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Roma, nasce la mappa integrata della cultura

Uno strumento dell’Università Roma Tre per orientare le politiche urbane e ridurre i divari territoriali nella Capitale

ROMA – Roma si conferma capitale della cultura, ma con un’offerta a più velocità. È quanto emerge dalla nuova mappa integrata dei luoghi della cultura realizzata da un team di docenti dell’Università Roma Tre nell’ambito del progetto PNRR “CHANGES: Cultural Heritage Innovation for Next-Gen Sustainable Society”. Il lavoro, coordinato dalle docenti Michela Addis, Giorgia Masili e Caterina Conigliani, rappresenta una fotografia aggiornata della vita culturale della città e un punto di partenza per nuove politiche urbane.

Secondo i ricercatori, la mappa vuole essere “uno strumento operativo” per orientare le decisioni di amministratori e imprese creative. “Roma può diventare un laboratorio internazionale di innovazione culturale”, ha spiegato la professoressa Michela Addis, responsabile scientifica del progetto, sottolineando l’obiettivo di costruire una città più equa e inclusiva, in cui la cultura sia non solo vetrina turistica ma anche fattore di coesione sociale.

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I NUMERI DEL PATRIMONIO CULTURALE ROMANO

Il lavoro di censimento ha individuato 7.422 luoghi della cultura suddivisi in 59 categorie, dai teatri ai musei, dai monumenti alle librerie, fino ai ristoranti e alle sale studio. La mappatura, aggiornata ad aprile 2025, mostra un patrimonio vastissimo ma distribuito in modo diseguale sul territorio.

A Roma si contano 1.165 tra archivi, biblioteche e sale studio; 761 tra basiliche, chiese e cappelle; 528 edicole; 348 librerie e banchi libri; 325 ristoranti; 244 musei, monumenti e aree archeologiche; 229 teatri; 192 ville storiche; 117 cinema; 112 tra bar, pub ed enoteche e 60 discoteche o club da ballo. Tuttavia, il Centro Storico concentra da solo 1.169 presidi culturali, con 36 musei e siti archeologici e 27 teatri storici, mentre in molti quartieri periferici mancano cinema e teatri.

LE AREE PIÙ RICCHE DI CULTURA

La mappa, elaborata sulla base delle zone urbanistiche di Roma in attesa della revisione ufficiale della geografia cittadina, evidenzia un forte squilibrio tra centro e periferia. Il Centro Storico risulta il fulcro della vita culturale con 1.669 luoghi censiti, tra monumenti, musei, archivi, piazze e spazi di ristorazione legati al turismo culturale.

Segue l’Esquilino con 607 luoghi, caratterizzato da una vivace presenza multiculturale e da numerosi teatri e spazi polifunzionali. Al terzo posto si colloca Trastevere, con 358 luoghi, noto per i suoi teatri di piccole dimensioni, i ristoranti con eventi musicali e il patrimonio architettonico e religioso.

Tra le altre aree più dotate figurano XX Settembre (282 luoghi), Prati (211), la zona dell’Università La Sapienza (178), la Zona Archeologica (163), Nomentano (145), Salario (132) e Aventino (127).

LE ZONE CON MINORE PRESENZA CULTURALE

In forte contrasto con i quartieri centrali, numerose aree della periferia presentano una scarsissima densità di presidi culturali. S. Maria di Galeria, area rurale con bassa popolazione residente, conta solo 3 luoghi della cultura. Casetta Mistica, Castel Porziano, Castel Romano, Bufalotta, Martignano, Acquatraversa e Acqua Vergine ne hanno appena 2 ciascuna.

Ancora più critiche risultano la zona del Centro Direzionale Centocelle e Tor di Valle, con un solo luogo della cultura, mentre Santa Palomba non ne possiede alcuno. In oltre 103 zone su 155 non è presente alcun museo o area archeologica; in 96 non si trova un cinema, in 83 non c’è un teatro e 57 aree non dispongono nemmeno di una libreria o banco libri.

UNA CITTÀ A PIÙ VELOCITÀ

I dati della mappa si affiancano a quelli della SIAE, che nel 2023 ha registrato un calendario di eventi molto fitto, ma concentrato prevalentemente nelle aree centrali. Secondo Addis, la distribuzione dei luoghi della cultura rivela una città “a più velocità”, dove la ricchezza del centro contrasta con la carenza delle periferie.

“Per costruire un’immagine inclusiva e competitiva della città – ha dichiarato la docente – è necessario riequilibrare l’offerta culturale. Il patrimonio di Roma non deve essere solo memoria, ma una leva strategica per il futuro della città e delle sue comunità”.

UNA BUSSOLA PER LE POLITICHE URBANE

La mappa integrata della cultura di Roma rappresenta, secondo i ricercatori, uno strumento concreto per sostenere le politiche pubbliche e orientare gli investimenti delle imprese culturali e creative. L’obiettivo è favorire una crescita sostenibile e una migliore distribuzione dell’offerta culturale sul territorio, affinché la Capitale possa trasformarsi in un modello internazionale di innovazione e inclusione.

Redazione