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Viadotto della Magliana, slitta per la quinta volta il termine dei lavori

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Tratto da Urlo n.163 Dicembre 2018

VIADOTTO MAGLIANA – Non si è ancora riusciti a mettere la parola fine ai lavori di sistemazione del viadotto della Magliana. Una vicenda che starebbe assumendo contorni comici, se non fosse per i troppi disagi subiti quotidianamente dalla cittadinanza. Ancora una volta ci troviamo a dare la notizia del superamento della data di conclusione dei lavori senza che la normale viabilità sia stata ripristinata. L’alba del 1 dicembre non ha visto la rimozione del cantiere, né lavoratori all’opera che facessero almeno presagire una conclusione agevole e veloce di questa annosa vicenda. Stessa situazione nelle notti precedenti, quando la chiusura annunciata del viadotto aveva fatto immaginare un tour de force finale che invece non c’è stato. Senza nessuna vergogna, nemmeno le giornate successive hanno visto la presenza di operai, come testimoniato dalle tantissime segnalazioni giunte al nostro giornale dagli automobilisti infuriati.

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L’ODISSEA – Gli interventi di messa in sicurezza dei guard rail in direzione di Fiumicino sono partiti la scorsa estate (23 agosto), creando immediatamente forti disagi a causa del restringimento della strada a una sola carreggiata. La prima data di conclusione prevista (15 settembre) è stata disattesa e naturalmente, con la riapertura delle scuole, i disagi sono aumentati. Una nuova scadenza aveva allungato gli interventi di circa un mese e mezzo, con chiusura al 30 ottobre. In questo frangente erano cominciate le segnalazioni da parte dei cittadini, che lamentavano uno scarsissimo movimento all’interno del cantiere. Così i timori sono divenuti realtà. Mentre il 30 ottobre passava, un cartello sul cantiere dichiarava una nuova data: il 6 novembre. Ma nell’assoluta e palese difficoltà nel gestire la vicenda, il giorno prima (5 novembre) l’Assessora ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, interveniva ai microfoni del TGR per comunicare una nova scadenza: “Si lavora alla messa in sicurezza del guard rail. Il termine è previsto per fine mese”. Con precisione il 29 novembre (quindi con una durata prevista per i lavori di 97 giorni, più del quadruplo rispetto alla prima previsione). Nel frattempo, il 16 novembre scorso, la stessa Assessora Gatta, attraverso il proprio profilo Facebook, spiegava la complessità degli interventi, facendo già presagire la possibilità di un ulteriore slittamento. In quell’occasione l’Assessora ha parlato di guard rail che versavano in cattive condizioni e di lavori che richiedono un “certo tempo”. Così, puntuale, un nuovo slittamento alla fine è arrivato: dal 29 novembre si è passati all’alba dell’1 dicembre, ma anche questa volta tutto si è risolto in un nulla di fatto.

LE GIUSTIFICAZIONI – Così dopo due giorni senza ulteriori informazioni, il 3 dicembre, ai microfoni di Radio Roma Capitale, l’Assessora Gatta è tornata sulla vicenda, ammettendo (finalmente) i ritardi: “Dovendo mantenere una corsia aperta al traffico lo spazio è ridotto. Un cantiere in linea deve operare con accortezza, ci sono lavorazioni impegnative come la movimentazione dei new jersey in cemento che vengono svolte di notte. Adesso siamo in ritardo con quanto previsto. Quando è brutto tempo non si può lavorare e gli operai sono pochi perché con un cantiere in linea non si possono sovrapporre le lavorazioni. Ci sono comunque stati ritardi, lo ammettiamo, soprattutto per la consegna degli ultimi new jersey. Il Dipartimento sta procedendo alla contestazione nei confronti dell’impresa per applicare le penali. I materiali devono essere ordinati e monitorati nel loro arrivo”. Purtroppo non sembrano esserci reali novità, oltre al fatto gravissimo che si sia ritardato nell’arrivo dei materiali necessari a completare i lavori. In questo caso l’Assessora Gatta ha dichiarato semplicemente che “non appena i new jersey arriveranno si procederà immediatamente al montaggio, che verrà effettuato di notte”.

LA NUOVA SCADENZA – E finalmente il 5 dicembre è arrivata una nuova, ennesima ed “attesissima” data. La notizia è stata diffusa dal sito Luce Verde che indica le ore 24 del prossimo 17 dicembre (116 giorni, il quintuplo rispetto alla prima previsione!). Ancora alcuni giorni (speriamo) di disagi per gli automobilisti che quotidianamente perdono decine e decine di minuti incolonnati nel traffico per un cantiere che sarebbe dovuto essere smantellato già il 15 settembre!

LE PENALI E IL TEMPO PERSO – Appena sapute queste novità noi di Urlo siamo tornati a chiederne conto a tutti gli assessorati comunali e alle commissioni competenti in materia, senza però ricevere alcun riscontro. Le domande che ci siamo posti, alle quali speriamo comunque di avere risposta, riguardano intanto i reali motivi di questi ritardi e il perché non si sia lavorato a ritmo serrato sul cantiere nel momento in cui le date venivano di volta in volta rinviate. Inoltre vorremmo capire quale sarà l’entità delle penali annunciate. Ci chiediamo da quale giorno queste verranno calcolate, dato che non possiamo credere che il Comune accetti tutti questi slittamenti senza prendere alcun provvedimento e facendo partire le penali soltanto dal 1 dicembre. Inoltre a quando mai dovranno ammontare? Consideriamo una media (estremamente a ribasso) di 5.000 automobilisti che percorrono quel tratto di viadotto nelle sole ore di punta, assieme a un tempo di percorrenza che si aggira sui 30 minuti per un chilometro di strada e a circa 92 giorni di ritardo nei lavori (a partire dal 15 settembre scorso): gli automobilisti hanno perso singolarmente circa 46 ore del loro tempo libero, da dedicare ad altro, mentre complessivamente (e questo è il dato che dovrebbe interessare all’Amministrazione) si sono perse ben 230mila ore dei nostri cittadini. Quindi la domanda resta ed è pesante: quanto vale dal punto di vista economico tutto questo tempo perso? Inoltre, ammesso e non concesso che il 17 dicembre realmente finiscano i lavori, ciò che fa più rabbia è il fatto che al ritardo si sia sommata una comunicazione per lo meno inadeguata e lacunosa, dal momento che si è assistito (per ora) a ben 5 rinvii ingiustificati (a parte qualche giorno di maltempo, tutte le motivazioni tecniche addotte dovevano essere conosciute in anticipo, cioè già prima di assegnare l’appalto): tutto ciò, legato alla scarsissima presenza di operai al lavoro in questi 4 mesi, ha assunto la forma di una grande ed intollerabile presa in giro nei confronti di chi tutti i giorni combatte con il traffico e con il dovere organizzarsi le poche ore libere che rimangono al netto del lavoro e del tempo trascorso in macchina ogni giorno. Qualcuno dovrà spiegare cosa è successo e perché.

Luca Migliorati