A Palazzo Incontro dal 14 febbraio al 26 Aprile i ritratti fotografici di Versluis e Uyttenbroek
Così uguali, così diversi. A San Valentino la Provincia di Roma porta per la prima volta in Italia “Exactitudes”, una mostra fotografica sulla “diversità” che ha già fatto il giro del mondo.
Dopo Parigi, Berlino, Londra, Toronto, Buenos Aires e New York, sarà Palazzo Incontro ad ospitare i ritratti fotografici multipli di Ari Versluis ed Ellie Uyttenbroek, due artisti olandesi che pongono in risalto l’apparente contraddizione tra identità e uniformità. Il duo olandese, da sempre interessato ai “dress codes” (codici d’abbigliamento), lavora da quattordici anni ad un’enciclopedia fotografica che raccoglie stili, tendenze e stravaganze degli ultimi tempi. E così soggetti simili, quasi identici ad un primo e fugace sguardo, evidenziano nella stessa cornice le proprie peculiarità. Sono tutti diversi ed è proprio la loro diversità ad unirli, a renderli parte integrante di uno stesso sistema.
“Nei momenti in cui si afferma l’incertezza e la sfiducia nel futuro – sottolinea il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti – c’è sempre una reazione istintiva, insita nell’essere umano, che lo spinge a rifugiarsi tra i cosiddetti simili. Un fenomeno che supera le classi sociali e non è circoscrivibile in confini geografici. Il vero problema è che questo istinto viene troppo spesso sfruttato da culture politiche irresponsabili che invece di governarlo lo cavalcano, lo usano per coltivare consenso. Si arriva ad alimentare paure per poi indicare un nemico, lasciando che si scateni l’odio nei confronti di chi viene bollato come diverso. In questo modo la scala dei valori si distorce: il più debole diventa il problema da combattere, il capro espiatorio del disagio sociale o la vittima del branco che vuole uscire dalla noia”. Dal 14 febbraio al 26 aprile, dalle 10 alle 19, le 112 serie di Exactitudes saranno esposte a Palazzo Incontro per una mostra gratuita che sposa l’aspetto documentaristico con quello artistico. E che può far riflettere sulla paura del diverso.
“Le fotografie di questa mostra – continua Zingaretti – indicano meglio di qualsiasi discorso una verità semplice ma di straordinaria importanza. Anche tutti i cosiddetti “uguali” sono diversi tra loro. O meglio: sono persone con storie, culture, religione, gusti e orientamenti sessuali propri. Di questa ricchezza non bisogna aver paura perché è un valore. La musica è rock, pop, sinfonica, da camera, tecno. Quale è il problema? Le sottili differenze e le fortissime affinità che legano in mille possibili relazioni i volti, gli abiti, gli stili di vita, gli atteggiamenti degli uomini e delle donne protagonisti di queste immagini ci dicono che avere paura di per sé delle diversità significherebbe avere paura di noi stessi, perché ciascuno di noi è, a suo modo, diverso da qualcun altro. Occorre dunque condivisione, conoscenza e rispetto, perché rispettare e conoscere le diversità che ci circondano rappresenta innanzitutto una grande opportunità. Il valore comune che ci deve unire e dare forza nella costruzione di una società che guardi con fiducia alle sfide del nuovo secolo”.