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Covid-19: domani al TAR la discussione sul San Raffaele di Rocca di Papa

Nella struttura nei mesi scorsi sono stati rilevati 168 positivi e registrati 43 decessi

ROMA – Verrà discussa domani davanti al Tar del Lazio la revoca dell’Accreditamento del San Raffaele di Rocca di Papa come Rsa della Regione Lazio. I Giudici amministrativi saranno chiamati ad esprimersi sulla sospensiva richiesta dalla San Raffaele Spa contro Regione Lazio, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Asl Roma 6, sul Decreto 91 che ha disposto la revoca dell’accreditamento della struttura San Raffaele di Rocca di Papa per gravi negligenze e inadempimenti dei protocolli operativi anti-Covid.

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I CASI E I DECESSI

Nel corso dell’emergenza sanitaria degli ultimi mesi la struttura ha fatto registrare ben 168 casi di positività e 43 decessi, arrivando a segnare un tasso di mortalità di circa il 27%. “Riteniamo di aver offerto ai Giudici amministrativi tutti gli opportuni elementi tecnici, compreso un parere pro veritate dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, per esprimersi in maniera serena e puntuale – commenta l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato – Ovviamente come sempre rispetteremo il giudizio”.

LA POSIZIONE DELLA REGIONE

L’amministrazione regione, spiega l’Unità di Crisi Anti-Covid, ha evidenziato la gravità dei comportamenti “di chi si è reso partecipe di aver contribuito, mediante la mancata e puntuale attuazione di tutte le misure precauzionali, alla diffusione del virus e al verificarsi dei decessi – si legge in una nota diramata dalla Regione – I numeri degli infetti positivi e dei decessi verificatesi in ragione del ricovero presso la struttura San Raffaele di Rocca di Papa sono spaventosi se correlati al numero dei ricoverati e al numero degli operatori anche di altre strutture. Motivo per il quale l’Amministrazione ha avviato nei confronti di tutte le medesime indagini funzionali, Audit tecnici e avvio di revoca dell’accreditamento – e ancora – Il bilanciamento tra contrapposti interessi: gestione della sanità pubblica e interesse economico privato, non possono in alcun modo essere posti sullo stesso piano”.

Red