luciano Nobili, Roberto Giachetti e Marco Di Maio di Iv, e da Stefano Fassina di Leu. Se già nei mesi scorsi, a causa dell’emergenza sanitaria, sono state spostate le scadenze elettorali amministrative (verso la prossima finestra utile, quella tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2020), l’emendamento punta a stralciare da questa previsione i due territori capitolini, prevedendo che “le elezioni per il rinnovo degli organi delle circoscrizioni dei comuni in cui il mandato del sindaco e del consiglio comunale scade nel 2021, siano inserite nel turno annuale ordinario dell’anno 2021”. Facendo quindi in modo che le amministrative per i Municipi XI e IV si svolgano nel 2021, in concomitanza con quelle per il Comune e per tutti gli altri territori.

DAL MUNICIPIO XI

Il M5S locale, con il Delegato Torelli, in questi mesi ha sempre risposto alle domande sulle elezioni parlando di speculazioni delle opposizioni senza alcuna realtà amministrativa (come l’indicazione delle date da parte della Prefettura). Dal centro sinistra invece la corsa al parlamentino di Arvalia è iniziata già da tempo, anche con l’indicazione di un candidato unitario, il segretario locale del Pd, Gianluca Lanzi, sul quale c’è stata convergenza senza rendere necessarie le primarie. “Tornare al voto dopo soli sei mesi sarebbe stato davvero poco comprensibile, sia da parte dei cittadini che per chi fosse stato chiamato ad amministrare – afferma Lanzi – non ci sarebbe stato tempo di realizzare nulla, così come sarebbero risultate artificiose anche le promesse in campagna elettorale”. Il tutto, guardando già alla corsa per il Campidoglio: “La democrazia ha dei costi – afferma dalla Lega l’ex consigliere Daniele Catalano – Si sarebbero dovute aprire qualche decina di scuole per votare, ma sicuramente dal punto di vista politico qualsiasi Giunta si fosse insediata avrebbe avuto poco tempo per governare”. Se nel centrosinistra il candidato è stato scelto, con “un lavoro già portato avanti che ci proietta già nella dimensione elettorale”, afferma Lanzi, nel centrodestra “si era iniziato a parlare – aggiunge Catalano – e ora la scelta di un candidato unitario si farà più difficile, con una partita da giocare su 15 municipi e non più su uno o due territori”. Per Fdi la necessità di riaprire un dialogo sembra essere impellente: “Quanto prima riapriremo un confronto nel centrodestra per metter in campo innanzitutto un programma condiviso per rilanciare il territorio sino all’indicazione della migliore candidatura possibile tale da consentire finalmente di vincere nel Municipio XI dopo tanti anni di amministrazione del centrosinistra e l’ultima fallimentare parentesi del M5S”, hanno commentato l’ex capogruppo, Valerio Garipoli e il coordinatore locale, Federico Rocca. Per poi aggiungere: “Sarebbe stato inutile andare al voto per soli pochi mesi e dopo tale emergenza sanitaria. È opportuno un risparmio di risorse e salvaguardare la credibilità nei confronti dei cittadini che non avrebbero compreso un voto in autunno”.

UN NUOVO ACCORDO?

Al netto del chiaro risparmio nell’accorpamento delle due tornate elettorali (da considerare anche per i costi della campagna elettorale), questa decisione ha una valenza politica da non sottovalutare. Le forze firmatarie di questo emendamento potrebbero vedere nello slittamento la possibilità di togliere spazi al centro destra, soprattutto qualora uno (oppure entrambi) i territori avessero visto la vittoria di un candidato di Lega o Fdi. Una prova elettorale che avrebbe potuto rimettere in discussione l’intera campagna per il Comune che partirebbe tra pochi mesi. Quindi meglio giocarsi tutto in un’unica tornata (quella del 2021), magari puntando sul rapporto tra centro sinistra e M5S (in test al Governo e rodato in Regione Lazio). Certo è che tale approccio potrebbe far vacillare la speranza dei fedelissimi della Sindaca Raggi, che guardano all’ok sul terzo mandato, proprio per trovare una quadra con il Pd romano, impegnato da tempo a chiedere le dimissioni della prima cittadina ad ogni occasione.

Leonardo Mancini