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Roma internazionale e interreligiosa

Una guida ai luoghi di culto per gli immigrati. Nata nel 1998 per rispondere alle loro esigenze spirituali e per evidenziare il ruolo sociale che rivestono i centri di preghiera, la guida Caritas giunge alla quinta edizione.

Presentata il 18 gennaio dalle quattro strutture promotrici (Direzioni diocesane Caritas e Migrantes di Roma e Assessorati dalle Politiche Sociali del Comune e della Provincia di Roma), la “Guida ai Luoghi di incontro e di preghiera degli immigrati a Roma” contiene statistiche e schede informative su ben 256 luoghi di culto, di cui 208 a Roma e 48 nei paesi della provincia: 153 cattolici, 35 ortodossi, 34 protestanti, 19 musulmani, 7 ebrei, 6 buddisti e uno per gli induisti ed i sikh.
Essendo gli immigrati i destinatari principali, la Guida parte dal loro numero. In tutta la Provincia di Roma i residenti stranieri all’inizio del 2010 sono 405.657, circa un decimo della popolazione totale: si arriva quasi a 485.000 se si contano anche i casi di registrazione anagrafica o di regolarizzazione del soggiorno. Due migranti su tre vivono nella Capitale (320.409 registrati nell’anagrafe comunale).
Secondo il rapporto Caritas/Migrantes sono gli europei (due terzi del totale) a prevalere rispetto al totale degli immigrati censiti. In prima istanza i romeni che, mediamente, incidono per un terzo nell’intera Provincia (139.821 quelli registrati e 25 mila in più secondo la stima). Seguono le Filippine (oltre 30 mila), la Polonia (oltre 20 mila) e un gruppo di Paesi attorno alle 15 mila unità (Albania, Ucraina, Perù, Bangladesh e Cina).
“L’incontro di oggi è un giorno di festa e di impegno – sostiene Franco Pittau, responsabile del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes – che serve a ribadire il principio della libertà di coscienza e della testimonianza di fede nel mondo moderno, ma evidenzia anche l’obbligo di collaborare tra tutti i credenti per far accettare la realtà religiosa e realizzare insieme opere di bene a sostegno della società, contribuendo all’accettazione della realtà religiosa e al superamento dei falsi idoli che si propongono come un assoluto al posto di Dio. Proprio in base a queste convinzioni abbiamo deciso di presentare la guida dopo la Giornata Mondiale della Pace e quella delle Migrazioni (1° e 16 gennaio)”.
Quella romana, infatti, è un’area non solo internazionale ma anche interreligiosa. I cristiani sono il 65% nella Capitale e il 76,5% negli altri comuni della Provincia (complessivamente oltre 300 mila). I musulmani (in tutto oltre 70 mila) incidono per il 18% tra gli immigrati della Capitale e per il 12% tra quelli della Provincia. Anche i fedeli delle religioni orientali (induisti e buddisti, ciascuna comunità con una consistenza di circa 10 mila fedeli) sono maggiormente concentrati nella Capitale; fanno eccezione le diverse migliaia di sikh indiani, che si trovano nell’area a scavalco tra le Province di Latina e di Roma.
Grazie alla collaborazione delle singole comunità religiose, gli operatori della Caritas diocesana e dell’Ufficio Migrantes di Roma hanno compilato una guida dettagliata e ricca di informazioni. I dati principali dicono che nella provincia di Roma ogni 100 immigrati cristiani ci sono 54 ortodossi, 6 protestanti, i membri di altri gruppi minori 1, mentre i cattolici sono 39 e dispongono di 153 luoghi di preghiera (di cui 23 fuori Roma) messi a disposizione dalla chiesa cattolica locale. Seguono gli ortodossi con 35 strutture (per la metà fuori Roma) e quindi, in prevalenza o totalmente concentrate a Roma, 34 per i protestanti, 19 per i musulmani, 7 per gli ebrei, 6 per i buddisti, 1 sia per gli induisti che per i sikh.
Il valore aggiunto della guida Caritas/Migrantes è nell’ambizione di porsi non solo come vademecum spirituale, ma di coniugare questo spirito mettendo in evidenza il ruolo sociale dei centri di preghiera.
I migranti si spostano essenzialmente per esigenze lavorative, ma con il tempo si viene a creare una dimensione sociale, culturale e anche religiosa che necessita di appositi spazi per esprimersi nelle sue dimensioni rituali e comunitarie. Perciò la guida ha indicato i luoghi di culto di tutte le religioni con gli indirizzi, gli orari e i nomi dei responsabili, così che tutti sappiano dove e a chi rivolgersi.
“Inoltre, in questi centri si presta attenzione non solo alla dimensione religiosa – precisa Pittau – ma anche a quella sociale e si attivano reti di amicizia e di mutua assistenza con la promozione di diverse iniziative socio-culturali: centri di ascolto e di consulenza, corsi di italiano e di madrelingua, attività sportive, corali, gruppi giovanili e incontri conviviali, in una simbiosi di cura spirituale e di promozione umana”.
In questo modo non solo si facilita il processo di integrazione, infatti, queste strutture salvaguardando il legame dei migranti con le loro culture d’origine, ne evitano un pericolo sradicamento.
La Guida, secondo la riflessione di mons. Enrico Feroci della Caritas e di mons. Pierpaolo Felicolo della Migrantes, lancia questo messaggio: “Lo scambio tra le diversità costituisce la base dell’arricchimento tanto della società che dei singoli. Gli immigrati hanno bisogno di noi e noi di loro. Riconoscere questa reciprocità è indispensabile per la coesione della Capitale, della Provincia e dell’intero Paese. Celebrando i 150 anni di storia unitaria, prepariamoci anche a vivere quelli futuri con i migranti”.

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Gabriele Simmini