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Stadio della Roma: per il Politecnico indispensabile intervenire su Roma-Lido e Stazione Magliana

La Sindaca annuncia che lo Stadio si farà, ma per evitare il blocco della mobilità serve investire sul ferro

Tratto da Urlo n.165 Febbraio 2019

ROMA – “Diciamo subito che lo Stadio si farà”. Così la Sindaca Virginia Raggi ha aperto la conferenza stampa del 5 febbraio scorso, in cui sono stati presentati i risultati dello studio condotto dal Politecnico di Torino sulla mobilità di Tor di Valle. L’annuncio della prima cittadina è stato accolto da un applauso piuttosto timido, sul quale la Sindaca ha proseguito: “I proponenti se vogliono potranno aprire i cantieri già entro l’anno”.

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IL NODO MOBILITÀ – I toni ottimistici vengono però parzialmente smorzati guardando ai contenuti del Parere, pubblicato sul sito del Comune alcune ore dopo la presentazione. Da Torino non smentiscono quanto riportato dalla relazione preliminare. Uno scenario “catastrofico” per la mobilità è infatti tutt’ora prevedibile, qualora si punti a realizzare lo Stadio prima di aver lavorato su di un’offerta “plurimodale” che comprenda interventi sulla Roma-Lido e sulla FN1 con la Stazione di Magliana. Questo perché, spiega il Direttore del Politecnico Bruno Della Chiara, “andare incontro a un’offerta stradale senza quella ferroviaria è impossibile. Roma sa che c’è un problema di traffico e si stanno adottando delle misure, ci sono dei piani per il trasporto – il PUMS Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, ndr – Il problema c’è, ma esistono delle soluzioni”. Lo scenario non sarebbe più catastrofico solo “nella misura in cui queste azioni vengano adottate prima dell’arrivo del nuovo Stadio. Garantire un’offerta ferroviaria che non obblighi il cittadino a usare l’auto, passa attraverso due nodi: la stazione di Tor di Valle e quella di Magliana”, sulle quali, secondo il Politecnico, si deve intervenire in tempi contenuti. Una posizione questa che noi di Urlo aveva proposto dall’inizio e ribadiamo fin dai primi passi del progetto, in particolare puntando sull’ipotesi di trasformare la Roma-Lido in una vera e propria linea metropolitana, realizzando così un intervento non solo a servizio dello Stadio o del Business Park, ma di tutta la città (il famoso interesse pubblico…). Anche perché, come ribadito dal Politecnico, senza la cura del ferro l’intero sistema si bloccherebbe, non basterebbero gli interventi sul GRA, quelli sulla via del Mare-Ostiense e nemmeno la realizzazione del Ponte dei Congressi.

LA CURA DEL FERRO – Sulle necessità di implementazione del trasporto su ferro la Sindaca ha dichiarato: “Lo Stadio diventa un catalizzatore di interventi già previsti nel nostro progetto di cura del ferro”, e continua affermando che “i soldi per la Roma-Lido ci sono e li utilizzeremo per migliorare la rete”. In particolare ha parlato del tavolo aperto con la Regione Lazio che ha già stanziato 180 milioni di euro (provenienti dal CIPE) per il potenziamento della Roma-Lido, da sommare ai 40 milioni previsti dal Campidoglio per l’acquisto dei treni (legati alla realizzazione del Business Park). Sulle difficoltà di arrivare a delle quote interessati di cittadini che utilizzano i mezzi pubblici per arrivare allo Stadio (perlomeno il 50%), il Professor Della Chiara ha aggiunto: “Nei trasporti la domanda di mobilità è funzione dell’offerta, se questa è competitiva la domanda viene attratta. Alle condizioni attuali è poco credibile che sulla Roma-Lido si sviluppi il 50% degli spostamenti, ma con i piani di investimento e le misure del PUMS lo diventerebbe”.

IL PONTE DI TRAIANO – Stando a quanto riferito in conferenza stampa sembra ormai essere definitivamente tramontata l’ipotesi di realizzare il ponte di Traiano. Nonostante le rassicurazioni giunte nelle scorse settimane, sia dal Premier Conte che dal Ministro Toninelli, che hanno confermato la disponibilità del Governo alla realizzazione del ponte, l’idea del Campidoglio è quella di superarlo grazie agli interventi contenuti nel PUMS che fanno riferimento a tutta la città, eliminando quote di spostamento sul GRA e alleggerendo il traffico anche nell’area di Tor di Valle. Va però ricordato che al momento l’unica infrastruttura del PUMS che insiste su questo territorio è la Funivia che collegherebbe Magliana all’Eur e che in ogni caso questo piano ha delle tempistiche di entrata in funzione piuttosto lunghe, indicate tra i 3 e i 10 anni. Ci sarà abbastanza tempo per rendere efficienti le linee ferroviarie e sventare lo scenario “catastrofico” prima della messa in funzione dello Stadio? In ogni caso nello studio del Politecnico il ponte di Traiano non è stato nemmeno preso in considerazione: “Il nostro committente ci ha chiesto di analizzare il progetto e il ponte non ne faceva parte”, ha chiarito Della Chiara. Il quale poi aggiunge che “comunque asseconderebbe la viabilità stradale”. Ora se proprio questa infrastruttura non rientra nelle corde dell’amministrazione Raggi, perché non sfruttare la disponibilità del Governo per far ricadere perlomeno una parte dei costi presunti del ponte (circa 93 milioni di euro) direttamente sul ferro? Mettere mano alla Roma-Lido una volta per tutte e in maniera netta e decisa, trasformandola nella quarta linea metropolitana di Roma, è un’occasione troppo ghiotta da farsi sfuggire: per questo chiedere al Governo qualche soldo, in aggiunta ai 220 mln totali stanziati tra Regione e Comune, non sarebbe per nulla illogico.

I PROSSIMI PASSAGGI – Il 21 febbraio lo Stadio tornerà all’ordine del giorno in Campidoglio, con la seduta straordinaria del Consiglio annunciata dalla Sindaca in conferenza stampa. Poi i prossimi passaggi prevedono la stesura di una bozza di convenzione (gli uffici potrebbero lavorarci tra marzo e aprile), mentre tra maggio e giugno l’Assemblea capitolina potrebbe trovarsi a votare la Variante Urbanistica. Intanto i privati dovranno dare seguito alle prescrizioni della Conferenza di Servizi chiusa nel 2017 e solo successivamente la procedura tornerà in Regione per il via libera definitivo. In quel momento potranno partire le gare europee per le infrastrutture. Se tutto andasse liscio e si superassero anche i mal di pancia interni al M5S capitolino, sembra comunque difficile che entro l’anno si riescano ad aprire i cantieri come prospettato dalla prima cittadina.

Leonardo Mancini