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Cartellonistica abusiva: 44 denunce alla Procura della Repubblica

Nell’ambito dell’inchiesta sulla cartellonistica abusiva sono state denunciate alla Procura della Repubblica 44 persone, tra esse anche un dirigente dell’Ufficio affissioni di Roma Capitale

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ROMA – Il 29 dicembre sono stati resi noti gli sviluppi dell’inchiesta della Polizia Municipale avviata su richiesta del Sindaco Gianni Alemanno il 17 novembre scorso. Questa operazione nei suoi primi giorni di attività aveva visto posti i sigilli all’ufficio Affissioni e Pubblicità e agli archivi di Aequa Roma, nonché il sequestro di alcuni volumi di documenti utili all’istruttoria dell’inchiesta. Sono state denunciate alla Procura della Repubblica 44 persone dal nucleo mobile della Polizia Municipale del vice comandante Antonio di Maggio, a cui sono state affidate le indagini. L’inchiesta era partita dopo le recenti affermazioni di Gianni Alemanno, secondo cui “il problema dei cartelloni non è solo rimuovere gli abusivismi ma eliminare alla radice il problema, che è una vera e propria mafia”. Ora spetterà ai giudici la decisione sull’iscrizione o meno dei 44 denunciati sul registro degli indagati. Se questo non dovesse accadere, l’inchiesta non potrà proseguire e con essa nemmeno il lavoro del nucleo mobile del vice comandante Antonio di Maggio. L’inchiesta ha presentato dei numeri che, per quanto siano inquietanti, non sono nuovi a chi da tempo è attento alla questione dell’abusivismo pubblicitario, o ai cittadini impegnati nelle proteste e nelle denunce attraverso blog, come Cartellopoli. Il panorama pubblicitario della capitale vedrebbe all’incirca 32 mila impianti censiti, a fronte dei 40-50 mila impianti realmente installati. Inoltre le operazioni di rimozione iniziate nei mesi scorsi non avrebbero assolutamente sanato questo gap: con i soli 3700 impianti rimossi, la discrepanza tra i dati reali e quelli del censimento rimane comunque alta.
Tra i denunciati alla Procura c’è anche il dirigente dell’Ufficio affissioni e pubblicità di Roma Capitale. Questi sarebbe accusato di aver omesso di emettere e notificare alle ditte pubblicitarie gli atti di decadenza delle autorizzazioni. Questo procedimento era infatti previsto per quegli operatori che fossero risultati in possesso di tre o più impianti in situazione di illegalità. In attesa dell’iscrizione sul registro degli indagati anche numerosi titolari di imprese pubblicitarie. La loro accusa sarebbe quella di aver indotto in errore i funzionari degli uffici comunali per il periodo che va dal maggio del 2009 al novembre del 2011. Queste operazioni di depistaggio e falsificazione sarebbero state utili ai denunciati per ottenere autorizzazioni non regolari all’installazione degli impianti. Questo è stato possibile attraverso la presentazione di “false dichiarazioni sostitutive di atto notorio attestanti la regolarità” degli impianti.

 

Leonardo Mancini