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Roma Capitale: ancora piu’ efficienza, efficacia e trasparenza

Approvato il 7 marzo in Assemblea capitolina lo Statuto di Roma Capitale

(tratto da Urlo – la scena di Roma Sud di marzo 2013, n. 103)

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 “Roma Capitale rappresenta la comunità di donne e uomini che vivono nel suo territorio, ne cura gli interessi, ne promuove il progresso e si impegna a tutelare i diritti individuali delle persone così come sanciti dalla Costituzione italiana”. Quanto citato sopra è l’articolo 1 dello Statuto di Roma Capitale, che abbiamo approvato in Assemblea capitolina il 7 marzo. In realtà non cambia molto rispetto all’art. 1 del vecchio Statuto, se non il fatto che le parole Comune di Roma sono sostituite dalle parole Roma Capitale. E sì, perché il reale cambiamento che la riforma di Roma Capitale ha comportato è proprio un ridisegno dell’organizzazione della nostra città nel panorama nazionale, rispetto proprio alla funzione di Capitale d’Italia. L’intenzione della riforma è proprio quella di rafforzare l’autonomia amministrativa di Roma Capitale, per irrobustire la governance di una città che ha molti più oneri/onori degli altri comuni; basti pensare all’elevata affluenza di turisti, al fatto che Roma ospita le maggiori istituzioni italiane ed internazionali: ministeri, ambasciate e la Città del Vaticano. A proposito di quest’ultima una delle novità contenute nello Statuto è proprio la maggiore autonomia della Giunta capitolina nell’organizzazione degli eventi che derivano dalle secolari relazioni che intercorrono tra la Città di Roma, il Governo della Chiesa Universale e lo Stato della Città del Vaticano. Il rafforzamento dei poteri della Giunta e del Primo cittadino permetterà di affrontare al meglio situazioni come quelle che si sono appena verificate in virtù della rinuncia del Santo Padre. Anche la vastità del nostro territorio è di gran lunga superiore a quella degli altri comuni, basti ricordare che il Comune di Milano ha una superficie pari al XII Municipio capitolino, quello di Torino pari al XIX, quello di Napoli ha una estensione come l’VIII e quello di Palermo come il XIII. A proposito dei Municipi, la riforma di Roma Capitale prevede una riduzione del loro numero da 19 a 15. L’art. 6 sancisce la celebrazione ufficiale del 21 aprile come Natale di Roma in qualità di festività dell’anniversario della sua fondazione. Quindi con il nuovo Statuto si ribadisce l’importanza del compleanno della nostra amata città. L’azione amministrativa di Roma Capitale d’ora in avanti non sarà più improntata solo secondo i criteri di trasparenza, imparzialità, efficienza, rapidità ma anche secondo i principi di economicità ed efficacia, così come devono essere espletate tutte le azioni amministrative all’interno dell’Unione europea. L’avvento delle nuove tecnologie ha fatto sì che il nuovo Statuto prevedesse un’informazione degli appartenenti alla comunità cittadina anche attraverso il sito internet di Roma Capitale, all’interno del quale il cittadino deve poter ritrovare il Bollettino, gli indirizzi, i provvedimenti e le proposte di carattere generale e di iniziativa popolare, tutto questo all’insegna della trasparenza amministrativa e nel rispetto del diritto del cittadino ad essere informato e a partecipare attivamente alla vita politica della città; a questo proposito è stata prevista anche una riduzione del numero delle sottoscrizioni utili alla presentazione di un’istanza di referendum consultivo e abrogativo. Una novità è il rafforzamento del Primo cittadino che finalmente può far approvare in via d’urgenza deliberazioni necessarie a garantire il tempestivo adempimento degli obblighi di legge o ad evitare l’omissione di atti fondamentali che possa recare grave pregiudizio alla regolarità e al buon andamento dell’azione amministrativa. Così come ci viene chiesto dall’opinione pubblica, stanca degli scandali degli ultimi mesi, lo Statuto prevede l’applicazione di detrazione dall’indennità in caso di non giustificata assenza dei consiglieri dalle sedute dell’Assemblea. Gli oneri a carico di Roma Capitale per i permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici economici non possono mensilmente superare l’importo pari alla metà dell’indennità del consigliere stesso. Oltre ai precedenti casi stabiliti dalla legge il nuovo Statuto prevede anche la decadenza dalla carica  di consigliere per la mancata partecipazione a 10 sedute di seguito, affinché i futuri consiglieri siano ancora più responsabili nei confronti dei cittadini che rappresentano. La riforma prevede anche un significativo taglio nel numero dei consiglieri che da 60 diventeranno 48. Sono state inoltre rafforzate le relazioni con i Municipi grazie all’istituzione di sedi permanenti di consultazione e di cooperazione. Il nuovo statuto vuole anche garantire le pari opportunità e la presenza femminile nei ruoli chiave dell’amministrazione di Roma, motivo per cui è previsto che almeno un terzo dei membri della Giunta capitolina, delle Giunte municipali e dei consigli d’amministrazione delle società partecipate sia composto da donne. L’approvazione del nuovo statuto rappresenta per me uno dei più importanti successi dei miei cinque anni da Presidente dell’Assemblea capitolina, oltre che un grande onore.