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La Piazza dei Fumetti

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Pubblichiamo le considerazioni di un nostro lettore su Piazza Pazienza

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Originale e fiabesca Piazza dei Fumetti è l’ombelico del nuovo Quartiere Torrino Mezzocammino nel quale quasi tutte le strade sono dedicate a fumettisti e caricaturisti italiani.

La rotatoria centrale ne riporta poeticamente il nome con i fiori. Tutt’intorno venti grandi pannelli della Fotoceramica Poli corredano le pareti, dal marciapiedi alla sommità di questo cilindro di cemento a cui si accede da due sottopassi rivestiti di ceramiche anti-graffiti. In essi c’è tutta l’epopea che ha segnato la nostra giovinezza, fatta di eroi come Tex (di Bonelli-Galleppini), Pecos Bill (di Martina-Paparella), avventurieri come Billy Bis (di Mancuso-Ugolini), Capitan Miki e il Grande Blek (di Casarotti), diabolici come Zagor (di Nolitta-Ferri), intriganti come Corto Maltese (di Pratt), Dilan Dog (di Sclavi-Stano) e Zanardi (di Pazienza). Buffi come lo stilizzato Tiramolla (di Renzi-Rebuffi), inquietanti come Diabolik (dei Giussani), ma anche fanciulle eteree, fiabesche e romantiche come le Winks (di Strappi-Magrini), tenere come Pimpa (di Altan), o mondane come Valentina (di Crepax). Ed inoltre Zagor, Mark, Ken Parker, Martin Mistere della Bonelli ed i personaggi dell’Intrepido, storica rivista per ragazzi, dei Periodici San Paolo, illustrato dai fumettisti Grecchi, Cassio, Nicolò, Zucchi, Toldo, Albanese, Mairani e Corbella. Non manca l’ineffabile Lupo Alberto (di Silvestri). Con la sua simpatia ha dato il nome anche ad una scuola del quartiere. Tutti personaggi, creati in annate diverse, da autori divenuti famosi tra i giovani, che hanno illustrato e interpretato la realtà in modo fantasioso, audace ed accattivante. L’idea la trovo perlomeno nuova ed originale. L’ideazione Grafica è di Benazzi, Nicastro e Paradisi. Passano così alla storia l’antesignano dei personaggi a fumetti, il Signor Bonaventura (di Sergio Tofano), premiato con un assegno da un milione alla fine di ogni avventura e lo scatenato Cocco Bill (di Benito Jacovitti, che aveva creato un vero <salumi western>con ambienti contornati da lische di pesce, salami affettati, mischiati a cactus). A Sturmtruppen (di Bonvi) vorrei dedicare una chiosa a parte. Confesso, che mi ha fatto sempre sbellicare dalle risate l’imbranato soldato tedesco, messo alla berlina per i suoi errori talmente improbabili da sembrare veri. Ed anche ora, di fronte alla faccia di quell’ufficiale che ne ha subito l’ennesima castroneria, che compare in quel pannello, sorrido ancora ogni volta che passo di li.
Quella piazza sembra un ripasso nella memoria di molti ragazzi divenuti adulti. Tornano alla mente storie, avventure, situazioni intriganti vissute dai loro eroi, che hanno combattuto contro i nemici, sono sopravvissuti a pericoli mortali, hanno fatto cose che li hanno fatti sognare. In un mondo in cui i cattivi erano riconoscibili ed i buoni venivano sempre premiati. Avventure nelle quali tutti ci siamo identificati. Per coerenza, i vari parchi del quartiere sono dedicati a molti dei personaggi che vi sono effigiati. E’ un peccato che alcuni di essi non compaiano più in edicola per gli amanti di quelle storie. Ma è anche eccezionale che alcuni protagonisti di avventure riescano a farsi seguire anche dagli adulti. Molti, avanti negli anni, leggono ancora le riedizioni di Tex Willer che l’Editore Bonelli continua a pubblicare. Ed è questo personaggio nato nel 1948, con i suoi amici di tante avventure, come Kit Willer, Kit Carson e Tiger Jack, che è presente in piazza Crepax con una splendida statuetta di lui a fianco del suo cavallo, Dinamite, dalla cui sacca sporge il fido Winchester, mentre segue le orme di indiani in un ambiente che ricorda gli aridi deserti dell’Arizona, con cactus e rocce.
Avventura, mistero, romanticismo, amicizia, allegria, curiosità, trasudano da quelle venti splendide copertine di ceramica che trasmettono il senso di un passato felice, allegro, piacevole pieno di futuro. Gli eroi di una età ormai lontana, di una fanciullezza superata, ma anche sogni di bambini e ragazzi che rimangono profondamente radicati nella memoria. Quegli eroi sono stati spesso l’emblema di quello che avremo voluto essere e diventare da grandi.

Marco Biffani