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Forlanini: la petizione per la riapertura raggiunge le 104mila firme

Ma rimettere in attività l’ex nosocomio è impensabile per Regione e Azienda Ospedaliera San Camillo

MONTEVERDE – Ha superato le 104mila firme la petizione online lanciata per chiedere la riapertura dell’ex ospedale Forlanini per far fronte all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus nel nostro paese. Gli ospedali rischiano il collasso, al Nord Italia la situazione è già critica, con pazienti trasferiti in altri paesi per ricevere un’assistenza che oggi i nosocomi più coinvolti non sarebbero in grado di garantire. In questo scenario drammatico da settimane si leva forte e ben distinta la voce di coloro che stanno chiedendo a gran forza la riapertura del Forlanini. L’appello, rivolto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, alla Regione Lazio e in particolare al Governatore Nicola Zingaretti (egli stesso contagiato dal Covid-19, ndr), al Sindaco di Roma, Virginia Raggi e a Domenico Arcuri, Commissario per l’emergenza Coronavirus, ha ricevuto in queste settimane risposta da parte di alcuni interpellati.

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L’APPOGGIO DI VIRGINIA RAGGI

Come già riportato dal nostro giornale, ha risposto positivamente la Sindaca Virginia Raggi che ha chiesto pubblicamente il 13 marzo scorso: “Bisogna riaprire tutti gli ospedali a Roma”, dice la Sindaca. “Negli ultimi anni sono stati chiusi diversi nosocomi storici in città, come il Forlanini o il San Giacomo. Bisogna fare il possibile per riaprirli”. Esplicito quindi il riferimento alla ripresa delle attività nell’ex nosocomio da parte della Sindaca che ha aggiunto: “La sanità pubblica va rafforzata e non penalizzata, come purtroppo si è fatto negli ultimi anni. Gli ospedali vanno aperti, non chiusi”. La prima cittadina della città, secondo quanto riportato da un articolo apparso oggi sul quotidiano Il Tempo, avrebbe inviato ieri (23 marzo ndr) insieme al Presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello de Vito, una lettera ufficiale indirizzata al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e per conoscenza al Ministro della Salute, Roberto Speranza, all’interno della quale viene fatta richiesta di “riattivare gli ospedali chiusi”. Nella lettera – sempre secondo quanto riportato dal Il Tempo – si farebbe esplicito riferimento agli ospedali Carlo Forlanini, Nuovo Regina Margherita, San Gallicano a Trastevere e San Giacomo in Augusta, chiedendo che almeno alcuni reparti di queste strutture vengano resi nuovamente efficienti per affrontare l’epidemia in corso.

LA CONTRARIETÁ DELLA REGIONE

Quella della Sindaca alla petizione online è stata giudicata una riposta “strampalata e senza senso” dall’Assessore alla Sanità, Alessio d’Amato. La Regione pochi giorni dopo (il 16 marzo ndr) ha detto la sua rispondendo alla petizione online, in un comunicato e ha usato parole molto forti: “In queste ore circola una fake news sulla possibilità di riaprire il Forlanini. Bisogna fare chiarezza, perché è una campagna di speculazione sulla pelle delle persone, soprattutto in questa fase di emergenza”. La Regione ha poi proseguito: “La verità: il Forlanini era deserto già negli anni ’90 e da allora è senza alcuna forma di manutenzione. Siamo nel 2020, stiamo parlando di una struttura degradata, fatiscente, che in molte aree sta cadendo a pezzi. Creare un reparto attrezzato in pochi giorni, per curare malati gravi, in una struttura che cade a pezzi e da ristrutturare da cima a fondo è da folli”. Insomma, stando a quanto si legge nella nota sarebbe impossibile pensare di impiegare l’enorme complesso come centro per la lotta al Covid-19. Nella capitale – si legge sempre nella risposta della Pisana alla petizione online – si è costruita in poche settimane una rete di posti letto dedicati al Covid-19 ma “questi centri dispongono di spazi adeguati e attrezzature di base pronte all’uso, senza l’esigenza di grandi opere infrastrutturali” a differenza di quanto servirebbe invece al Forlanini. “Abbiamo il dovere di aprire nuovi reparti in tempi brevissimi, come stiamo facendo, ma in strutture sanitarie che garantiscano igiene, efficacia e funzionalità perché si parla della vita di esseri umani. Le persone hanno bisogno di soluzioni concrete in 7 giorni, non di cose che si possono realizzare in 7 anni”. La nota si conclude con un attacco diretto ai sostenitori della riapertura dell’ex nosocomio: “Chi porta avanti questa campagna, quindi, ha una grave responsabilità, suscita attese e speranze, produce frustrazione quando avremmo tutti bisogno di speranza”.

IL “NO” DEL SAN CAMILLO

Anche il Collegio di Direzione dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini ha risposto alla petizione il 18 marzo: “Leggiamo in questi giorni di iniziative, mozioni e petizioni aventi ad oggetto la ‘riapertura dell’ex Ospedale Forlanini’ quale risposta all’emergenza Covid. Il lungo percorso di dismissione del Forlanini fu iniziato 12 anni fa e si concluse 5 anni or sono con il trasferimento all’Ospedale San Camillo delle ultime residuali attività assistenziali”. Già al tempo, si legge sempre nella nota “il nosocomio non rispondeva ai requisiti strutturali e organizzativi necessari per garantire l’erogazione di prestazioni ad alta complessità assistenziale quali quelle che si era chiamati a garantire in ragione del ruolo dell’azienda nell’ambito della struttura dell’offerta del SSR (Servizio Sanitario Regionale ndr)”. Per questa ragione chi in questi giorni chiede la riapertura del Forlanini “quasi non curante del grave momento che l’intero Paese sta vivendo sotto il profilo sociale, economico e soprattutto sanitario, lo fa non conoscendo quale sia lo stato attuale del Presidio, né i principi sui quali oggi si basano i progetti di realizzazione di moderni e funzionali plessi ospedalieri”. Parole molto dure quelle arrivate dai vertici dell’Ospedale che dice di ritenere “dannoso e strumentale dare spazio ad un bisogno nostalgico quale è ‘la riapertura del Forlanini’ evocando il ritorno di qualcosa che realmente non esiste”. Ricordando gli sforzi che la Regione Lazio sta compiendo in questi giorni per fronteggiare la diffusione del Coronavirus il Collegio Direttivo dell’Azienda Sanitaria San Camillo-Forlanini ha chiesto “di ampliare ‘l’investimento di responsabilità’ nei confronti del nostro Ospedale. Una struttura già nell’ordinario capace di risponde a quanto richiesto nell’ambito delle iniziative regionali di gestione emergenziale Covid, e – a fronte di investimenti finalizzati – immediatamente pronta ad ampliare e rafforzare il proprio contributo”.

Anna Paola Tortora