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Sistema rifiuti, l’ok del Consiglio di Stato. Riparte il trattamento negli impianti del Lazio

Il Tar respinge il ricorso del Co.La.Ri. su Monti dell’Ortaccio, mentre spunta a sorpresa il cartello di inizio lavori.

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(tratto da Urlo – la scena di Roma Sud di marzo 2013, n. 103)

LAZIO – Siamo stati abituati a non pensare alle scadenze per Malagrotta come verità scolpite nella roccia, ma più come un veloce appunto su un foglietto da perdere dopo poco. Ad oggi però due date sembrano essere più certe delle altre: il 10 aprile e il 30 giugno. La prima rappresenta la fine del conferimento di rifiuti non trattati nella discarica più grande d’Europa. I numeri sono altissimi: parliamo di circa 1.200 tonnellate giornaliere. Questo avviene perché gli impianti di trattamento della Capitale (due del Co.la.ri. e due dell’Ama) non riescono a supplire alle necessità della città, che ammontano a 5.000 tonnellate al giorno. Quando il divieto per il tal quale scatterà, la città potrebbe entrare in crisi come spesso prospettato dal Ministro Clini, che per evitare questo scenario aveva proposto un piano di smaltimento, provocando molte proteste. Il Ministero e il Supercommissario Sottile avevano quindi scelto la strada del trasferimento dei rifiuti negli impianti di trattamento del Lazio, suscitando il malcontento di sindaci e cittadinanza. Il conseguente ricorso al Tar promosso dai Comuni interessati era stato così commentato dal Ministro Clini: “L’ordinanza del Tar rischia di autorizzare di fatto la continuazione del conferimento nella discarica di Malagrotta di rifiuti non trattati ed espone l’Italia ai provvedimenti europei”. Il Ministro aveva poi incaricato nuovamente i militari del Noe di accertare l’effettiva capacità di trattamento degli impianti romani, confermando “di non avere in previsione alcuna proroga per Malagrotta”, affermazione fatta nuovamente il 6 marzo da Bruxelles. Il Ministero ha quindi fatto appello al Consiglio di Stato perché si pronunciasse riguardo il ricorso dei sindaci, ottenendone il 25 febbraio la sospensiva. Il Sindaco Alemanno ha espresso soddisfazione nell’apprendere la notizia: “È molto importante che il Consiglio di Stato abbia rimesso il commissario Sottile in condizione di operare sospendendo la sentenza del Tar. Dobbiamo recuperare il tempo perso per questa vicenda e portare al più presto possibile l’emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio alla normalità”. I rifiuti possono quindi ripartire dalla Capitale ed essere trasferiti nei siti di Albano Laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina). Soddisfazione è stata espressa anche dal Ministro: “È un’ottima notizia. Possiamo rimetterci al lavoro, abbiamo poco tempo per evitare l’emergenza rifiuti a Roma”. 

La seconda scadenza importante è quella del 30 giugno, momento in cui sarà vietato il conferimento nella discarica di Malagrotta di qualsiasi tipo di rifiuti. In quella data dovrebbe (quando si parla di rifiuti il condizionale è d’obbligo) avviarsi la chiusura definitiva della discarica. Se il sistema non dovesse funzionare a dovere potrebbe riaprirsi la possibilità di un nuovo sito nella Valle di Galeria, riportando l’attenzione su Monti dell’Ortaccio. I terreni in questione sono stati già acquisiti dal Municipio XV, in seguito alle irregolarità dei lavori di smottamento portati avanti dal Co.La.Ri. Su questa vicenda il Tar nella giornata del 7 marzo ha respinto il ricorso presentato dal Consorzio: “Questo dimostra che la linea perseguita dal Municipio sia sempre stata corretta – dichiara in una nota il Presidente del Municipio XV, Gianni Paris – Nel corso di questa difficile vicenda, posso quindi ritenermi soddisfatto anche perché con la sua attività istituzionale il Municipio è riuscito a segnare un punto decisivo per i cittadini e il territorio della Valle Galeria che non meritano nuove discariche e inquinamenti”. Intanto Roma Capitale il 20 febbraio ha impugnato il provvedimento con cui il commissario Sottile autorizza la discarica nel sito. Il provvedimento sarebbe stato firmato lunedì 18 febbraio e tenuto in gran segreto per evitare strumentalizzazioni elettorali, almeno a quanto riporta affaritaliani.it. Roma Capitale ha invece dato la notizia del ricorso: “Il provvedimento è stato impugnato perché presenta numerosi profili di illegittimità e soprattutto non fornisce garanzie alla città e ai cittadini di Valle Galeria sull’effettiva durata della discarica, che dovrebbe essere temporanea, sulla portata dei rifiuti che dovrà contenere e sulle modalità di gestione degli stessi – spiega la nota stampa del Campidoglio – Si ritiene che, dopo anni in cui i rifiuti di Roma sono stati conferiti esclusivamente a Malagrotta, la zona di Valle Galeria non sia in grado di sopportare un’ulteriore discarica, soprattutto con le modalità contenute nel provvedimento impugnato”. Nonostante questo sabato 9 marzo è apparso in prossimità dell’area di Monti dell’Ortaccio un cartello che annuncia l’inizio dei lavori di sistemazione in vista della discarica per l’11 marzo. “I lavori non sono iniziati – ha dichiarato il Presidente Paris – Ho avuto conferma che si trattava di una provocazione, in quanto non ci sono i presupposti per cominciare alcun lavoro. Procederò all’invio di una diffida al Co.La.Ri e di una lettera al commissario per l’emergenza rifiuti Goffredo Sottile affinché ritiri l’autorizzazione per Monti dell’Ortaccio”.

Sul fronte europeo il 20 febbraio il Parlamento Europeo ha approvato il Documento promosso dalla Commissione Petizioni, in visita a Roma all’inizio dell’anno: “Descrive una situazione che è stata superata dal decreto ministeriale del 3 gennaio – spiega il Ministro Clini riferendosi al suo piano per il trattamento negli impianti del Lazio – Il decreto infatti è finalizzato ad attuare la legislazione italiana e le direttive europee senza il ricorso a deroghe o a poteri straordinari, così come suggerito dalla relazione”. In disaccordo con l’interpretazione negativa del Ministro Clini, Federico Rocca, delegato di Roma Capitale ai rapporti con le istituzioni europee ha dichiarato: “Anche Bruxelles ci dà ragione dicendo ‘no’ a Monti dell’Ortaccio. Questo parere contrario dell’Europa – seguita – non può rimanere inascoltato e deve spingere a trovare altre strade, partendo però da un punto fermo: la Valle Galeria non si tocca”. Di rimando arriva la reazione di Massimiliano Iervolino, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani, che dichiara: “Il giudizio della Commissione Petizioni è in parte condivisibile. Purtroppo manca la denuncia verso quel sistema partitocratico che, negli ultimi quindici anni, ha amministrato in maniera immonda il nostro territorio”. Ad oggi, nel complesso scontro fra le istituzioni coinvolte nel sistema dei rifiuti del Lazio, assistiamo anche ad un cambio di poltrona, con l’ex Presidente della Provincia di Roma neo eletto alla Pisana. Tra le priorità del programma di Zingaretti, oltre agli interventi su Tpl e Sanità, c’è anche l’istituzione di un nuovo ciclo dei rifiuti: “Costruiremo una nuova politica dei rifiuti – dichiarava Zingaretti al termine della sua campagna elettorale – e con la diffusione della differenziata aboliremo le discariche di tal quale per avviare i distretti del riuso”. Aspettiamo quindi l’insediamento della nuova Giunta regionale per dare conto delle proposte e delle iniziative che verranno prese su questo fronte, guardando al 10 aprile e al 30 giugno.

Leonardo Mancini