
ROMA – La possibilità che l’aggiudicazione arrivasse in tempi stretti, con la conseguente apertura dei cantieri in pochi mesi, era stata annunciata già lo scorso mese dal Sindaco e Commissario Roberto Gualtieri. In una intervista radiofonica aveva infatti annunciato un prossimo passo avanti nell’iter per la costruzione del termovalorizzatore di Santa Palomba in Municipio IX, con la conseguente apertura dei cantieri in estate.
L’AGGIUDICAZIONE
Nella giornata di oggi è arrivata la notizia dell’aggiudicazione in via definitiva al Raggruppamento di imprese guidato da Acea Ambiente con Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini e Rmb della realizzazione del termovalorizzatore. Il via libera, spiegano dal Campidoglio in una nota, è arrivato a seguito della validazione tecnica del progetto da parte della società di certificazione incaricata. Contestualmente Roma Capitale e RenewRome, la società che gestirà l’impianto per i prossimi 33 anni, hanno firmato anche il contratto di concessione. Per quanto riguarda i prossimi passi in programma dal Campidoglio assicurano che nei prossimi giorni sarà avviato il procedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che sarà gestito dalla struttura commissariale e che vedrà la partecipazione di tutti gli enti competenti. Mentre per quanto riguarda l’apertura dei cantieri per la realizzazione dell’impianto viene confermata la previsione fatta dal sindaco di far partire i lavori entro l’estate.
IL COMMENTO DEL SINDACO
In merito all’aggiudicazione, ai prossimi passi e all’opera da realizzare, il Sindaco Gualtieri ha dichiarato: “Con questa aggiudicazione compiamo un passo in avanti decisivo per realizzare una gestione del ciclo dei rifiuti autonoma, moderna e sostenibile che Roma attendeva da troppo tempo – e ancora – Il termovalorizzatore, insieme alla nuova rete di impianti per il riciclo della frazione organica e di carta e plastica, consente di superare un sistema inefficiente ed inquinante basato su discariche e su trasferimenti costosi verso impianti lontani. Siamo ora nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, e di trattare in modo sicuro la frazione residua con tecnologie all’avanguardia in grado di ridurre di oltre il 90% l’impatto ambientale del ciclo dei rifiuti di Roma”.
LA POSIZIONE DEI CONTRARI
Durissima la posizione dell’Unione dei comitati contro l’inceneritore dopo la notizia dell’assegnazione: “Gualtieri ha speso sette milioni e mezzo dei Romani per far comprare ad Ama un terreno dove l’inceneritore non può essere costruito in quanto l’area è inidonea – affermano i comitati in una nota – Santa Palomba è da dichiarare area ad elevato rischio di crisi ambientale a termini della legge regionale n.13/2019, le cui competenze esclusive restano infatti saldamente in capo alla Regione Lazio. L’area è inidonea perché Santa Palomba ospita in pochi km quadrati quattro dei diciannove impianti a rischio di incidente rilevante esistenti in tutta la Regione Lazio”. La battaglia dei comitati continua: “Domani stesso metteremo a disposizione del Comune di Pomezia la proposta di deliberazione che avvia l’iter per la dichiarazione di area a elevato rischio di crisi ambientale – seguitano i cittadini – Procedimento che si caratterizza a norma dell’articolo 2, comma 2, della legge 13/2019 per essere privo di qualsiasi valutazione discrezionale da parte della Regione Lazio. La proposta sarà consegnata nelle mani della Sindaca di Pomezia Veronica Felici in occasione della presentazione del Libro l’Inceneritore di Roma una scelta sbagliata che si terrà sabato 10 maggio presso la libreria Odradek di Pomezia. I progetti di Gualtieri su Santa Palomba – concludono dall’Unione dei comitati contro l’inceneritore – finiscono oggi nel giorno in cui annuncia l’aggiudicazione definitiva alla cordata di imprese guidate da Acea”.
IL PUNTO SULL’IMPIANTO
Dal Campidoglio è stata diffusa una nota informativa che ripercorre le caratteristiche e i numeri considerati più significativi per questo impianto. Si parla della possibilità di trattare 600mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziati e non riciclabili, che dovrebbero arrivare sul sito su rotaia, anche a fronte delle limitate capacità delle arterie stradali presenti nell’area. Il termovalorizzatore, ricordano inoltre dal Comune, è inserito nel Piano rifiuti approvato nel 2023 che punta al raggiungimento del 70% di raccolta differenziata, riducendo a zero il ricorso alle discariche, e sarebbe anche stato progettato per integrarsi con il ciclo della differenziata. un punto questo fortemente osteggiato dal fronte dei contrari, che vedono invece nell’opera un incentivo a non differenziare per mantenerne l’utilità economica. Nel progetto viene anche inserita la realizzazione di un Parco dell’Economia Circolare, di un’area attrezzata con spazi per la ricerca, di un coworking, una serra, un giardino pubblico e una torre panoramica alta oltre 70 metri. Saranno costruiti anche quattro impianti ausiliari per il recupero delle ceneri pesanti, un impianto fotovoltaico, una rete di teleriscaldamento e un sistema sperimentale per la cattura della Co₂. Altro elemento criticato moltissimo dai comitati contrari, per i numeri del recupero considerati irrilevanti. Per quanto riguarda le prestazioni si parlerebbe di emissioni inferiori ai limiti fissati dalle direttive europee e dalle Best Available Techniques (Bat). L’impianto produrrà energia termica ed elettrica (65 MW complessivi) sufficiente ad alimentare circa 200mila famiglie e permetterà il recupero di circa 10mila tonnellate di acciaio, 2mila di alluminio e 1.600 di rame ogni anno.
LeMa