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Olimpiadi 2020: Monti dice “no”

La decisione di Monti è definitiva, la capitale non presenterà la canidatura alle Olimpiadi del 2020. Immediate le reazioni del mondo politico. Delusione di Alemanno, Polverini, Zingaretti e Petrucci

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È arrivato il no definitivo alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Il premier Mario Monti ieri ha incontrato il Sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno e ha comunicato la sua decisione definitiva: dopo una valutazione “sofferta” il capo del Governo ha comunicato la sua conclusione adducendo varie motivazioni alla decisione di non ospitare i Giochi Olimpici nella capitale. Una spesa economica troppo gravosa per un popolo che sta vivendo una profonda crisi e che si troverà a dover affrontare sacrifici per riuscire a superare le conseguenze del debito pubblico del paese. Imprevedibili infatti i costi – sostiene Monti – e il Governo ha preferito non rischiare di gravare ulteriormente sulle già fragili finanze pubbliche. Non ha avuto la meglio quindi la corrente di pensiero sostenitrice dell’idea che ospitare i giochi olimpici avrebbe potuto aiutare il rilancio dell’economia del paese: l’esempio del tracollo finanziario della Grecia – causato anche dalle ingenti spese in occasione delle Olimpiadi di Atene del 2004 – si è aggiunto alle motivazioni che hanno portato il premier a optare per il no.
Immediate e numerose le reazioni del mondo politico e dello sport.

Delusione è stata espressa da Gianni Alemanno nei confronti di una scelta che il sindaco di Roma Capitale sostiene di non condividere nonostante rispetti: “Prendiamo atto della decisione del Governo di non sostenere la candidatura di Roma come sede dei XXIII Giochi olimpici e paralimpici del 2020. Il presidente Monti, incontrando i vertici del Comitato promotore, ha espresso un grande apprezzamento per il nostro progetto, ma nel contempo una forte preoccupazione per il rischio di esporre l’Italia sul versante finanziario. Io rispetto queste considerazioni ma non le condivido. Rinunciare ad una candidatura vincente, sostenuta da un progetto di ottimo livello tecnico e di grande sobrietà economica, significa non scommettere sul futuro dell’Italia.”
Il sindaco ha poi ringraziata la città e tutti coloro che fino all’ultimo hanno sostenuto il sogno di partecipare alle Olimpiadi 2020, a partire dal Comitato Promotore e i suoi presidenti Gianni Letta e Mario Pescante fino al Coni e Gianni Petrucci, presidente dell’Ente.

Quest’ultimo ha commentato così il rifiuto della candidatura: “E’ svanito un sogno. Il progetto era serio e credibile, con conti ben fatti. In due anni non abbiamo fatto nulla di strano e di diverso rispetto a quanto il governo italiano ci aveva chiesto: il compito è stato perfetto, il voto non è stato degno”. Il presidente del Coni smentisce comunque la sua intenzione di dimettersi e conferma la sua presenza alla guida dell’Ente per il restante anno che manca alla conclusione del suo mandato. Anche da parte del sindaco Alemanno un “no” secco di fronte alla domanda di chi chiedeva se avesse intenzione di dimettersi successivamente alla mancata candidatura della città alle Olimpiadi: “Assolutamente no, mi dispiace deludere gli oppositori” ha sostenuto il primo cittadino di Roma.

“Ci voleva più coraggio”: così commenta l’epilogo della ‘questione Olimpiadi’ Renata Polverini, presidente della Regione Lazio. “Dal governo Monti è arrivato un segnale deludente. Ci saremmo aspettati più coraggio come quello dimostrato dalle istituzioni, dalle forze politiche, dalle tante associazioni, dai sostenitori del mondo dello sport e della cultura che in questi mesi hanno sostenuto con forza la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Monti – seguita la presidente – ha riconosciuto la bontà del progetto ma forse ha preferito guardare al ‘modello Atene’ piuttosto che all’esempio ‘Barcellona’, una città che ha saputo utilizzare l’opportunità dei giochi olimpici per affermarsi nel mondo. Oggi si è deciso di abbandonare la nave senza nemmeno tentare di tracciare una rotta più sicura: o il governo non riesce a vedere lontano, oppure non crede che i sacrifici che oggi chiede agli italiani possano portare sviluppo nei prossimi anni”.

Delusione è stata manifestata anche dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che dice: “Comprendo lo spirito della decisione del governo Monti, in un momento di estrema difficoltà economica del Paese. Resta comunque in noi l’amarezza perché si poteva perseguire il sogno olimpico senza sprechi e con investimenti che, se ben gestiti, avrebbero portato opportunità e lustro al Paese. Ora bisogna voltare pagina in fretta perché Roma e l’Italia possano avere in futuro altre opportunità per essere la vetrina, anche sportiva, del mondo. Mi dispiace in modo particolare per tutto il mondo sportivo italiano che avrebbe avuto nei Giochi Olimpici e Paralimpici di Roma un volano ancora più importante per continuare ad affermarsi e primeggiare a livello internazionale”.

 

Anna Paola Tortora