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Sentenza storica per il Parco dell’Appia Antica

Tratto da Urlo n.186 Gennaio 2021

ROMA – A fine dicembre la Corte Costituzionale ha messo la parola fine ad un contenzioso legale che avrebbe potuto segnare profondamente il futuro del Parco dell’Appia Antica. I giudici infatti, in una sentenza importantissima per la salvaguardia di quest’area, hanno rigettato i dubbi di legittimità avanzati dal TAR del Lazio in merito all’allargamento del Parco disposto nel 2018 dalla Regione Lazio.

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L’ALLARGAMENTO DEL PARCO

Nel 2018 infatti la Regione aveva decretato l’ingresso nel Parco, quindi nella tutela, di 1.200 ettari limitrofi. Comprese delle aree del Comune di Marino sulle quali erano già state approvate delle edificazioni private. Nel luglio dello stesso anno sempre la Regione aveva anche approvato il Piano d’Assetto, lo strumento con cui l’Ente Parco persegue la tutela dei valori naturali, ambientali, storici, culturali, antropologici e tradizionali. Nel testo in questione, anche per l’ingresso di nuove aree, vengono affrontati aspetti cruciali per la tutela del territorio, come la perimetrazione e le connessioni ecologiche con le altre aree protette.

IL RICORSO AL TAR

Naturalmente l’ingresso delle nuove aree all’interno del Parco ha bloccato le edificazioni private, così i costruttori si sono rivolti al TAR chiamando in causa la Regione e il Comune di Marino. La tesi difesa dai privati prevedeva che un’area di pregio ambientale sulla quale ricada un progetto edificatorio non può essere oggetto di tutela.

LA DECISIONE DELLA CORTE

La Corte Costituzionale ha di fatto respinto la tesi rappresentata dai costruttori davanti al TAR del Lazio, sostenendo invece che i vincoli possono essere recepiti e fatti valere anche se lo strumento urbanistico (le nuove edificazioni) sia stato approvato. Una sentenza importantissima che, oltre a mettere a riparo il perimetro del Parco dalle edificazioni, salva anche il Piano d’Assetto, che altrimenti sarebbe dovuto essere rivisto e stravolto.

LM