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Class-action: rivoluzione o polemica?

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Dal 1° gennaio 2010 (dopo una lunga serie di rinvii) è entrato in vigore l’articolo 140-bis del Codice del consumo. Una straordinaria occasione per rendere effettiva la tutela dei consumatori in tutte quelle situazioni nelle quali si controverte per importi di valore contenuto e per questo generalmente si preferisce rinunciare alla difesa dei propri diritti. Un’azione collettiva (negli Stati Uniti d’America conosciuta come class action), è un’azione legale condotta da uno o più soggetti che, membri della classe, chiedono che la soluzione di una questione comune avvenga con effetti super partes per tutti i componenti presenti e futuri della classe. Si tratta quindi di uno strumento di tutela collettiva risarcitoria idoneo ad ottenere il risarcimento del danno subito da un gruppo di cittadini a causa dell’illecito seriale prodotto da un soggetto professionale. L’esigenza di riequilibrare l’asimmetria processuale che penalizza il consumatore, parte occasionale del rapporto di consumo, è stata ampiamente dibattuta in Italia fin dagli anni ottanta, ma è soltanto dal 2003 che si sono concretamente elaborati alcuni progetti di legge. Questa attività si è finalmente concretizzata nella Legge finanziaria per il 2008 , che ha introdotto nel Codice del consumo il nuovo art. 140-bis, rubricato “Azione collettiva risarcitoria”. Ma i dissensi non tardano ad arrivare. La normativa, e qui nascono subito le polemiche, non è retroattiva: si possono intentare cause collettive per illeciti commessi a partire dal 16 agosto scorso. Restano fuori, dunque, tutti i maxi-crack del passato, a partire da Cirio e Parmalat. Ecco perché molte associazioni dei consumatori ritengono questa rivoluzione incompleta. I primi ricorsi arrivano dall’associazione dei consumatori Codacons, che ha annunciato di aver già depositato i primi ricorsi contro due banche, per i costi troppo alti delle commissioni sui conti correnti. Codici invece, sempre all’interno della polemica, invita ad una chiara e trasparente informazione nei  confronti dei cittadini affinché vengano a conoscenza dei limiti relativi alla class action italiana. Il rischio è quello di deludere le aspettative.

Marzia Lazzerini

Urloweb.com

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