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Rifiuti: solo polemiche prima della vera emergenza

Ancora in forse la chiusura di Malagrotta e incertezza sul nuovo sito provvisorio, mentre parte la nuova differenziata.


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I cittadini della Valle di Galeria stanno vivendo questa fine d’anno tra speranze e preoccupazioni. La discarica di Malagrotta non sembra essere pronta alla chiusura, mentre il progetto di Monti dell’Ortaccio non si ferma nemmeno davanti alle perplessità mostrate dalla commissione Europea. “Oramai sembrano essere rimasti in tre a volere una discarica a Monti dell’Ortaccio: il commissario Sottile, il patron Colari Cerroni e il Ministro Corrado Clini – spiegano in una conferenza stampa congiunta il Presidente del Municipio XV, Gianni Paris, e quello del Municipio XVI, Fabio Bellini – La discarica provvisoria non rispetterà i 18 mesi”. Questa considerazione nasce dalla documentazione presentata in Conferenza di Servizi: “Nel progetto della Colari è specificato che i soli lavori dell’invaso verranno risarciti dopo 24 mesi di attività. Per ammortare completamente l’opera poi, saranno necessari perlomeno tre anni. Sicuramente – afferma Bellini – la discarica provvisoria sarà prorogata, è un vero e proprio imbroglio ai danni dei cittadini. È falso anche che non ci siano ulteriori alternative per risolvere questa emergenza”. Fra le alternative proposte quella più plausibile sarebbe l’utilizzo delle cubature disponibili in altre discariche, eliminando il problema del sito provvisorio. Ma ci sono anche altre due vicende che in questo mese hanno interessato il tema dei rifiuti: da un lato il progetto d’esportazione della ‘monnezza’ romana e, dall’altro, l’avvio della raccolta differenziata sullo schema del Patto per Roma.

“Stiamo assistendo ad un ridicolo scambio di accuse tra centrodestra e centrosinistra per quanto riguarda l’invio di rifiuti all’estero – spiega Nando Bonessio, Presidente regionale dei Verdi – purtroppo non si analizza l’elemento centrale. I Verdi non sono contrari al trasferimento fuori dalla Regione o dai confini nazionali, purché sia per un periodo contingentato”. Bonessio spiega che l’esportazione dei rifiuti per un periodo di 12 o 18 mesi, il tempo per cui dovrebbe rimanere in funzione la discarica provvisoria, potrebbe addirittura essere la soluzione per il sistema Roma: “Questo periodo deve essere utilizzato nel Lazio per attuare quelle scelte volte a cambiare il sistema di raccolta e recupero dei rifiuti. Solo in queste condizioni ha senso inviare i rifiuti all’estero. Seguendo questa linea – continua Bonessio – capiremo che nemmeno l’inceneritore di Albano ci servirà più, allontanandoci dalla filiera che prevede tmb (trattamento meccanico biologico), inceneritori e discariche”. Dal Campidoglio arriva un’interpretazione diversa di questa vicenda, con il Sindaco Alemanno che la definisce una delle possibilità per scongiurare la crisi: “La scelta di aprire una gara per portare i rifiuti all’estero è solo l’extrema ratio per evitare di continuare a conferire rifiuti ‘tal quale’ dentro la discarica di Malagrotta o a Monti dell’Ortaccio. C’è ancora la speranza di non dover utilizzare realmente l’esportazione dei rifiuti. L’Ama – continua il primo cittadino – per prudenza ha predisposto gli atti di gara, per avere anche questo strumento per scongiurare l’emergenza. In ogni caso va sottolineato che questo trasferimento all’estero potrà riguardare nel 2013 al massimo il 20% e nel 2014 il 15% del totale complessivo dei rifiuti prodotti a Roma. Ricordo – conclude Alemanno – che alla fine di quest’anno avremo raddoppiato la percentuale di differenziata portandola al 30% e che il Patto per Roma, sottoscritto con il Ministero e la Regione, ci permette finalmente di aumentare ogni anno del 10% la percentuale di differenziata. Quindi, il trasporto all’estero è solo una opzione residuale da predisporre per evitare l’emergenza”.

Il Patto per Roma quindi dovrebbe portare entro il 2014 la differenziata al 50%. La prima fase del piano ha preso avvio a novembre con il Municipio IV e proseguirà nel 2013 con 405mila cittadini dei Municipi VIII e XII ad aprile, il XV a luglio e XVII e XVIII a novembre. L’ultima estensione del piano si dovrebbe avere per il 2014 con altri 400mila cittadini, arrivando a toccare la quota complessiva di un milione. “Il Patto prevede novità molto significative – spiega Andrea De Priamo, Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale – tra cui la possibilità di introdurre aspetti di premialità per i cittadini più virtuosi, attraverso l’utilizzo dei ‘cassonetti intelligenti’ attivabili con badge, capaci di assicurare, inoltre, un maggiore decoro ed eliminare il fenomeno del rovistaggio”. Per il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, quello elaborato da Ama e Conai è il progetto per la raccolta differenziata più imponente che sia mai stato preparato in Italia e uno dei più importanti a livello europeo.

Molto distante la posizione dei Verdi, che vedono come unica soluzione l’abolizione dello scenario di controllo e l’introduzione del ‘porta a porta’ in tutta la città: “Il ‘Patto per Roma’ prevede la crescita della raccolta differenziata, senza scollarsi dalla filiera dello scenario di controllo – spiega Bonessio – ancora una volta tmb, inceneritori e discarica. Nel IV Municipio oltre il danno si sta consumando anche la beffa. Questo perché viene impiegato il sistema di differenziale stradale”. Viene infatti prevista la separazione fra plastica e vetro (con l’apposita campana) e l’introduzione del cassonetto marrone per i rifiuti organici. “È il metodo peggiore di raccolta per le grandi aree urbane – continua Bonessio – Nessuna grande città europea utilizza questo metodo. La vera raccolta, quella di qualità, si fa nelle case o con i bidoni condominali”. Con il porta a porta, come spiega Bonessio, il Comune ottiene un ‘prodotto’ di qualità, non inquinato da materiali non adeguati: “Con questo progetto Ama crea un danno perché non riesce a raccogliere quello che dovrebbe e, allo stesso tempo, non responsabilizza affatto i cittadini nella raccolta”.

Per spiegare la convenienza di un rifiuto ben differenziato, che sta tutto nella sensibilizzazione della cittadinanza, basta fare l’esempio del Centro Riciclo Colleferro: “Questo centro – racconta Bonessio – paga all’Ama circa 20-30 euro per una tonnellata di plastica proveniente dalla differenziata stradale. Se questo materiale venisse dalla raccolta porta a porta, dove il rifiuto non viene inquinato, arriverebbe a valere all’incirca 300 euro per tonnellata”. Una differenza notevole, che potrebbe però essere affievolita dalla parziale introduzione del porta a porta: “Il progetto pilota nel IV Municipio – spiega Andrea De Priamo – è una ‘rivoluzione’ ispirata al modello rifiuti zero sperimentato con successo a San Francisco e prevede l’introduzione del porta a porta ‘spinto’ e della quinta frazione per la raccolta del vetro”.
I prossimi mesi potrebbero, il condizionale è d’obbligo, essere ricordati per la svolta o il definitivo fallimento del sistema dei rifiuti romano. La data limite del 31 dicembre per la chiusura di Malagrotta si avvicina e, se non si troverà il sito provvisorio o non si invieranno all’estero i rifiuti, l’unica prospettiva, secondo il Ministro Clini, è l’immondizia in via Nazionale. Nel mentre i cittadini della Valle di Galeria non demordono e promettono manifestazioni, presidi e occupazioni ad oltranza. L’unica speranza è quella di ricevere un bel regalo di Natale: una decisione definitiva ed illuminata, che tenga conto delle esigenze del territorio e dei cittadini. Il problema è solo uno, chi decide se siamo stati buoni?

Leonardo Mancini