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“Romarama”: l’alternativa all’Estate Romana firmata Raggi

Non più una programmazione estiva ma un palinsesto di eventi fino al 20 dicembre

Tratto da Urlo n.181 Luglio 2020

ROMA – Se c’era una certezza a Roma, quella era l’Estate Romana. Dal 1977 al 2019, per tutto il periodo estivo, i maggiori luoghi monumentali di Roma diventavano scenario di eventi musicali e culturali. Fu l’assessore alla cultura del Comune di Roma, l’architetto Ernesto Nicolini, ad avere questa riuscitissima intuizione. Erano gli anni di piombo, il terrore e la paura avevano tolto ai cittadini la voglia di vivere la città e la sfida di Nicolini fu proprio quella di riportare la città eterna ad essere ripopolata dalla sua gente. Una sfida vinta, perché l’Estate Romana da allora divenne un appuntamento immancabile, ‘un’istituzione’ che nessuna amministrazione aveva mai messo in dubbio.

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NASCE ROMARAMA

Mai, fino al 19 giugno 2020, data in cui la Sindaca Raggi e il vicesindaco Bergamo, presentando il nuovo palinsesto di eventi dal nome “ROMARAMA, l’arte che muove la città”, mettono di fatto la parola ‘fine’ all’Estate Romana. Una presentazione poco convincente, a partire dalle motivazioni che spiegano la scelta di rinunciare all’Estate Romana, fino alla spiegazione del criticatissimo nome (tralasciando l’incomprensibile simbolo): “Il suffisso rama deriva dal greco e vuol dire guardare, il nome non è propriamente bellissimo, me ne assumo la responsabilità, ma ricorda il cinerama”, spiega il vicesindaco Bergamo.  A supporto della scelta anche la Sindaca Raggi: “Abbiamo sentito l’esigenza di un nuovo nome, non tanto perché siano cambiati i valori dell’Estate Romana, quanto perché sono cambiati i tempi: abbiamo pensato ad un contenitore che durasse tutto l’anno”.

CRITICHE AL VELENO DA OGNI FRONTE

Dai commenti degli utenti sulla pagina Facebook del Comune, alle dichiarazioni dei vari esponenti politici romani, fino alla lunga lettera scritta dalla figlia di Nicolini alla Sindaca Raggi, con l’appello a non cancellare la manifestazione, sono state molte e trasversali le critiche ad una scelta che paga il prezzo di aver cancellato senza motivo una tradizione amata da tutti. “L’Estate Romana ha rappresentato per anni un punto di riferimento per romani e turisti, un evento che ha fatto storia e da riferimento in Italia e in Europa sin dalla sua nascita. Dovevano arrivare i 5 Stelle, i nuovi barbari del terzo millennio, per uccidere una creazione geniale del 1977 e che ogni amministrazione succedutasi ha cercato di migliorare ed arricchire”, dichiara Federico Rocca, responsabile romano degli enti locali di Fratelli d’Italia. Non più teneri gli esponenti del centro sinistra romano Andrea Casu, segretario del Pd Roma, e Gioia Farnocchia, responsabile dem di Roma Creativa: “È un atto gratuito che sottrae alla città una manifestazione che ha avuto la forza di rappresentare tutti, superando colori e appartenenze. Non permetteremo questo ennesimo oltraggio alla storia e al futuro della Capitale”. Anche il capogruppo della Lega Davide Bordoni non usa mezzi termini: “Alla Giunta questa idea è venuta svagandosi con il termine ‘orama’ – ‘veduta’ che sostituisce l’Estate romana, con il simbolo di un gatto, credo in tangenziale, che sloggia la Lupa capitolina dal suo posto. Evidentemente chi gioca con le parole trascura l’importanza di altre e del loro significato. ‘Tradizione’ non è un caso che abbia la stessa derivazione della parola ‘tradimento’. Così una tradizione intrapresa nel 1977 trova il suo tradimento in chi vuole innovare senza rinnovare in uno scenario che da Tiberis in poi, la spiaggia sul Tevere, aveva perso già del suo smalto. È proprio la romanità che va difesa e non la bislacca ‘veduta’ dei 5stelle”.

LA LETTERA DELLA FIGLIA DI NICOLINI

Particolarmente significativa inoltre, è stata la lettera di Ottavia Nicolini, pubblicata sulla rivista ‘MicroMega’ qualche settimana dopo la conferenza di presentazione di ‘Romarama’. Una lettera rivolta alla Raggi e a Bergamo in cui la figlia di Nicolini non usa mezzi termini: “Voi affermate di voler andare oltre quell’esperienza, ma non vi rendete conto che, cancellando il nome dell’Estate romana, avete di fatto contribuito a dissipare e sprecare uno dei pochi tesori nascosti che Roma aveva ancora da offrire ai suoi abitanti”. E prosegue: “questa Amministrazione, annunciando Romarama, non mi sembra assolutamente intenzionata a proseguire questo cammino, preferendo dunque ancora una volta dissipare e sprecare l’ennesima cosa buona presente nella città. Anzi, sembra piuttosto intenzionata a volersi frettolosamente liberare dal confronto (scomodo) con il passato”. E dopo aver fornito la sua visione sui punti forti di quella manifestazione, sulle peculiarità e sulle motivazioni del successo incassato, riconoscendo anche la legittima volontà di un’amministrazione di voler adeguare le scelte ad uno scenario mutato nel tempo, resta ferma sul concetto chiave del suo appello: “Cancellare l’Estate romana significa seppellire l’ennesimo tesoro nascosto di questa città, non amarla, lasciarla incustodita e alla mercé di qualsiasi offerente, farla diventare un ennesimo contenitore senz’anima che deve essere riempito per intrattenere il turista e il cittadino qualunque. Come in qualsiasi altra città del mondo”. Una lettera alla quale non risulta esserci stata risposta. E intanto ‘Romarama’ sembra aver preso il via con la programmazione. Sottotono e quasi sottovoce, mentre si sente forte la mancanza dell’Estate, quella Romana.

Marta Dolfi