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Piazza dei Navigatori: dal Comune si punta a recuperare 30 milioni tra opere pubbliche e fondi

Montuori: “Entro sei mesi una nuova convenzione che definirà nel dettaglio le modalità”. La replica dell’opposizione municipale, Catarci: “Perchè non si sceglie la via più sicura rivalendosi su quanto costruito?”

hotel costantino bonifica

 

LA CONVENZIONE – A ridosso della scadenza della Convenzione per gli interventi urbanistici su piazza dei Navigatori e viale Giustiniano Imperatore, il Comune di Roma punta a recuperare opere pubbliche e risorse economiche. È il sito del Campidoglio a dare la notizia della delibera di Giunta Capitolina approvata sul “Piano di assetto e di riqualificazione urbana degli ambiti di piazza dei Navigatori e viale Giustiniano Imperatore”. La convenzione, come molti cittadini ricorderanno, contiene l’edificazione dei palazzi di piazza dei Navigatori (compreso il terzo edificio ancora da realizzare) e l’hotel mai completato in via Costantino. Ma assieme a queste edificazioni private, il territorio avrebbe guadagnato circa 21 milioni di euro in opere pubbliche per migliorare la viabilità del quadrante e colmare la mancanza di alcuni servizi. Purtroppo tutto questo non è avvenuto, gli edifici sono stati realizzati (in parte) ma delle opere pubbliche nemmeno l’ombra.

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LA DELIBERA DI GIUNTA – Il provvedimento, si legge nella nota diffusa dal Campidoglio, obbliga le società a sottoscrivere entro sei mesi una serie di atti per adempiere agli obblighi previsti nella convenzione urbanistica. “Da un lato – leggiamo – si garantisce la realizzazione di una parte delle opere previste nel quadrante (per circa 14 milioni di euro) e, dall’altro, il pagamento in denaro della parte di opere che non saranno realizzate (i restanti 16 milioni di euro). Inoltre la delibera dà mandato agli uffici competenti di avviare il procedimento per la progettazione delle opere di urbanizzazione ineludibili per la sostenibilità urbanistica dell’intero ambito convenzionale”.

DAL CAMPIDOGLIO – A prendere parola su questo travagliato iter è in primis l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori: “A seguito di una vicenda lunga e complessa, siamo giunti a un accordo che permette di recuperare un importo complessivo pari a oltre 30 milioni di euro – spiega l’assessore – che altrimenti l’amministrazione capitolina avrebbe rischiato di perdere. Il percorso prevede, attraverso un atto già allegato alla presente delibera, che le società che avevano stipulato le precedenti convenzioni si impegnino a sottoscrivere entro sei mesi una nuova convenzione che definirà nel dettaglio le modalità di realizzazione delle opere necessarie”. Per l’impiego delle risorse versate si cercherà di rispettare il vincolo territoriale, così come la partecipazione della cittadinanza: “Oltre al completamento delle opere di urbanizzazione strettamente necessarie – precisa l’assessore al Bilancio e Patrimonio, Andrea Mazzillo – viene così imposto ai proponenti il versamento a Roma Capitale di 16 milioni di euro per quelle che non potranno più realizzare: tali somme saranno vincolate dall’amministrazione alla riqualificazione di quella stessa area, che verrà così dotata di tutte le infrastrutture urbane di cui ha bisogno. Questo avverrà attraverso un percorso partecipato che terrà conto anche delle mutate esigenze del territorio”.

LE DOMANDE DELL’OPPOSIZIONE – In Municipio VIII dai banchi dell’opposizione è il consigliere di Sinistra, Andrea Catarci, a replicare su quanto affermato dal Campidoglio. L’ex minisindaco pone infatti alcune domande che lasciano sottintendere la distanza tra quanto proposto da Catarci (in ultima battuta con un atto protocollato appena due giorni fa) e quello che il Comune sta cercando di ottenere: “Cosa lascia intendere agli Assessori che questa volta gli imprenditori, di cui alcuni in fallimento, faranno le opere e verseranno soldi nelle casse comunali? –si chiede Catarci – Non è che si intende autorizzare il terzo palazzo ancora da costruire per sbloccare la situazione? E non è che si intende farlo addirittura prima di vedere opere pubbliche e soldi per la città? – e ancora – Perchè non si fa rispettare la sentenza del Consiglio di Stato liberando dagli occupanti abusivi il palazzo dove ha sede una società della Confcommercio? Perchè non si procede alla rescissione in danno della Convenzione urbanistica, visto che è stata calpestata completamente dalla parte imprenditoriale? – ma soprattutto – Perchè non si sceglie la via più sicura per garantire l’interesse pubblico, cioè quella di rivalersi del torto subito dalla città acquisendo a patrimonio comunale l’unica cosa certa che c’è in questa operazione, cioè gli edifici costruiti?”.

Leonardo Mancini