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L’appello dei Verdi contro i contagi: più mezzi pubblici oppure orari scaglionati

L’appello degli ecologisti dopo le parole del Direttore dello Spallanzani: “Già il 22 aprile avevamo chiesto di triplicare le corse dei mezzi pubblici a Roma”

ROMA – Che i contagi siano in salita ormai è innegabile, così come non si può non tenere d’occhio l’andamento dei casi nelle scuole e sui posti di lavoro. Così sono le parole del Direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ad essere riprese come esempio da seguire da parte degli esponenti nazionali dei Verdi-Europa Verde Guglielmo Calcerano e Silvana Meli.

L’APPELLO DALLO SPALLANZANI

L’appello lanciato nei giorni scorsi dal Direttore Vaia, in diretta durante un’intervista rilasciata a SkyTG24, è a raddoppiare i mezzi pubblici a Roma e in tutte le grandi città italiane, con il solo scopo di evitare nuovi contagi. Per il Direttore dell Spallanzani sarebbero proprio gli assembramenti legati al trasporto pubblico uno dei maggiori veicoli di contagio: “Nelle scuole possiamo fare tanto e stiamo facendo tanto, ma quello che ci preoccupa – ha sottolineato – sono i trasporti. Abbiamo fatto tantissimo nei porti e negli aeroporti e siamo diventati un riferimento europeo e internazionale, ma i trasporti metropolitani sono un elemento di grande preoccupazione. Bisogna raddoppiare i trasporti a Roma e in tutte le città italiane”.

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TRIPLICARE LE CORSE O SCAGLIONARE GLI ORARI

Un appello questo che i Verdi non solo sottoscrivono, ma che già il 22 aprile scorso avevano avanzato, chiedendo di triplicare le corse dei mezzi pubblici nella Capitale “e che Raggi predisponesse un rigido piano di differenziazione degli orari di scuole, uffici e servizi – spiegano Calcerano e Meli – dopo le dichiarazioni del direttore dell’istituto Spallanzani addolora scoprire che ancora una volta avevamo ragione”. Certo è che in questo momento (e non solo) incrementare, duplicare o addirittura triplicare il trasporto pubblico cittadino sembra una missione impossibile. Quindi una soluzione per ridurre gli assembramenti sui mezzi è da ricercare altrove: “Se non si è in grado di aumentare le corse, in una città come Roma, si devono almeno modificare drasticamente gli orari di scuole, uffici e servizi, per distribuire i passeggeri su più fasce orarie. Da aprile sono trascorsi 5 mesi: non solo non si sono prese le migliori contromisure possibili, – concludono Calcerano e Meli – ma non si sono neppure adottate cautele minime e dai costi contenuti, come la ridefinizione degli orari. A farne le spese, saranno ancora una volta gli studenti e le fasce più deboli della popolazione”.

Leonardo Mancini