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Spezierie e speziali, le antiche farmacie e i precursori dei farmacisti

Oggi giorno una delle attività indispensabili, tanto da essere tra le poche attive durante la pandemia Covid-19, è la farmacia. La farmacia è un negozio privato ma ad accesso pubblico, che accoglie e soddisfa le esigenze di tutti i cittadini: vendita di medicinali o apparecchi vari, di supporti omeopatici, di prodotti cosmetici o di cibo sano. Lo staff è composto sia da medici, ossia coloro che conosco la malattia, che da farmacisti, che conosco la composizione e gli effetti di un farmaco.

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Oggi andremo a ritroso nella storia per conoscere meglio il ruolo del farmacista e della farmacia nel mondo antico. La farmacia antica era nota come spezieria: a Roma, tra le viuzze del quartiere di Trastevere, troviamo una delle più antiche del Paese.

In Piazza della Scala, infatti, presso la chiesa di Santa Maria della Scala, troviamo l’Antica Spezieria di Santa Maria della Scala, istituita a ridosso del 1600 e in attività fino a poco dopo la seconda metà del XXI secolo.

Secondo la tradizione, mentre la struttura della chiesa era in costruzione, l’icona della Madonna della Scala guarì un bambino deforme grazie alle preghiere che la madre aveva rivolto a quel dipinto.

L’attività della farmacia era gestita dai Carmelitani Scalzi che inizialmente coltivavano erbe ed elaboravano intrugli e pomate naturali solo per i loro colleghi frati e fratelli spirituali, ma le loro attività e capacità furono tanto acclamate che alla fine del 1600 la spezieria aprì anche ai clienti laici. I religiosi alti in grado e i Papi avevano invece un’entrata secondaria ed era così frequentata da queste figure religiose che questa farmacia prese l’appellativo di “farmacia dei Papi”.

Oggi questi locali sono ancora visitabili, si trovano al secondo piano rispetto alla chiesa di Santa Maria della Scala, e contano vari ambienti: nel locale principale ci sono sia il banco della vendita che angoli di preparazioni di medicine, di veleni e di pozioni, ampolle e ricettari disposti in bella vista in credenze lignee del 1700. Proseguendo incontriamo il laboratorio, dove, con l’uso di macchine, bilance, ampolle, le erbe venivano pestate, tritate, mescolate e compresse per essere vendute, e l’erbario, con il luogo della coltivazione delle erbe e quindi di raccolta, studio e conservazione dei manuali utili ai frati, come quello redatto dal medico e botanico frate Basilio della Concezione.

Questa antica farmacia fu utilissima ai tempi della peste, quando le vendite di medicinali furono allargate a tutta la popolazione di Roma, e proprio in quel periodo furono inventati dei rimedi medicali ancora oggi visibili nel mobilio in legno di noce della sala principale. Ma tra gli intrugli più interessanti possiamo vedere, e addirittura odorare, la theriaca, inventata ai tempi di Nerone e considerata un medicinale utile a dissipare molti (forse troppi) mali. Questo rimedio contava l’utilizzo di circa 60-100 spezie.

Presso le farmacie dell’Urbe (quella di cui abbiamo raccontato non era l’unica presente sul territorio) arrivavano personaggi che avevano studiato nelle università per acquisire il titolo e le conoscenze da medico. La divisione dei compiti nelle farmacie era pressappoco quella odierna: il medico si occupava della diagnosi del paziente, il quale poi veniva lasciato nelle mani dello speziale. Una cattedra universitaria alquanto utile a istruire in maniera più specialistica gli antichi farmacisti era la stessa cattedra che riguardava gli studi in botanica: istituita alla fine del 1400, diede risalto agli hortus simplicium (giardino dei semplici) usati sia per le lezioni agli studenti che per prelevare le erbe medicali.

In definitiva le spezierie erano un luogo di raccolta delle più importanti professioni di quel momento, si faceva ricerca e si sperimentava in maniera empirica continuando a tramandare le tradizioni alchemiche. Le farmacie sono sempre state un importante luogo presso cui i cittadini si rivolgono per i motivi più futili, come comprare profumi o prodotti di cosmetica, ma soprattutto per migliorare le proprie condizioni di vita e di salute.

Veronica Loscrì