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Rifiuti: il TAR respinge il ricorso del Comune, la decisione il 25 maggio

Nessuna sospensiva perché non sussiste il carattere d’urgenza, è questa la decisione del TAR del Lazio sul ricorso presentato dal Comune contro l’Ordinanza regionale del 1 aprile in materia di rifiuti

ROMA – Il TAR del Lazio ha respinto il ricorso presentato dal Campidoglio per sospendere l’Ordinanza del 1 aprile in tema di rifiuti emanata dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Tale documento pone al Comune e all’AMA un termine di 30 giorni (ormai superato) per redigere e presentare un piano impiantistico. Qualora il Campidoglio non avesse dato seguito, dalla Regione non veniva escluso il commissariamento in tema di rifiuti.

LA CAMERA DI CONSIGLIO

Il presidente della sezione I quater Tribunale amministrativo regionale, Salvatore Mezzacapo, ha fissato per il 25 maggio la camera di consiglio che avrà il compito di discutere il ricorso e decidere la sospensiva dell’Ordinanza Regionale. Nelle motivazioni del respingimento si legge che il Campidoglio ha presentato il ricorso con la caratteristica di estrema gravità e urgenza, legandolo “alla irreparabilità della lesione delle proprie potestà amministrative, che è lungi dall’essersi concretata”.

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LA REPLICA DEL COMUNE DI ROMA

Naturalmente non è mancata la reazione dell’assessora capitolina ai Rifiuti Katia Ziantoni, che ha aperto affermando: “Roma ha già un piano rifiuti. Zingaretti continua a mentire ai romani”. Per l’assessora “la Regione Lazio, con ordinanza, vorrebbe imporre una discarica dentro Roma sapendo benissimo che non vi sono aree idonee all’interno della città, a meno che non si voglia tornare sugli stessi siti noti alle cronache. Sempre con ordinanza, Zingaretti vorrebbe imporre il revamping del TMB di Rocca Cencia, in barba ai cittadini che da anni chiedono la riqualificazione del quadrante dimenticando che il suo assessore, Valeriani, scese a tutela del territorio quando il TMB Salario (gemello di Rocca Cencia) era ancora in esercizio, con una sola differenza: il Municipio III è guidato dal PD, il VI dal M5S”. Dal Capidoglio l’assessora Ziantoni parla poi della vicenda degli ATO: “Per legge, l’autosufficienza impiantistica è richiesta alla città metropolitana di Roma, non a Roma Capitale che comunque ha già previsto, al suo interno, tutti gli impianti di trattamento. Nessun ATO della Regione, a parte la provincia di Viterbo, è autosufficiente, ma Zingaretti continua a far passare la crisi del Lazio per la crisi della Capitale dimenticando che manca persino la legge di regolazione degli ATO – e ancora – Il piano stabilisce che ogni ATO, cioè ogni ambito provinciale, debba raggiungere l’autosufficienza entro 36 mesi dall’adozione. Ecco perché le ordinanze, di fatto, smentiscono il suo piano regionale dei rifiuti, adottato soltanto l’anno scorso”.

LE OPPOSIZIONI PARLANO DI SCARICABARILE

Intanto lo scontro in atto tra Comune e Regione non passa di certo inosservato. Sono le opposizioni infatti a puntare il dito contro le due istituzioni, parlando di “scaricabarile”. “Sui rifiuti è il Tar del Lazio a certificare il vergognoso scontro istituzionale – commentano Monica Picca e Fabrizio Santori, esponenti romani della Lega – Tutto questo mentre la città soffoca tra l’immondizia e la Tassa sui rifiuti più alta d’Italia. Il rimpallo di responsabilità ha gettato la Capitale nel pieno degrado, con una pandemia in corso e una città già piegata dalla crisi. Le responsabilità di questo fallimento sono nell’asse Zingaretti-Raggi e nell’incapacità di comprendere che sui rifiuti è finito il tempo del no a tutto”.

MC