ROMA – Con lo stop al Piano Paesistico regionale, decretato dalla sentenza del Tar del Lazio, le critiche all’operato della Regione Lazio non sono mancate, soprattutto perché, a pesare su questa bocciatura, ci sarebbe il mancato coinvolgimento del Mibact (che ha presentato il ricorso ai giudici amministrativi).
UN NUOVO PIANO IN ARRIVO
Anche se è la stessa Regione ad assicurare che un’intesa con il Ministero è arrivata già in estate, e che il nuovo testo è già all’esame del Consiglio Regionale, le critiche non si sono placate. Soprattutto a causa della possibilità che questo ritardo si ripercuota su investimenti e previsioni ad esempio nel settore urbanistico e delle costruzioni.
UNA SCONFITTA ECONOMICA E AMBIENTALE
Difficile la situazione anche sul panorama romano, dove la bocciatura del pano non può non avere delle ripercussioni. È il consigliere capitolino di Fdi, Andrea De Priamo, a sottolineare come questo risultato sia un doppio fallimento, dal punto di vista economico e ambientale: “Zingaretti ha fatto un piano paesistico autoreferenziale ignorando il confronto con le realtà del territorio e rinviando ad una fase successiva la definizione di alcuni aspetti nonostante Fdi avesse evidenziato l’errore di fare un piano monco e facilmente impugnabile – afferma il consigliere De Priamo – La bocciatura del piano, puntualmente avvenuta, rappresenta ora un fallimento che grava sugli investimenti in particolare della Capitale ma scontenta anche il mondo ambientalista ancora una volta illuso inutilmente”.
Red