Ma intanto i comitati danno battaglia con denunce e diffide al Comune.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 26 marzo scorso, all’ordine del giorno è stata presentata la discussione sull’approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), che da febbraio del 2011 continua a far parlare di sé. Sull’approvazione del Piano è intervenuto Davide Bordoni, Assessore alle Attività Produttive di Roma Capitale: “Il PRIP arriverà presto in assemblea capitolina, aspettiamo fiduciosi la discussione e la presentazione degli emendamenti in fase collegiale – continua Bordoni – saremo felici di portare avanti un dialogo bipartisan su un argomento importante per il decoro della città e la sicurezza dei cittadini”. La discussione che si delinea è però tutt’altro che pacifica, soprattutto con i comitati cittadini che promettono battaglia. Negli ultimi giorni si sono susseguite dichiarazioni contrastanti: da una parte Roma Capitale che dichiara il successo delle operazioni di rimozione degli impianti abusivi, mentre dall’altra le associazioni segnalano nuovi abusi. I numeri sulle rimozioni sono stati presentati da Bordoni al Sindaco Alemanno, in occasione di un sopralluogo in Corso Francia. Gli impianti rimossi annualmente da Roma Capitale si aggirerebbero attorno alle 4.000 unità, mentre sarebbero circa 5.000 le denunce comminate dalla Polizia Locale nei confronti di società impegnate nell’abusivismo. Sempre secondo i dati sarebbero 7 le società pubblicitarie verso cui è stato adottato provvedimento dirigenziale di annullamento dalla Nuova Banca Dati, mentre altri 13 procedimenti sarebbero tutt’ora in corso. La dichiarazione di decadenza dalla Banca Dati sarebbe invece arrivata nel 2011 per 1.005 impianti, a fronte dei 412 dell’anno precedente. Anche sul fronte del recupero degli importi dovuti a Roma Capitale sono stati avviati 1.601 procedimenti. Questi dati continuano a non convincere se guardiamo ai numeri incredibili della cartellonistica abusiva. Molte delle associazioni e dei comitati cittadini che da anni si occupano di abusivismo non ritengono che il piano di prossima approvazione sia lo strumento utile a contrastare il fenomeno. Persino i “pareri” sul PRIP presentati lo scorso aprile dai Municipi hanno generato opinioni negative nella maggioranza dei casi. “Nonostante questo – continua Bordoni – i Vigili Urbani del Nucleo Affissioni sono già intervenuti per le rimozioni di alcuni impianti pericolosi e hanno già pronta una nuova lista di cartelloni da eliminare. Su via Tuscolana sono stati rimossi tutti gli impianti presenti negli spartitraffico; su via Cristoforo Colombo è stata fatta la stessa opera di bonifica dei cartelloni nell’area del XIII Municipio e nel tratto che va dal Palalottomatica a via dell’Oceano Atlantico”. Proprio in relazione alle rimozioni su questo tratto di strada è intervenuto il Presidente del Municipio XII Pasquale Calzetta: “Oggi sono stati rimossi cartelli che erano abusivamente lì da 25 anni, non è soltanto una questione di decoro, ma anche di tutela della sicurezza dei cittadini, perché questi impianti sorgevano senza regolamentazione in punti pericolosi lungo una strada ad alto scorrimento”. A non essere soddisfatto è il Presidente del Municipio XI, Andrea Catarci: “Nonostante da tempo si parli di regolamentazioni in questa città continua lo scempio quotidiano. A fronte di 10 cartelloni rimossi per apparire sui giornali ne appaiono altri 100 di cui in pochi parlano. Non si fanno sperimentazioni alternative della pubblicità come quella del Municipio XI con i monitor a messaggio variabile. Possono essere soluzioni sostitutive e regolamentatrici dello spazio urbano. Il nostro bando sperimentale ha subito il boicottaggio da parte del mondo pubblicitario, proprio a causa della possibilità regolamentatrice di questo progetto”. È stato anche istituito, nonostante sia ancora in via di calendarizzazione, un tavolo per il corretto uso delle affissioni del circuito politico-sindacale. “Si chiederà di adottare un comportamento decoroso – conclude Bordoni – e di utilizzare gli spazi disponibili per questo specifico tipo di affissioni”. Ma le associazioni di cittadini hanno promesso battaglia e il primo scontro è arrivato il 21 marzo scorso, quando l’Associazione Bastacartelloni Francesco Fiori, La Fondazione Francesco Guccione, Cittadinanza Attiva Lazio, l’Associazione Disabili visivi e l’IICA (Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente), hanno presentato al Tribunale Ordinario di Roma “una denuncia penale nei confronti del Sindaco, Gianni Alemanno, dell’Assessore alle Attività Produttive, Davide Bordoni, del Direttore pro-tempore dell’Ufficio Servizio Affissioni Pubblicità del Comune di Roma, per il reato di omissione di atti di ufficio, nonché nei confronti di tutti coloro che si sono resi responsabili a qualunque titolo anche per il reato di collocamento pericoloso di cose e di ogni altro reato che il Tribunale ravviserà nei fatti esposti”, come dichiarano le associazioni in una nota. Le motivazioni della denuncia riguardano la pericolosità di questi impianti, spesso installati in deroga al codice della strada. “Dopo la morte di due ragazzi nel novembre 2011 e gli altri ferimenti ad incidenti mortali, avevamo chiesto la rimozione immediata – a spese delle ditte che li hanno installati e senza uso di denaro pubblico – di tutti gli impianti installati in violazione del Codice della Strada” spiegano le associazioni, che inoltre hanno indirizzato una lettera ai consiglieri di Roma Capitale in cui chiedono una soluzione efficace al problema dell’abusivismo pubblicitario, con l’approvazione “di un Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari che faccia tabula rasa della situazione esistente”. La risposta a queste denunce è arrivata dall’Assessore Bordoni in una nota del 24 marzo scorso: “Nessuna omissione di atti d’ufficio né inazione da parte dell’amministrazione centrale. Sul fronte delle affissioni il lavoro prosegue come sempre, sul doppio binario amministrativo e operativo. Da una parte, infatti, continuano le rimozioni; dall’altra la macchina amministrativa procede operando anche su segnalazione delle associazioni cittadine e ambientaliste”. Ma il popolo dei contrari al Piano non demorde e, oltre ad organizzarsi in comitati e associazioni, continua a proporre alternative alla mancanza di regolamentazione: “Bisogna dare ai Municipi la possibilità di gestire questo settore. Se realmente diventeremo ‘comuni urbani’ dobbiamo imparare a gestire la nostra politica delle entrate – conclude Andrea Catarci – bisogna dare la possibilità di fare un bando e scegliere un operatore, che si occuperà della bonifica e di un piano ragionevole. Alla fine si chieda il conto ai Municipi, per vedere se la gestione è stata trasparente e proficua”. Aspettiamo ora la discussione sugli emendamenti al PRIP che potrebbero, speriamo, migliorare il piano regolatore.
Leonardo Mancini