L’esasperata segnalazione di una nostra lettrice a lettori@urloweb.com
“Mi sono rotta!”, come Émile Zola nel suo celebre J’accuse, io sul finire del mio ottavo mese di gravidanza, con gli ormoni scombussolati e con un certo retaggio culturale di Roma Sud-Ovest, voglio denunciare i parcheggiatori abusivi che “infestano” la nostra città.
Questa mattina, dopo aver affrontato il consueto traffico, e le deviazioni dovute ai perenni lavori (manco stessimo parlando della Sagrada Familia di Barcellona), arrivo finalmente all’ospedale per uno dei tanti controlli…e chi ti ritrovo fuori ai parcheggi, dato che quelli interni all’ospedale Casilino erano stracolmi? LUI, il temutissimo parcheggiatore abusivo! Ripeto, stavo andando in ospedale, no al concerto di Rovazzi al Palasport: dove anche lì trovi quello che ti chiede due euro per parcheggiare la macchina sulle strisce bianche.
“No mio caro, con mio marito avevamo già fatto tre giri dell’isolato, in più ho letteralmente pedinato due donne che stavano uscendo con la loro macchina, con tanto di pancione, e tu vuoi che ti dia pure dei soldi? Ringrazia il cielo che nelle mie condizioni non ti tiri la cartellina piena di certificati medici e analisi!”
Oramai il mio ormone mi porta a dichiarare persino il falso pur di non pagare questo losco individuo, così mi spaccio per una delle forze dell’ordine, ma neanche davanti a tale minaccia si fermano, fanno spallucce…come se fosse una consuetudine!
Mi sono rotta, perché pare che non si possa fare più nulla, oramai fa parte del nostro “decoro urbano”. Secondo la sentenza della Cassazione n. 30365 del 2018 si può denunciare il fatto come estorsione solo se il soggetto in questione ti obbliga a dargli dei soldi. Come no? Sappiamo bene che nello scambio di sguardi tra il proprietario della macchina e “l’uomo-che-guadagna-senza-dichiarare” il tacito messaggio che intercorre nei loro occhi è il seguente: “o mi dai i soldi oppure preparati ad andare dal carrozziere!”
Possibile che i vigili non possano fare nulla? Capisco che Roma abbia problemi ben più gravi al momento, ma vedere questi personaggi – TUTTI ITALIANI – che svolgono un tale abominio alla luce del sole, incuranti delle conseguenze, mi fa pensare che abbiano le spalle più che coperte. Chi c’è dietro a questa perversa macchina organizzativa? Potremmo elencare una serie di supposizioni, molte delle quali porterebbero a mettersi le mani nei capelli nel vedere fin dove si è radicata l’illegalità nella città di Augusto: “mio caro imperatore…che finaccia avemo fatto!”
Eppure sono convinta che si possa fare ancora qualcosa, iniziare dal basso, dato che “dall’alto” non si fa nulla. Iniziare a dire no! Perché non si può sempre chinare la testa e mormorare tra i denti “tanto funziona così!”.
Voglio che le mie figlie, quando saranno grandi, possano parcheggiare la macchina entro le strisce bianche senza riempire il portafogli di monete da dare al primo che allunga la mano appena chiudono lo sportello. Voglio che le mie figlie capiscano che un atto illecito abbia una conseguenza negativa, perché se da una parte noi genitori ci impegniamo a “punire” i gesti negativi dei nostri pargoli, anche la legge dovrebbe fare altrettanto con chi non la rispetta…si tratta di coerenza, morale, ma soprattutto civile!
Luciana Umbro
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