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Roma: Frongia risponde sul presunto ‘dimezzamento dei poteri’

daniele frongia repertorio

L’ex Consigliere del M5S sarà il nuovo Capo di Gabinetto del Sindaco Raggi

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Dopo la nomina dell’ex consigliere comunale del M5S, Daniele Frongia, a capo di gabinetto della Sindaca Virginia Raggi, non sono mancate le polemiche legate alla presunta incompatibilità della carica. Secondo la legge Severino infatti non potrebbero ricoprire cariche nell’amministrazione coloro che hanno concluso cariche di tipo politico da meno di un anno. In questo caso i termini di legge sarebbero stati aggirati non prevedendo per Frongia alcun potere di spesa né di firma sugli atti dell’amministrazione con rilevanza esterna.

Per questi motivi il quotidiano LaRepubblica ha parlato quest’oggi di ‘poteri dimezzati’ per Daniele Frongia, che all’articolo in questione ha risposto: “Il capo di Gabinetto non è, oggi, così come in precedenza, un direttore che firma atti amministrativi; è il responsabile dell’indirizzo politico-amministrativo del Comune e riveste un incarico di natura preminentemente fiduciaria del Sindaco. Pertanto è evidente che non vi sia alcun ‘dimezzamento’ dei poteri: semplicemente, viene rispettata la legge”.

Sulla nomina di Frongia era intervenuto il senatore Andrea Augello, proprio in relazione alla Legge Severino. Per Augello “il giovanotto, consigliere uscente ed entrante del Movimento Cinquestelle, vuole allegramente congedarsi dai suoi elettori che ingenuamente lo hanno votato, mollando il gettone del consiglio in favore di un ben più remunerativo incarico di 180.000 euro l’anno, graziosamente elargito dal sindaco”.

Sulla presunta incompatibilità con la precedente carica di consigliere comunale, Frongia ha poi precisato: “Quanto alla Legge Severino (legge 190/2012) faccio presente che, nel conferire la delega al Governo per il riordino dei casi di inconferibilità e incompatibilità, esclude espressamente i vertici degli uffici di diretta collaborazione, come peraltro correttamente ricordato nei pareri sulla conferibilità della carica agli ex consiglieri. Sul controllo della legittimità degli atti e più in generale dell’andamento del Comune, vale la pena notare come oltre 20 miliardi di debito, Mafia Capitale e altre inchieste siano del tutti sfuggiti ai titolatissimi capi di gabinetto che mi hanno preceduto”.

In ogni caso i poteri di spesa e firma degli atti dovranno essere comunque esercitati da qualcuno. In questo caso la decisione di Virginia Raggi sarebbe ricaduta su Raffaele Marra, ex ufficiale della GdF molto vicino all’ex Sindaco Gianni Alemanno e già direttore delle Politiche abitative.