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    A Tor di Valle arriva lo stadio o un nuovo quartiere?

    Si parla ancora del nuovo stadio della Roma, ma l’attenzione è rivolta alla valorizzazione urbanistica, alla viabilità e alle infrastrutture necessarie a tutto il quadrante

     

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    TOR DI VALLE – Fin dal suo insediamento alla guida dell’A.S. Roma, Mr. Di Benedetto, incontrando il Sindaco capitolino ed i vertici del CONI, aveva immediatamente chiarito il principale obiettivo societario: realizzare uno stadio di proprietà. È cambiata la guida al vertice della società giallorossa, ma non sembrano essersi affatto modificati traguardi ed ambizioni.

    Si torna dunque a parlare della possibilità di edificare il nuovo stadio della Roma nell’area di Tor di Valle, inserita in una short list dal Comune. Entro breve saranno rotti gli indugi e sarà finalmente comunicato anche ai cittadini quale sarà la sede prescelta.

    Intanto, pochi giorni fa, intervistato su Roma Uno, Gaetano Papalia, Amministratore unico dell’Ippodromo di Tor di Valle, ha fatto il punto della situazione. Nel corso della trasmissione Foro Romano, Papalia ha ammesso come “nel mese di aprile abbiamo stipulato con una società del gruppo Parnasi un contratto a termine, che prevede il trasferimento dell’area nelle mani del costruttore alla condizione di stipulare un accordo di programma tra il costruttore stesso e l’Amministrazione comunale”. Di cosa si trattasse, l’amministratore dell’ippodromo chiarisce immediatamente: “È un accordo di programma che prevede la valorizzazione urbanistica di quest’area, che può essere un insediamento residenziale particolare con vantaggi per l’interesse pubblico come la bonifica, proposta dal costruttore, l’acquirente di questa zona”.
    La valorizzazione urbanistica è un’espressione che lascia adito a varie interpretazioni. Di sicuro, come nel numero di luglio abbiamo documentato, c’è un interessamento della famiglia Parnasi, nei confronti di tutta la zona. Interessamento di cui è venuto a conoscenza il Municipio XII, e a tal proposito, il Presidente Calzetta ha riconosciuto che “ufficialmente sulla questione stadio non siamo stati coinvolti in alcun modo. Noi abbiamo ricevuto una nota da parte del Dipartimento che ci chiedeva di dare una sorta di parere, non ufficiale, per vedere cosa ne pensasse il Municipio per un’operazione urbanistica nell’area di Tor di Valle”.
    Bene, ci siamo. L’ente territoriale di maggiore prossimità non è ufficialmente a conoscenza di alcun progetto inerente il nuovo tempio del calcio giallorosso. La qual cosa, tuttavia, non esclude necessariamente la possibilità che vi si possa realizzare. Mentre, come ricordava il Presidente Calzetta, il Municipio è stato informato dell’interessamento del gruppo Parnasi all’area di Tor di Valle. “Abbiamo ricevuto una documentazione molto scarna, che non ci ha permesso di fare un’analisi reale, approfondita di tutto il progetto. Io ho voluto fare un passaggio in Commissione Urbanistica, dove sono rappresentati tutti i partiti – ricorda il Minisindaco – È venuto fuori che, pur evidenziando come non essendoci tutte le carte sia difficile dare un parere, né la Commissione, né il sottoscritto sono contrari a ragionare su una possibilità del genere. E tuttavia abbiamo evidenziato grosse problematiche”. Le difficoltà sono facilmente immaginabili, oltre che, come vedremo, condivise da tutti i soggetti interpellati. “Primo tra tutti c’è la presenza di un depuratore, che già è al limite e funziona pure male – riconosce Calzetta – Il secondo problema è legato alla questione della mobilità. Lì dobbiamo ripensare ad un sistema viario che consenta di far spostare tante persone, per raggiungere le proprie abitazioni, in un caso, o per arrivare allo stadio, nell’altro, magari anche in un ristretto periodo di tempo. Concludendo, in linea di massima io non sono contrario all’idea di realizzare un nuovo stadio, purché non sia una cattedrale nel deserto che arreca problemi a tutto il quadrante. Bisogna, in altre parole, realizzare prima tutte le infrastrutture necessarie”.

    Sulla stessa posizione, difficile a credersi, si pone anche il Pd che ammette, con il suo Coordinatore territoriale Andrea Santoro: “Magari si facesse lì lo stadio della Roma. Tuttavia – aggiunge subito dopo – bisogna intervenire prima sul piano della mobilità e delle infrastrutture. Va dunque fatta una proposta che consideri le esigenze del territorio, altrimenti le attuali infrastrutture non solo non sarebbero sufficienti, ma rischierebbero di non esser neppure più fruibili. La nostra proposta sul piano della mobilità – spiega Santoro – è di unificare l’Ostiense alla via del Mare, almeno nel tratto compreso tra Marconi e Tor di Valle; ma non basterebbe. Infatti bisogna realizzare anche il Ponte dei Congressi, che permetterebbe di creare un collegamento importante tra i Municipi XV e XII; e poi bisogna potenziare la Roma Lido che, già sofferente, non potrebbe mai reggere quel tipo di flusso. In definitiva – conclude Santoro – ben venga lo stadio, a patto che ci siano strutture viarie e trasporti pubblici a sostegno, per evitare di fare la solita ‘romanata’, di un impianto prestigioso scollegato da tutto”.

    Anche il Vicepresidente del Municipio XII, nonché Assessore all’Ambiente, Maurizio Cuoci, non si dichiara contrario all’operazione. “Il mio parere, se mi viene chiesto di esprimermi sullo stadio, è che l’area risulta esser confacente. In particolare, la destinazione dell’ippodromo stesso, è a verde sportivo, per cui, nelle varie ipotesi di aree da destinare allo stadio, quella risulta già conforme allo strumento urbanistico. Basta mettercelo dentro, anche perché l’area dell’ippodromo è più grande di quella di uno stadio”. E tuttavia, poiché lo stadio, non è una monade isolata, l’Assessore Cuoci fa anche altre considerazioni. “La zona di Tor di Valle, va divisa in quattro aree. C’è quella dell’ansa del Tevere, che è una fascia di rispetto demaniale in difesa degli argini del fiume ed è una striscia intoccabile. Poi abbiamo un’altra area, privata, che viene definita ad uso agricolo. La terza area è quella dell’ippodromo, ma la quarta è quella del Depuratore Acea – sottolinea con la voce Maurizio Cuoci – che non è una pre-esistenza da sottovalutare, perché raccoglie e depura buona parte delle acque di Roma sud, servendo oltre un milione di persone. E poi c’è il tema dell’ammodernamento tecnologico previsto, che potrebbe comportare l’acquisizione di ulteriori cubature”. Un problema non da poco, dunque, sia nell’ipotesi di uno stadio che in quella di un nuovo quartiere targato Parsitalia.
    E proprio sul tema del Depuratore, e sugli sviluppi urbanistici ventilati, abbiamo chiesto l’opinione dei residenti, in questo caso rappresentati da Federico Polidoro, Presidente del Cdq Decima Torrino. “Noi, sin dall’inizio, abbiamo espresso la nostra contrarietà sia all’una che all’altra ipotesi – dunque sia allo stadio che al nuovo quartiere – per una ragione molto semplice, di fondo. Lì c’è il Tevere, con la sua ansa. E c’è dunque un’area considerata di grande rilievo ambientale, su cui il WWF ha realizzato un progetto che fu a suo tempo approvato dallo stesso Municipio XII, circa tre anni fa. Siamo fermi a quello, poiché noi riteniamo che quell’area vada valorizzata in quella prospettiva ed in quella chiave. Quindi per ora non vogliamo nemmeno discutere degli adeguamenti infrastrutturali necessari per realizzare l’una o l’altra ipotesi”, taglia corto Polidoro. Purtroppo però, quel progetto cui fa riferimento, sembra esser destinato a non veder mai la luce, dal momento che “è mancato il finanziamento per realizzarlo – spiega Cuoci – o meglio non c’è stata la doppia fase di previsione, cioè la progettazione e la realizzazione, poiché si fermava alla prima, nell’ipotesi di un possibile recupero ambientale dell’area”. E questa, per ora, sembra l’unica certezza. Mentre rimangono in piedi le due piste, dello stadio e del nuovo quartiere a Tor di Valle, che solamente successivi sviluppi potranno definitivamente risolvere.

     

    Fabio Grilli