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Ponte Malnome come sito per la trasferenza dei rifiuti, critiche dalle opposizioni

Il sito sarà utilizzato per 180 giorni, ma c'è preoccupazione per il ritorno dei rifiuti nella Valle Galeria

RIFIUTI – La parola del giorno è ‘trasferenza’. Con questo termine la Giunta comunale ha dato il via libera all’arrivo, limitato nel tempo, dei rifiuti a Ponte Malnome nella valle Galeria. L’area, già martoriata dalla presenza di Malagrotta, è stata in passato oggetto di forti proteste da parte della cittadinanza e della politica locale, proprio per assicurare che su quel territorio non sarebbero arrivati nuovi rifiuti. Ma ora dopo il rogo dell’impianto di trattamento meccanico biologico di via Salaria la situazione sembra essere cambiata.

LA TRASFERENZA – Se con l’accordo con la Rida Ambiente e il prolungamento di quello con la Regione Abruzzo, si è detta scongiurata l’emergenza, il sito di Ponte Malnome è stato comunque indicato come luogo di ‘trasferenza’ dei rifiuti. È infatti una memoria di Giunta ad impegnare l’Ama ad “impiegare immediatamente l’area di Ponte Malnome per la trasferenza dei rifiuti precedentemente effettuata presso l’impianto TMB Salario – si legge in una nota del Campidoglio – e ad individuare altre aree che consentano una logistica ottimizzata nelle operazioni di raccolta e trasferimento dei rifiuti di Roma agli impianti di trattamento”.

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PONTE MALNOME – È sempre il Campidoglio a spiegare che sull’area di Ponte Malnome arriveranno rifiuti per soli 180 giorni (non derogabili). Un quantitativo giornaliero medio di circa 300 tonnellate, che a sera verranno comunque portate via dall’area. Inoltre “entro 6 mesi Ama dovrà mettere in esercizio almeno un’area alternativa”. Intanto l’Ama ha cercato di rassicurare, spiegando che “Il punto logistico non sarà assolutamente utilizzato come sito di stoccaggio, ma solo per attività di scarico e carico immediato su altri mezzi, che devono raggiungere velocemente gli impianti di trattamento di destinazione – inoltre – ogni sera l’area sarà libera di rifiuti e completamente ripulita con lavaggi ad hoc”.

I PROSSIMI PASSI – Stando a quanto riferito dal Campidoglio questa memoria di Giunta avrebbe il merito di accelerare il processo di riorganizzazione dell’azienda, infatti “Impegna la municipalizzata a mettere in esercizio, entro un anno, almeno un’area di trasferenza per ciascuno dei quattro quadranti in cui è divisa operativamente la città, ed entro due anni a realizzare l’intero sistema integrato delle aree di trasferenza secondo bacini costituiti al massimo da 300.000 abitanti”. Inoltre dovrebbe prendere vita una cabina di regia composta dagli assessorati municipali e comunali, assieme alla presidenza della commissione Ambiente capitolina, per controllare i servizi svolti da Ama nel sito di Ponte Malnome.

LE CRITICHE – Dai territori del Municipio XI e XII non sono mancate le critiche a questa misura disposta dal Campidoglio. “Fino a 300 tonnellate al giorno di rifiuti tornano nella Valle Galeria nel sito di Ponte Malnome – ha commentato il consigliere Pd ed ex minisindaco in Municipio XI, Maurizio Veloccia – Scrivono un temine tecnico “per operazioni di trasferenza” ma in realtà, viste le criticità a smaltire i rifiuti, sarà una sorta di stoccaggio. Avevano promesso la differenziata all’80%, rifiuti Zero, tariffa puntuale ed invece riportano la monneźza dove noi l’avevano tolta, chiudendo Malagrotta”. Sempre dal Pd locale il consigliere Angelo Vastola ricorda il documento votato in Municipio nel 2017: “Il Municipio XI e la Valle Galeria non possono essere ancora presi in giro. Basta impianti, basta stoccaggio, basta tir che percorrono le nostre strade già disastrate. Lo avevamo chiesto e votato all’unanimità a giugno del 2017 adesso la Sindaca e il Presidente di Municipio devono mantenere la promessa fatta e sottoscritta da tutti”. Altre critiche arrivano dalla Lega, con i consiglieri Daniele Catalano (Municipio XI) e Giovanni Picone (Municipio XII), assieme all’ex consigliere regionale Fabrizio Santori: “La Valle Galeria è costretta nuovamente a pagare dazio all’emergenza rifiuti della Capitale. Il rischio è che la scelta del sito di Ponte Malnome possa rappresentare un nuovo apripista per far tornare i rifiuti in pianta stabile – affermano gli esponenti del carroccio – Bisogna impedire in tutti i modi che questo territorio venga nuovamente violentato per risolvere un’emergenza figlia dell’immobilismo della Raggi rispetto al piano rifiuti”.

Leonardo Mancini