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Roma: bruciano gli spazi protetti e liberi dal cemento

La denuncia di diverse Associazioni Ambientaliste da Italia Nostra al WWF

ROMA – In questa caldissima estate romana sono soprattutto le riserve, le aree naturali protette e quelle vincolate ad essere colpite dai roghi. Un’analisi questa portata avanti nelle scorse settimane dall’Associazione Italia Nostra e dal WWF Roma e Area Metropolitana. “Le Aree Naturali Protette – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – da tempo hanno perso l’attenzione che meritano da parte della politica. Mancano investimenti nel controllo del territorio che consentano al personale del Sistema Parchi e Riserve del Lazio di intervenire tempestivamente nello spegnimento anche dei primi focolai. Si tratta di personale competente, che ha una puntuale conoscenza del territorio e che d’intesa con Vigili del Fuoco e Protezione Civile potrebbe favorire maggiore efficacia nell’azione contro il fuoco”.

I CASI PIÙ ECLATANTI

Basta sfogliare le pagine di cronaca romana degli ultimi mesi per rendersene conto. Italia Nostra fa partire la sua denuncia dagli incendi del 23 marzo, del 18 e del 25 aprile scorsi in via Collatina Vecchia. Qui gli incendi hanno interessato discariche abusive e l’area di proprietà comunale destinata a verde, tutelata da vincolo paesistico e che si trova a poca distanza dal percorso sotterraneo dell’antico Acquedotto dell’Acqua Vergine, che tuttora alimenta gli acquedotti e le fontane romane. Si passa poi alla Riserva Naturale Valle dell’Aniene, dove il 3 e il 7 agosto si sono verificati dei gravi incendi in zone dove i cittadini, da troppi anni, denunciano degrado e sversamento abusivo di rifiuti. C’è poi dai ricordare il rogo alla Riserva Naturale di Monte Mario del 1 agosto, dove le fiamme hanno distrutto moltissima vegetazione e messo anche in pericolo i cittadini della zona. Anche qui il tema riguarda le discariche e gli accampamenti abusivi all’ombra delle aree verdi protette. Ultimo episodio, è quello dei giorni scorsi a Cinecittà Est, nell’area conosciuta come “Pratone di Torre Spaccata”. Qui, dopo gli scavi preventivi per realizzare il progetto SDO, sono venuti alla luce tra il 1997 e il 2006 quattro ville romane suburbane, strutture ipogee, necropoli, vari esempi di sepoltura. Anche in questo caso si tratta di un’area che l’impegno e le battaglie dei cittadini cercano da anni di salvare dalla speculazione edilizia.

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NATURA È OSPITE NON GRADIDO

È questa l’espressione utilizzata da Maggini del WWF per sottolineare la sensazione che hanno le associazioni ambientaliste difronte a questi disastri annunciati. Il dibattito torna ancora una vota sul Pratone di Torre Spaccata. Qui in particolare, seguita Maggini “”Chiediamo che venga rapidamente iscritto nel catasto delle aree percorse dal fuoco, che se ne dia comunicazione anche con apposita tabellazione e di dare tempo alla natura affinché riconquisti gli spazi stravolti dalle fiamme – e ancora – Sarebbe interessante che l’Amministrazione, con la partecipazione dei cittadini, monitorasse l’evoluzione dell’area e con il loro aiuto intervenisse a contrastare la possibile diffusione di specie alloctone, nonché eventuali usi impropri del sito”. Tema richiamato anche per un’altra area dove dal WWF chiedono la rimozione dei rifiuti. Si tratta dell’Oasi Urbana del Tevere (Lungotevere delle Navi): “Dopo gli “strazianti” interventi che la Giunta Gualtieri a messo in opera in nome del Giubileo del prossimo anno, abbattendo numerosi alberi all’interno dell’area, le spoglie dei quali restano in molti, troppi casi accatastate sotto le piante risparmiate – affermano dal WWF – Non vorremmo vedere diffondersi le fiamme, distruggendo quanto resta dopo i devastanti tagli operati dall’Amministrazione comunale. La Natura a Roma sembrerebbe ospite non gradito (diversamente da quanto manifestano i cittadini), da addomesticare a qualunque costo e forse, anche tale atteggiamento, rischia di creare un clima di confusione del quale chi “semina” fuoco potrebbe approfittarsi”.

LeMa