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Laurentina, Maximo: tutti contrari all’apertura

Mancano le opere pubbliche, così diffide e mozioni mettono a rischio l'apertura del nuovo centro commerciale prevista per fine ottobre

Tratto da Urlo n.183 Ottobre 2020

LAURENTINA – La data di apertura del nuovo centro commerciale Maximo su via Laurentina è stata fissata al 29 ottobre. Nonostante l’annuncio e il fatto che molti dei negozi stiano già allestendo i loro spazi, sull’apertura del Centro Commerciale nelle ultime settimane si sono addensati non pochi dubbi. Si parla di una superficie di 60mila mq con circa 170 negozi. Tra i marchi pronti a trasferirsi a Laurentina anche molte catene internazionali come Decathlon e Primark (con 7mila metri quadrati), una palestra McFit (2100 mq), un supermercato e un UCI Cinema. A quanto si apprende sono già state effettuate diverse centinaia di assunzioni, con il centro che, nel suo complesso, dovrebbe portare circa 2.000 nuovi posti di lavoro.

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MANCANO LE OPERE PUBBLICHE

A far slittare l’apertura potrebbero essere le opere pubbliche, o meglio, la loro mancanza. Oltre alla passerella pedonale su via Laurentina, sul tavolo ci sarebbero anche diversi locali destinati al Comune, nei quali avrebbe trovato posto la nuova sede del Municipio IX. Ulteriore opera, ma non ultima, sotto osservazione è la piazza pubblica all’esterno del centro (15mila metri quadrati) che sarebbe completata solo al 70%. La vicenda è stata oggetto di una lunga commissione Trasparenza in Campidoglio, dove il Dipartimento Urbanistica ha chiarito alcuni importanti punti. In primis la durata di altri 5 anni della Convenzione, che quindi darà ai privati tutto il tempo per realizzare quanto manca. Dal Dipartimento sono stati poi chiariti i motivi dello stralcio dalla Convenzione della passerella pedonale sulla Laurentina (non degli oneri), avvenuto per realizzare il Corridoio della Mobilità. Intanto secondo il Dipartimento per aprire resta l’obbligo (fase 1 della convenzione) di costruire la piazza (nella sua interezza) e i parcheggi, successivamente si dovrà realizzare la nuova sede del Municipio. Al momento sull’apertura pende quindi la diffida del Dipartimento e la comunicazione a tutti gli uffici competenti di non rilasciare permessi e dichiarazioni di agibilità.

DAI CITTADINI DEL LAURENTINO

I cittadini del Consiglio di Quartiere Laurentino-Fonte-Ostiense hanno sottolineato come questo intervento non stia lasciando nulla al quadrante, creando invece (probabilmente) non poche criticità a livello di traffico e mobilità. “Ci siamo opposti fin dall’inizio, anche per la presenza di Euroma2 – ha detto Maurizio Filipponi, del CdQ, durante la riunione della Commissione trasparenza – Abbiamo guardato all’intervento solo in funzione dei 20 milioni di opere pubbliche, che però non ci sono. A questo punto i fondi vanno comunque destinati al quartiere”. Per i cittadini resta centrale l’assenza della passerella pedonale, così come la piazza ancora incompleta. Mentre per ciò che riguarda la sede del Municipio, dal CdQ tornano a spiegare come sia importante che l’istituzione resti nel quartiere, senza dimenticare che la nuova sede sarebbe già dovuta essere pronta da tempo: “Quanti affitti passivi avrebbe incamerato Roma Capitale? – si chiede Alberto Voci dal CdQ – E chi si accolla ora il danno erariale?”.

MOZIONI E DIFFIDE

Oltre alla già citata diffida arrivata dagli uffici capitolini, negli ultimi giorni sono stati i legali di Euroma2 a chiedere all’amministrazione di impedire l’apertura per il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nella Convenzione urbanistica. Come se non bastasse in Aula Giulio Cesare è stata votata all’unanimità una mozione delle forze di minoranza che, come dichiara il capogruppo del Pd, Giulio Pelonzi, “chiede di vigilare e diffidare il dipartimento a dare l’autorizzazione ad aprire. A Roma non si possono aprire cubature commerciali se non vengono fatte prima le opere pubbliche che le giustificano, su questo non possiamo arretrare di un centimetro”. Il testo della mozione, firmato anche da De Priamo (Fdi), Celli (Lista Civica), Fassina (Sinistra X Roma) e Grancio (Misto), è chiaro e chiede all’assessore Cafarotti di avviare una ricognizione tecnico amministrativa per verificare la correttezza di tutti gli atti amministrativi. Naturalmente la mozione prevede anche che si sospendano tutte le autorizzazioni. Lo stesso Andrea De Priamo in commissione Trasparenza ha commentato: “La struttura non può aprire se non si garantisce che i fondi vadano sul quartiere. Se la passerella non è realizzabile, deve essere sostituita con altra opera di collegamento – e ancora – non è accettabile che apra il centro commerciale senza fare le opere pubbliche”.

DAL MUNICIPIO IX

Anche a via Silone, come in Campidoglio, tutte le forze politiche sembrano allineate nel non permettere che si passi sopra la mancata realizzazione delle opere pubbliche sul quadrante. Si è detto preoccupato il Presidente Dario D’Innocenti, rimarcando che questo progetto a lui non è mai piaciuto: “Una entità avulsa dalla realtà del territorio. Per integrarlo con i quartieri andava interrata la Laurentina – afferma – allora il centro sarebbe stato un servizio per un quartiere trascurato da troppo tempo. Inoltre – aggiunge – Sono preoccupato per la viabilità, e sarà anche difficile raggiungerlo se non in macchina, una cosa assurda”. La preoccupazione espressa dal consigliere Pd, Manuel Gagliardi, riguarda il futuro del quadrante: “Ho paura che queste opere non si vedranno mai – afferma –  Rimaniamo con un grande incompiuto, che invece porterà traffico e un impatto negativo sul tessuto commerciale locale”. Da questo punto di vista il consigliere 5Stelle e presidente della commissione Commercio, Filippo Massimo Errico, ha sottolineato come “sia un peccato ritardare l’indotto lavorativo che queste opere porteranno, ma le regole ci sono e vanno rispettate”. Per il consigliere del Misto, Paolo Mancuso, presidente della commissione Urbanistica, il timore è che “alla fine di ottobre si riesca comunque ad aprire anche senza le opere pubbliche: io voglio stare dalla parte dei cittadini del Laurentino, che in un piano di recupero urbano hanno visto solo gli interventi privati”. Intanto in queste ore sono stati richiesi dal consigliere Pd, Alessandro Lepidini, una serie di accessi agli atti per fugare ogni dubbio sulla vicenda: “La mia posizione è ferma – spiega – si apre quando ci sono le opere pubbliche. Non ci si può ritrovare ad un mese dall’aperura in questo modo: qualcosa nel controllo non ha funzionato. Il centro potrà aprire solo con le opere pubbliche necessarie a riqualificare il quartiere. Altrimenti è una sconfitta per tutta la città, è un saccheggio ai danni dei cittadini”.

Leonardo Mancini