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“Maestra mi leggi ancora?”

Bambini, coronavirus e didattica a distanza

I nostri bambini stanno vivendo un momento difficile, di isolamento, e poi noi presi quotidianamente dal nostro fare in un tempo senza tempo tra smartworking, cassaintegrazione, e varie dinamiche familiari e gestionali non ci rendiamo conto che ci sono anche loro.

Cominciamo a chiederci quanto del nostro tempo siamo disposti a stare con loro, quante energie spese in un ascolto vero, puro, un ascolto che esige l’attendere, l’utilizzare delle modalità di osservazione che siano efficaci ed efficienti e di sorprendere ogni tipo di giudizio. Ora è tempo di ricominciare a pensare ai bambini, che forse anche loro avranno qualcosa da dire sulla loro libertà privata, sui loro diritti violati  come il diritto al gioco come cita l’art. 31 della Convenzione sui diritti del fanciullo New York 20 Novembre 1989 ratificata con legge 27 maggio 1991,n.176. Tutti questi momenti importanti per la loro crescita come un abbraccio con I nonni, l’andare a scuola, il vedere la maestra se non attraverso il web, rivedere l’istruttore di calcio, la maestra di danza ecc… Chi si occuperà domani di rispondere alle loro domande? Ai loro perché? Tutti pronti a raccontare la storiella del Coronavirus, un virus birbantello a cui piace girare il mondo, ma potremmo citare tante altre di storie simili che girano in rete in questi giorni, quasi a voler preservare dalla realtà a voler sdrammatizzare sull’effetto reale e devastante di questo virus.

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Siamo stati catapultati da un giorno all’altro in una situazione di limbo, a dir poco surreale, quasi fossimo in una grande bolla sospesi nel cosmo dove tutto intorno sembra offuscato, annebbiato.

La scuola dal canto suo è partita da subito con una didattica a distanza, una didattica totalmente diversa dal consueto, per metodologia, per strategie di intervento. Fredda, introversa la didattica a distanza non si può sostituire certamente alla didattica in presenza perchè a suola tutto è diverso. È stata improvvisata con una programmazione rivisitata, trasmessa attraverso le varie piattaforme tra cui teams, google classroom, zoom, ecc… Anche le Istituzioni Scolastiche ognuna in modo autonomo e secondo le proprie potenzialità e finanze e strumenti a disposizione, ha cercato, annaspando qui e la seppur faticosamente di arginare le varie problematiche di dispersione scolastica che in un momento come questo è ancora più forte.

Abbiamo visto insegnanti diventare animatrici, blogger, influencer, youtuber  e chi più ne ha più ne metta, cercando per quanto possibile con lavoretti, tutorial, letture animate, di entrare nelle case dei loro alunni, con il loro “saper essere unici” come solo loro sanno fare, per continuità didattica e non far perdere ai loro alunni i traguardi raggiunti fino ad allora. Ristabilendo quel contatto quella relazione unica docente-discente basata sull’intelligenza emotiva e sull’empatia ovvero sull’iniziativa attivata nel discente di una risposta libera e consapevole di sé, tendente così a suscitare un’empatia reciproca.

Ma tutto questo a voi non sembra surreale? Parlarci solo attraverso uno schermo? Ma la socializzazione che fine ha fatto? Tutto questo sostituirsi ai rapporti umani, al calore di un abbraccio, di una stretta di mano, alla miriade di emozioni suscitate quando si incontra una persona a cui si vuole bene.

È importante far riscoprire ai bambini che la vita è fatta di incontri, di allargare le braccia quando rivedranno i loro nonni e li vorranno stringere forte, quando si ritroveranno al parco a giocare con I loro amichetti o ritorneranno sui banchi di scuola dalle loro maestre.

Il bambino impara a socializzare, a capire, a provare certe emozioni, impara anche che l’altro ha paura, ha vergogna, prova gioia, soltanto quando incontra l’altro.

In un tempo senza tempo, dove tutti gli orologi ormai sono senza lancette, anche se tutto questo ci sembra la trama di un film fantascientifico con un finale horror che al solo pensiero ci fa paura, possiamo solo dire che dovremmo imparare dai bambini e solo guardandoli riusciremo a riappropriarci di tutto quello che eravamo e che abbiamo perso.

Concludiamo ricordando una frase di Maria Montessori appunto sui bambini per noi molto significativa:

“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà che venire che dal bambino, perchè in lui si costruisce l’uomo”.

 Monica Del Proposto