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Cos’è la smorfia e il significato dei numeri nella tombola

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Se c’è un popolo legato alla superstizione e al fato è quello italiano. Ci appelliamo alla volontà della dea bendata soprattutto quando giochiamo. Che sia un videogame o una partita a calcetto, fino ad arrivare ai tipici giochi di società e da fare in famiglia durante le feste comandate. Su tutte il Natale. Quando poi si pensa alle celebrazioni natalizie ecco che il primo pensiero lo rivolgiamo al gioco per eccellenza di quella ricorrenza: la tombola. Un gioco tanto antico quanto mai passato di moda e al quale tutta l’Italia tiene in modo particolare, al quale oggi si può giocare sempre, grazie alle app che simulano il gioco del bingo online. La patria della tombola per eccellenza è sicuramente Napoli.

Il popolo partenopeo ci tiene così tanto che ha inventato una sorta di dizionario, valido anche per altri giochi come il Lotto, che abbina a ognuno dei 90 numeri a disposizione un significato ben preciso, come successo a Cava de Tirreni di recente per un caso di tradimento. Stiamo parlando della Smorfia Napoletana, sulle cui origini si dibatte ancora oggi. Qualcuno pensa che si tratti di una sorta di libro dei sogni, che viene usato per estrapolare dai pensieri notturni i numeri che si possono poi rigiocare alla tombola o al Lotto. A confermare questa tesi sarebbe l’origine della stessa parola Smorfia, che richiamerebbe il nome del dio del sonno greco Morfeo. Altri, invece, provano a far derivare la nascita dalla tradizione della cabala ebraica. Nei primi tempi tutti i significati abbinati ai 90 numeri della tombola venivano trasmessi per via orale, mentre in un secondo momento vennero trascritti su diversi, magari anche attraverso l’uso di immagini oltre che di parole.

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Una tradizione, quella della Smorfia, che poi si è evoluta e diffusa in tutta Italia, anche se la versione più affascinante rimane quella partenopea, sulla quale cercheremo di dare una breve panoramica sui significati più caratteristici. A partire dalla prima decina, nella quale troviamo l’Italia con il numero 1. Questo perché la Smorfia è una tradizione secolare, che, probabilmente, era presente già al periodo in cui con “Italia” si intendeva il solo Regno di Napoli dominato dai Borboni. Il numero 6, considerato anche il numero perfetto per questioni matematiche, è legato invece a “colei che guarda in terra”, metafora sottile per indicare l’organo riproduttivo femminile. Nella seconda decina troviamo un’accoppiata di numeri che hanno esattamente il significato opposto. Il primo è il 16, che allude al fondoschiena, simbolo atavico della fortuna. Il 17, invece, è legato alla disgrazia, quindi alla malasorte.

Nella terza decina, invece, si segnalano il numero 21, legato alla donna nuda, intesa come desiderio non facile da raggiungere, e il 26 abbinato alla figura di Nanniella, ossia Annina, diminutivo di Anna. Quest’ultima, secondo il cristianesimo, sarebbe la madre della Vergine Maria, celebrata in calendario il 26 luglio. Celeberrimo poi è il numero 48: il morto che parla. Questa è di gran lunga la figura più famosa della Smorfia Napoletana. Si dice che se si riesce a capire cosa dice il defunto si possano interpretare le sue parole con l’aiuto della cabala, mentre se non si riesce a capire nulla vuol dire che si hanno problemi di comunicazione anche nella vita terrena. Altri numeri piuttosto gettonati e fortemente simbolici, poi, sono il 71 che indica una persona malvagia e disonesta, “L’omm e’ mmerda”, e il 75, legato alla maschera più famosa di Napoli: Pulcinella. Infine, concludiamo con il numero più alto, il 90, tradizionalmente simboleggiante la paura, intesa nel senso più augurale del termine, sperando un giorno di riuscire a superarla.