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Forlanini, verso la vendita?

L’iter regionale sul futuro dell’ex ospedale va avanti, a rilento e non senza polemiche

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MONTEVERDE – A oltre un anno dalla chiusura del Forlanini, l’iter per la sua riqualificazione, seppur a rilento, sembra andare avanti. A metà dicembre è stata approvata in Giunta Regionale una delibera sull’ex ospedale. Nell’atto viene sancita la variazione della classificazione del compendio nell’inventario dei beni immobili regionali: il Forlanini passa dall’essere “indisponibile” a “disponibile” (ovvero utilizzabile anche per attività non sanitarie). La delibera autorizza alla sua dismissione e fissa il valore di mercato dell’immobile a 70 milioni di euro, come da indicazione dell’Agenzia del Demanio. Immediate sono state le critiche del Consigliere regionale Fabrizio Santori (Fdi) che ha parlato di “svendita”, mentre la Regione ha precisato che la delibera “ha dato seguito al progetto di valorizzazione dell’ex ospedale. L’atto – si legge – è stato un passaggio necessario per poter fissare il prezzo e poter procedere, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, all’individuazione di un interlocutore interessato”, che sarà comunque, assicurano, “un’istituzione pubblica”. Resterebbe in piedi, quindi, “il progetto che prevede la realizzazione della Cittadella della Pubblica amministrazione e dei servizi per il cittadino” che dovrà sorgere all’interno dell’area.

VENDITA O NON VENDITA? – Nonostante la nota regionale escluda l’ingresso di privati all’interno della struttura, non è chiaro, però, se il Forlanini verrà venduto o meno. Per comprendere meglio le intenzioni e il significato della delibera, abbiamo interpellato l’Assessorato al Bilancio regionale, dal quale spiegano che la nuova categorizzazione del bene non fa altro che eliminare il vincolo del suo utilizzo esclusivo come struttura sanitaria. L’obiettivo è valorizzare tutti i beni di proprietà regionale, tra cui l’ex ospedale, “procedendo ad una serie di valutazioni in merito al suo futuro”. La Regione quindi, nell’ambito del perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, starebbe vagliando tutte le alternative possibili per ottimizzare la resa del bene. “Valorizzare la struttura, tutelando e mantenendone l’interesse pubblico” è prioritario, e assicurano: “Verranno coinvolte istituzioni, nel massimo della trasparenza”. Il Forlanini dunque potrebbe essere venduto, sì, ma solo ad un soggetto pubblico, si ribadisce, anche se quella della vendita non sembrerebbe essere l’unica alternativa sul piatto della bilancia: “Se questa si rivelerà l’opzione migliore allora si procederà in questa direzione ma non è escluso che venga scelta un’altra strada, come quella dell’affitto”. La Regione ha assicurato che l’impegno sul tema è massimo. La soluzione finale – secondo quanto riferito – sembrerebbe essere prossima.

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IL FUTURO DEL FORLANINI – Sulla questione è intervenuto il Consigliere regionale Riccardo Agostini (Pd): “La delibera è un semplice atto amministrativo che conferisce all’area una destinazione e un valore economico, il che consente di inserire il bene nel bilancio del Demanio regionale e metterlo a reddito. Non si tratta della vendita degli immobili e dell’area, quanto meno non a soggetti privati, ma di una disponibilità verso le varie ipotesi di utilizzo pubblico dell’ex ospedale – dal campus universitario alla stazione dei carabinieri di Monteverde, da alcuni uffici regionali o comunque pubblici, a un incubatore di imprese – che permetterà di sottrarli al degrado attuale”. Anche Nicola Zingaretti lo scorso mese ha parlato del Forlanini. Il Presidente della Regione ha ribadito l’intenzione di mantenere pubblica la struttura, non facendo mistero però dell’impossibilità da parte dell’Amministrazione di prendere in carico la sua ristrutturazione: “Prende corpo il progetto della Città pubblica e dei servizi al cittadino”, con lo scopo “di trovare un interlocutore che investa, perché noi quella somma non l’abbiamo, per mettere all’interno dell’ex ospedale sedi della pubblica amministrazione e servizi pubblici. L’obiettivo è non svenderlo, non regalarlo e non abbandonarlo, ma trovare un soggetto pubblico che si faccia garante di un investimento da 250 milioni. Fermare tutto significherebbe condannare il Forlanini a rimanere quello che è: un luogo abbandonato al degrado”.

LE ACCUSE – Ma affermare che il bene resti pubblico e che non verrà venduto a privati, incalza Santori, “è assolutamente falso”. La delibera, per il Consigliere, parlerebbe chiaro: “L’ex ospedale viene messo sul mercato alla misera cifra di 250 euro al metro quadro”. Santori ha per questo annunciato un ricorso alla Procura di Roma. “Quella che viene sbandierata come un’operazione di trasparenza e razionalizzazione dei servizi – seguita– passerà alla storia come una delle peggiori speculazioni della nostra città. È necessario verificare la legittimità dell’intera procedura che conduce alla dismissione del Forlanini, onde evitare qualsiasi forma di svalutazione e speculazione”. Parlare di “dismissione” significa “collocare il bene sul mercato e venderlo al prezzo stabilito dall’Agenzia del Demanio. Se un’Amministrazione ha intenzione di interloquire solo con soggetti pubblici – conclude Santori – questo sarebbe specificato nell’atto mentre non è esplicitato in nessun punto della delibera”.

DAL CONSIGLIO REGIONALE – Ma proprio per “evitare equivoci sulla reale volontà espressa dalla Regione”, si legge in un ordine del giorno presentato in collegamento alla legge di stabilità, approvata il 31 dicembre scorso, che vede come primo firmatario il Consigliere Fabio Bellini, “il Consiglio regionale impegna Presidente e Assessore competente a predisporre tutte le misure e gli atti necessari a garantire il permanere del carattere pubblico del compendio immobiliare” e, si legge, a “scongiurare ogni ipotesi volta destinare la struttura a forme di speculazione fondiaria e privata”, anche considerando l’ipotesi di integrare in questo senso la delibera in merito. Ben diversa è l’intenzione espressa nell’odg presentato da Fratelli d’Italia e il M5S, i quali chiedono che la stessa delibera sia revocata, di garantire “che parte dell’ex complesso ospedaliero venga adibito a finalità sociosanitarie e che tutte le operazioni di gestione del patrimonio immobiliare della Regione, incluse le riclassificazioni nell’inventario dei beni immobili regionali, rientrino anche nell’ambito delle competenze del Consiglio regionale e siano quindi frutto di concertazione tra Giunta e Consiglio”. “Abbiamo firmato l’odg – ci ha spiegato Gianluca Perilli, Consigliere in Regione del M5S – perché la delibera è poco chiara e crediamo debba essere ritirata. Non c’è alcun riferimento alla destinazione pubblica del Forlanini al suo interno, né a un suo futuro come struttura sociosanitaria, almeno in parte. Crediamo che valorizzare l’ex ospedale non significhi per forza passare attraverso la dismissione. Non sappiamo poi quale criterio sia stato impiegato per la stima del valore della struttura. Stiamo valutando gli estremi per un eventuale ricorso al TAR”.

 Anna Paola Tortora

Tratto da Urlo n.142 gennaio 2017