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Centri Antiviolenza: registrato il doppio degli accessi rispetto al giugno 2019

Nella Capitale sono state 691 le donne assistite dai Centri, rispetto alle 346 del giugno del 2019

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ROMA – È un dato pesante quello diramato ieri dal Campidoglio in merito al numero di donne seguite dai Centri Antiviolenza di Roma Capitale nel mese di giugno. Si parla di 691 donne, un numero record, doppio rispetto al dato dell’anno precedente (nel giugno 2019 erano 346). Anche la Sindaca Raggi ha commentato il dato, annunciando nuovi interventi in merito alla rete dei centri Antiviolenza: “Questo è un importante segnale: dobbiamo far emergere la violenza sommersa. I nostri centri sono sempre attivi H24, collegati al numero nazionale 1522 e raggiungibili anche con il nuovo servizio su WhatsApp, per offrire alle donne e ai loro bambini sostegno e percorsi personalizzati per sottrarsi alle violenze – seguita Raggi – L’impegno dedicato alle nuove strutture ha funzionato: abbiamo avviato 5 nuovi Centri Antiviolenza tra il 2018 e il 2019 e continueremo in questa direzione. Nessuna è sola”.

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I DATI DEI CENTRI

Nel dettaglio, il monitoraggio delle attività dei Centri Antiviolenza di Roma Capitale conferma il trend in crescita del numero di donne in carico alle strutture capitoline: +10% rispetto a maggio (627), mese nel quale si era già registrato un +14% rispetto ad aprile (560). Già nel 2019 si era rilevato un aumento del 57% delle donne seguite (+157 tra gennaio e dicembre), la maggioranza delle quali continua il percorso personalizzato di sostegno. “L’investimento nelle strutture antiviolenza e nella sensibilizzazione, a partire dalla scuola, non si ferma – dichiara l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale Veronica Mammì – L’attenzione deve rimanere alta, i dati ci confermano che sempre più donne stanno portando avanti un percorso di fuoriuscita dalla violenza con le nostre strutture e come Amministrazione continuiamo ad investire con forza perché i maltrattamenti sommersi possano continuare ad emergere, sostenendo le donne e i bambini nel percorso di fuoriuscita dalla violenza”.

DAL CENTRO AL COHOUSING

Una delle novità nella rete del sostegno alle donne vittime di violenza, riguarda il servizio di cohousing del quale ha parlato l’Assessora Mammì, si tratta di “appartamenti, dove le donne insieme ai loro bambini possono completare in sicurezza il percorso fino alla piena riconquista dell’autonomia con il reinserimento lavorativo e sociale, e nuove strutture antiviolenza sono in cantiere con avvio previsto entro l’anno”.

COMPLICE IL LOCKDOWN

Già nelle prime settimane dell’emergenza sanitaria la rete dell’antiviolenza ha cercato dimettere maggiormente in luce i problemi che le donne vittime di violenza domestica avrebbero subito essendo costrette in casa dal lockdown.
“Attraverso la testimonianza delle donne che entrano in contatto con le strutture capitoline, possiamo ricavare anche una fotografia del fenomeno della violenza importante da sottolineare”, spiega Lorenza Fruci, delegata della Sindaca alle Politiche di Genere. I dati in questione provengono dal report del 2019 e confermano che le donne vittime di violenza sono per la stragrande maggioranza italiane (69%), una su tre è sposata (32,3%) e circa due su tre hanno figli (61,2%). L’autore dei maltrattamenti è, quasi una volta su tre, il marito (29,8%), seguono l’ex partner (12,8%), l’ex marito (10%) e l’ex convivente (7,2%). Il report conferma che le violenze si registrano prevalentemente nei legami stabili: in un caso su quattro sono relazioni superiori agli 11 anni (26,1%), mentre solo nell’1,1% dei casi l’autore è indicato dalle donne come ‘sconosciuto’.

Red