È stato presentato ieri il Rapporto Pendolaria 2016 di Legambiente, che fotografa la situazione e gli scenari del trasporto pendolare ferroviario in Italia, che ogni giorno interessa 5,5 milioni di persone tra metropolitane e treni regionali.
IL RAPPORTO – Il rapporto di quest’anno delinea uno scenario inquietante dove, a fronte della diminuzione degli investimenti, crescono in maniera evidente le diseguaglianze tra le Regioni rispetto al numero di viaggiatori e alle condizioni del servizio offerto. Dalle Regioni in quest’ultimo anno sono arrivati pochissimi investimenti per il potenziamento dei servizi. In media, leggiamo dal rapporto, la spesa per i pendolari non arriva allo 0,29% dei bilanci delle Regioni, ma nel Lazio, in Sicilia, Veneto, Puglia siamo sotto questa cifra.
LA CAPITALE – Le situazioni e le tratte maggiormente colpite da disagi per i pendolari italiani sono nel Sud, ma gli esempi non mancano in tutte le regioni. In particolare nella Capitale il 2016 non ha visto realizzare alcun tratto di metro o linee di tram e al momento, come ricordano da Legambiente, l’unico progetto finanziato riguarda il prolungamento (3,6 chilometri) della metro C fino a Colosseo. “Se consideriamo i cantieri in corso della metro – si legge nel comunicato dell’associazione – a Roma si dovranno attendere 80 anni per recuperare la distanza dalle altre città europee”, questo in termini di metropolitane ogni 1.000 abitanti.
DA LEGAMBIENTE – “Dobbiamo puntare a raddoppiare i pendolari che prendono treni regionali e metropolitani ogni giorno – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Arrivare a 10 milioni di persone al 2030 è una sfida alla portata del nostro Paese e nell’interesse dei suoi cittadini, con vantaggi non solo in termini ambientali, ma di attrattività delle nostre città e dei territori, con ricadute positive sull’occupazione e sul turismo”.