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Diamo un calcio al (Cyber)Bullismo: conoscere il fenomeno per sconfiggerlo

cyberbulli

All’indomani dal triste episodio che ha visto una ragazza di diciassette anni oggetto di scherno e aggressioni da parte dei coetanei perché malata di cancro, è sempre più evidente la necessità di interventi decisivi da parte di istituzioni, enti, associazioni in collaborazione con i giovani e le famiglie. Il bullismo è un fenomeno sociale che esiste da sempre ma con le nuove tecnologie digitali da una parte sono emerse le conseguenze di atti fisici e verbali violenti su bambini e adolescenti, dall’altra si sono intensificati i soprusi attraverso i nuovi mezzi di comunicazione quali social media, sms ed email. In quest’ultimo caso si parla di cyberbullismo, i cui tentacoli non lasciano respirare la vittima neanche dentro casa.

Un Calcio al bullismo è un progetto realizzato dai ragazzi dell’Associazione culturale Neos, grazie al bando “Cosa vuoi fare da Giovane?” dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, e ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani romani anche attraverso eventi sportivi, quali partite di calcetto, e la comunicazione offline e online, su uno dei fenomeni più pericolosi dei tempi di oggi. L’Associazione si occupa da tempo di organizzare iniziative di cittadinanza attiva, coordinando progetti di promozione dell’educazione civica, dei valori del rispetto e della convivenza, di iniziative sportive a scopo sociale.

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Per analizzare più da vicino i fenomeni di bullismo e cyberbullismo e verificare se eventi e progetti scolastici riescono a sensibilizzare i più giovani sul tema, l’Associazione culturale Neos ha realizzato un questionario consegnato ai ragazzi fuori da alcune scuole della Capitale. L’obiettivo è monitorare la situazione nell’ambiente scolastico e fuori attraverso domande quali “Come ti comporti se vedi un compagno di classe bullizzato?”, “Con chi puoi parlare se sei vittima?”, “Conosci qualcuno che ha pensato di compiere azioni gravi come autolesionismo?”, “Come secondo te i genitori possono intervenire?”…

Con i questionari viene rilasciato ai ragazzi un libretto informativo per conoscere il fenomeno da diverse prospettive, con l’intervento di esperti quali psicologi che seguono ragazzi vittime e carnefici, chiedendo loro come affrontare in famiglia tali situazioni. Vi sono inoltre specificati i contatti e l’iter da seguire per denunciare episodi di bullismo e cyberbullismo, anche a seguito della normativa approvata lo scorso anno.


L’Associazione ha inoltre realizzato un video dal titolo “Il silenzio di chi è vittima di bullismo dice più di ogni parola” che racconta il fenomeno attraverso il respiro e il battito del cuore di un adolescente in preda al panico ad ogni ticchettio delle lancette che lo avvicinano all’incontro fisico o virtuale con il suo carnefice.

COME SONO TUTELATE LE VITTIME DALLA LEGGE

La legge 29 maggio 2017, n. 71 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” è stata approvata in via definitiva dalla Camera all’unanimità, con 432 voti a favore e nessun contrario e consiste nei seguenti punti:

  • Nelle prima 48 ore dall’atto il minore o il genitore può chiedere al gestore del sito dove è stato pubblicato l’insulto di rimuoverlo o bloccarlo;
  • A seguito delle 48 ore si può fare ricorso al Garante della Privacy che interverrà scaduti i due giorni;
  • Ogni istituto scolastico nomina un docente responsabile delle attività che sensibilizzano sul tema, in collaborazione con Polizia Postale e altri enti;
  • Il preside è obbligato ad informare dell’accaduto le famiglie dei minori coinvolti e avviare attività educative;
  • Il Miur organizza corsi di formazione per docenti, promozione di un ruolo attivo degli studenti e sostegno per i minori vittime di violenze fisiche e verbali;
  • Prima della denuncia il bullo può essere redarguito dal Questore, se questo proseguirà con atti vessatori si procederà con la notifica;
  • E’ stato istituito un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio per monitorare, prevenire e contrastare il fenomeno.

I RISULTATI A UN ANNO DALLA LEGGE

Ad un anno dalla sua introduzione è necessario stilare alcune conlcusioni per verificare la validità dell’operato legislativo. Per quanto riguarda le denunce dalle 236 del 2016 si è passati a oltre 350 del 2017:
354 trattate dalla Polizia Postale,
13 sono denunce di minori per stalking,
87 per diffamazione on-line,
79 per furto d’identità su social network.

Sono 39 i minori denunciati per aver messo in atto soprusi riconducibili al cyberbullismo:
13 per diffusione di materiale pedopornografico,
12 per diffamazione online,
11 per ingiurie, minacce e molestie.

Le considerazioni che si possono fare sono due:
1. O in quest’ultimo anno sono aumentati i reati a danno dei minori;
2. Oppure le vittime denunciano e hanno dunque meno paura di esporsi.

LE STATISTICHE

Nel 2014 era emerso che il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni aveva subito episodi di bullismo dai proprio coetanei.

Il fenomeno è purtroppo aumentato nel 2015-2016 del 10% circa. Del 59% delle vittime:
il 48% li ha subiti saltuariamente
il 12% assiduamente

A scuola nel 2017 ci sono stati 207 episodi di bullismo, di cui il 40% proseguiti sul web.

Red