
ROMA – Essere donna, migrante e povera, oppure donna, disabile e sola, o ancora giovane e discriminata sul lavoro. Sono solo alcune delle condizioni che definiscono la violenza intersezionale, una realtà in cui le discriminazioni si sommano e rendono più difficile chiedere aiuto. “La violenza non è mai uguale per tutte le donne – ha spiegato l’assessora alle Attività produttive, pari opportunità e attrazione investimenti di Roma Capitale, Monica Lucarelli – si intreccia con elementi che amplificano la fragilità. È una delle sfide più urgenti del nostro tempo. La grazia concessa ieri dal Presidente Mattarella a Gabriele Finotello ci ricorda quanto sia complesso il tema della violenza domestica e quanto sia fondamentale leggere a fondo i contesti familiari, perché dietro ogni storia ci sono dinamiche spesso nascoste che richiedono risposte più articolate e giuste”.
I DATI E GLI STUDI EUROPEI
La questione è stata oggetto di attenzione a livello europeo già da alcuni anni. Il rapporto Intersectional discrimination in Europe, pubblicato dall’Enar nel 2022, ha messo in evidenza come donne migranti, con background razziale o religioso o con disabilità, siano più esposte a discriminazioni multiple che raramente emergono nei dati ufficiali. In Italia, le donne migranti incontrano ulteriori barriere legate alla lingua, alla nazionalità o allo status legale, che rendono più difficile l’accesso ai servizi antiviolenza.
IL WORKSHOP DEL PROGETTO M.A.R.A.
Proprio a partire da questi aspetti si è svolto il 25 settembre all’Università Roma Tre il workshop del progetto M.A.R.A. (Mappare e Aumentare le Risorse Antiviolenza), promosso dall’assessorato guidato da Lucarelli. All’incontro ha partecipato la cabina di regia che riunisce Roma Capitale, con le assessore Monica Lucarelli e Barbara Funari, insieme ai rappresentanti di Prefettura, Questura, Arma dei Carabinieri, ASL Roma 1, 2 e 3, Ufficio scolastico regionale, Polizia Locale, oltre ad assistenti sociali, associazioni e cooperative attive nei centri antiviolenza e nelle case rifugio. La cabina si configura come uno strumento permanente di indirizzo, coordinamento e proposta.
OBIETTIVI E STRUMENTI
L’obiettivo del progetto è garantire risposte tempestive ed efficaci alle donne vittime di violenza, consolidando una rete cittadina che non si limiti alla gestione delle emergenze, ma assicuri tutela e accoglienza in modo strutturale e continuativo. “Con il progetto M.A.R.A. – ha aggiunto Lucarelli – stiamo costruendo una rete che non solo risponde subito alle emergenze, grazie a una piattaforma digitale e a standard condivisi, ma che è anche in grado di colmare le lacune nei dati e individuare più chiaramente le situazioni di discriminazione nascosta. È sempre più necessario monitorare le leggi per individuarne gli effetti indiretti, raccogliere dati disaggregati e formare le istituzioni contro i bias impliciti. Solo così potremo rafforzare i servizi e garantire davvero che nessuna donna resti indietro”.
UNA TAPPA VERSO STANDARD CONDIVISI
Il workshop, articolato in sessioni plenarie e lavori su casi studio, rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso verso la definizione di standard operativi comuni. L’obiettivo è uniformare procedure e servizi, rafforzando in modo stabile ed efficace la lotta contro la violenza sulle donne.
LeMa














