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Ex Fiera: La ‘valorizzazione’ potrebbe non coprire i costi della Nuova Fiera

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In attesa del voto in Campidoglio si cerca di fare chiarezza sul futuro della società

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L’AUDIZIONE – In attesa del voto sulla delibera riguardante la ‘valorizzazione’ dei terreni delle ex Fiera di Roma, sulla quale molti Comitati e Associazioni hanno già espresso perplessità e contrarietà, è arrivata l’audizione in Capidoglio dell’Amministratore Delegato di Investimenti Spa, Paris e del presidente Tagliavanti. La società, oltre ad amministrare la Nuova Fiera di Roma, è anche proprietaria dei capannoni e dei terreni della vecchia Fiera, attraverso la cui valorizzazione si vorrebbe coprire i costi del nuovo polo fieristico. 

LA SITUAZIONE FINANZIARIA DELLA SOCIETÀ – A quanto si apprende da una nota stampa del capogruppo di FI in Campidoglio, Ignazio Cozzoli, l’Unicredit vanterebbe 185 milioni di euro di crediti nei confronti della società, mentre Fiera di Roma avrebbe in corso un concordato per più di 30 milioni. Inoltre il 9 giugno i primi 23 lavoratori potrebbero perdere definitivamente il lavoro. “In tutto questo – spiega Cozzoli – continua il fenomeno della subsidenza che sta facendo sprofondare i padiglioni a cui si aggiunge un diffuso fenomeno di infiltrazioni idriche nei tetti che avrebbe provocato già danni per 7,5 milioni di euro”. In più ci sarebbero “oltre 68 milioni di euro di interessi passivi pagati negli anni con danaro pubblico della Camera di Commercio per foraggiare piani industriali irrealizzabili – aggiunge il capogruppo – Operazioni senza capo né coda come Roma Solare e tutto questo senza che ci sia nessuna azione di responsabilità in corso, insomma senza colpevoli”.

LA ‘VALORIZZAZIONE’ DELLA EX FIERA – Sull’audizione, sempre attraverso una nota stampa, sono intervenuti anche i consiglieri capitolini del movimento 5 Stelle: “Le scelte sino ad oggi compiute sulla Ex Fiera di Roma sono lo specchio del fallimento dei due precedenti sindaci, Veltroni ed Alemanno ed anche dell’attuale sindaco Marino – spiegano i penta-stellati – La società Fiera di Roma è in concordato. La società Investimenti S.p.a. sua controllante è letteralmente aggrappata all’ipotesi di valorizzazione dei terreni della Ex Fiera di Roma che probabilmente non sarà neppure sufficiente a coprire i debiti contratti verso il sistema bancario. Il tutto nella totale assenza di un piano industriale di rilancio della Nuova Fiera di Roma. E a pagare sono sempre i cittadini”. Il pensiero che la ‘valorizzazione’ dei terreni della ex Fiera non riescano comunque a coprire i debiti contratti fino ad oggi, è stato espresso anche da Ignazio Cozzoli: “Sorge forte il dubbio che la valorizzazione della vecchia Fiera non basti nemmeno a pagare la totalità dei debiti con Unicredit – conclude – A queste condizioni e senza nessun colpevole di quella valorizzazione non si può nemmeno iniziare a parlare”.

DALLA CITTADINANZA – Intanto i cittadini dei comitati e delle associazioni che da anni si battono contro le imponenti edificazioni previste al posto dei padiglioni della ex Fiera (Comitato Fieramente, Comitato piazza dei Navigatori, Comitato Parco Scott e Associazione Italia Nostra), hanno scritto al Segretario generale di Roma Capitale per chiedere ‘un approfondito esame della delibera’. Soprattutto dopo l’espressione di un parere negativo durante il processo partecipativo animato dall’Assessorato Capitolino alla Trasformazione Urbana: “Riteniamo opportuno informarla di avere espresso in merito alla citata delibera un parere assolutamente negativo circa sia i contenuti che le procedure seguite. Un approfondito esame della delibera, a prescindere dalle scelte urbanistiche riguardanti un’area urbana particolarmente importante e delicata, contiene, ad avviso dei sottoscritti, numerosi errori, contraddizioni, omissioni e, soprattutto, seri dubbi di legittimità e impropri riferimenti legislativi. Ciò ci indurrà – proseguono i cittadini – qualora la delibera fosse approvata, ad accogliere la richiesta della cittadinanza, manifestata direttamente nel corso dell’assemblea popolare tenuta lo scorso 22 aprile 2015, di svolgere tutte le azioni necessarie per impedire ulteriori danni urbanistici in una zona già vittima di numerosi e gravi interventi avvenuti in tempi recenti”.

LM