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Pronto Soccorso ospedalieri: diverse situazioni in emergenza

Cto chiuso, S. Eugenio in ristrutturazione e scandali al S. Camillo: qual è la situazione dei reparti d’emergenza del quadrante Sud-Ovest della città?

ROMA SUD – Piano di rientro sanitario, blocco del turn over, tagli ai fondi, ai posti letto e chi più ne ha più ne metta. Poco rosea la situazione in cui versano gli ospedali della Capitale, alle prese con problematiche di ordine economico e conseguenti disagi per lavoratori e per i cittadini, spesso i più penalizzati da una politica sanitaria destinataria di molte critiche. Ma qual è la reale situazione in cui versano i nosocomi di Roma e più in particolare i loro pronto soccorso? Successivamente alla diffusione di immagini shock nello scorso mese relative a pazienti soccorsi direttamente sul pavimento del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Camillo, la Procura ha aperto un’indagine e nel mirino sono finiti tutti i reparti di emergenza della Capitale. Il discorso non suona nuovo purtroppo: ciclicamente infatti ormai siamo stati abituati a trovar sbattute in prima pagina le maggiori aziende sanitarie della città per disservizi causati dalla carenza di posti letto, le lunghissime file d’attesa e la mancanza di personale.
Nota la situazione in cui versa il Cto, destinato a diventare un polo specialistico ortopedico e il cui Pronto Soccorso ormai da un anno non è più meta di ambulanze. Ad oggi l’ospedale è attrezzato per ricevere solo codici bianchi o verdi, pazienti insomma che non necessitano di un intervento immediato. Al Cto i mezzi di soccorso dell’Ares non arrivano più: le emergenze vengono dirottate al Sant’Eugenio o al San Giovanni. “La chiusura del Pronto Soccorso del Cto sta creando danni non solo alla popolazione del Municipio XI – sostiene Antonio Bertolini (Pd), Consigliere delegato alla Sanità del Municipio XI – ma anche alla città visto il sovraffollamento degli altri Ps residui e non tagliati dal ragionieristico Piano di Rientro Regionale”. Attualmente, seguita Bertolini, “grazie alle lotte del Municipio XI siamo riusciti comunque a realizzare un Punto di Primo Intervento che permette alla popolazione, che vi afferisce con mezzi propri, di avere una risposta efficace h24 per le patologie meno impegnative. Al Cto, infatti, non arrivano più i mezzi di soccorso Ares, che portano invece i pazienti negli altri ospedali sempre più lontani, vista la ristrutturazione del Pronto Soccorso del S. Eugenio, che ne limita la recettività. Pazienti spesso anziani, costretti ad estenuanti ore di attesa, nonostante la encomiabile azione del personale medico e paramedico. Se non si assumono nuove risorse umane dedicate ai Pronto Soccorso, si estende la pratica dei Punti di Primo Intervento negli Ospedali tagliati e si realizzano strutture per anziani, non credo che nessuna programmazione sanitaria regionale, anche se vi fosse, potrebbe avere successo. Consideriamo anche che sempre più, data la crisi economica, molti accessi ai Ps servono spesso a superare liste di attesa e non pagare ticket impossibili”. Pronta la replica di Maurizio Buonincontro, Consigliere Pdl e Presidente della Commissione controllo e garanzia al Municipio XI, che in una nota congiunta con il Consigliere regionale della lista Polverini, Gianfranco Gatti, sostiene: “Le disfunzioni della sanità pubblica della Capitale vengono da lontano e si sono stratificate negli anni, come è accaduto anche per gli sprechi. È innegabile che viviamo un momento di grave difficoltà finanziaria”, ma un’accusa ad una sinistra “che tenta di fornire all’opinione pubblica notizie allarmistiche e fuorvianti per meri fini di infima propaganda” viene lanciata dai due politici, che precisano come la Regione Lazio e il suo Presidente, Renata Polverini, stiano gestendo al meglio il duro piano di rientro finanziario: “Esemplare è la profonda ristrutturazione del Pronto Soccorso del S. Eugenio, che prevede migliorie e una razionalizzazione degli spazi. Da sottolineare – concludono – inoltre che nonostante Marrazzo avesse deciso la totale chiusura del Pronto Soccorso del Cto, la Polverini ha disposto l’allestimento del Ps chirurgico/ortopedico, l’allestimento di un punto di Primo intervento e 118, l’attivazione di un poliambulatorio specialistico, quest’ultimo essenziale per i residenti. Ricordiamo infine la positiva chiusura della concertazione con l’Istituto Santa Lucia che garantirà il funzionamento di una struttura d’eccellenza in ambito riabilitativo”.
Innegabili le difficoltà in cui versa il Pronto Soccorso del S. Eugenio, dice Gino Alleori (Pdl), Consigliere Municipio XII, che sostiene: “Nonostante la situazione di estrema difficoltà in cui versa il nosocomio e i conseguenti disagi per i cittadini che vi si recano, un plauso va fatto a tutto il personale medico e sanitario e all’impegno, i sacrifici e la professionalità messi in campo per offrire sempre e comunque sostegno e assistenza a tutti i cittadini che si rivolgono alla struttura”.
Episodi di sovraffollamento si sono verificati anche nell’unità di emergenza del San Camillo. “Questa – spiega il dottor Aldo Morrone, direttore generale dell’Azienda – rientra all’interno di un Dea di emergenza di III livello e comprende più unità operative: pronto soccorso, shock e trauma, rianimazione, medicina e chirurgia d’urgenza”. Proprio quest’ultima ha attirato su di sé l’attenzione dei giornali a causa di informazioni di garanzia recapitate a 12 medici (11 operanti nella struttura) per presunti casi di malasanità. Accuse gravi – sulle quali indagheranno la magistratura e una commissione di esperti – pendono sul capo del dottor Donato Antonellis, primario del reparto. “Il Dea del S. Camillo – dice Morrone – è un centro di eccellenza della regione Lazio. Nel Ps abbiamo vissuto situazioni di sovraffollamento per una mancanza di un coordinamento con il Pronto Soccorso stesso e la riduzione delle dimissioni durante la settimana di anziani per l’assenza di posti letto nelle residenze a loro dedicate. Aumentando il numero di dimissioni nel fine settimana e migliorando i rapporti con la Presidenza e il Distretto Sanitario del Municipio XVI, stiamo migliorando la capacità di dimettere” e quindi riducendo l’affollamento. Previsto poi un ampliamento degli spazi: 19 posti letto in più per il Ps saranno pronti entro due mesi. “Il livello assistenziale del Ps dell’ospedale – continua Morrone – è sempre stato molto alto. All’interno del Ps è presente un’unità operativa di pronto intervento per gestire il massiccio afflusso di feriti o pazienti”. In merito alle foto scandalo il dirigente ha ribadito come le procedure messe in atto nei casi rappresentati rientrino all’interno delle linee guida dell’American Health Association e abbiano permesso di salvare la vita ai pazienti. “Controlli sul domicilio dei pazienti che si sono rivolti al Ps ha accertato – conclude Morrone – un aumento dell’affluenza a seguito della chiusura del Cto e della limitata attività del S. Eugenio, ma è “necessario tenere presente però che presso la nostra struttura di recano pazienti particolarmente complessi provenienti da tutta Roma, il Lazio e il Centro Sud Italia”.
Sul San Camillo si è espresso anche Marco Giudici, Consigliere Pdl del Municipio XVI: “Il San Camillo è un presidio ospedaliero fondamentale per tutta la zona di Monteverde ma rappresenta un punto di riferimento per tutta Roma e per questo la sua efficienza deve essere massima. Numerose persone vi si rivolgono e si affidano alle mani del personale e alle cure erogate dalla struttura ospedaliera. Se ci sono responsabilità per le eventuali inefficienze è giusto che si faccia chiarezza e che i responsabili rispondano dei disservizi”.

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Anna Paola Tortora