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L’Italia gioisce con la nazionale di calcio campione d’Europa

18 milioni di telespettatori per uno share che ha toccato il 78% durante i calci di rigore contro l’Inghilterra. Questi gli spettatori italiani che “soltanto” sulla RAI hanno seguito la finale Italia-Inghilterra valida per l’assegnazione del titolo di campione di Euro 2020. A pochi minuti dalla mezzanotte una nazione intera ha gioito e si è riversata nelle strade per un successo meritato, sofferto e raggiunto con sacrificio e determinazione. Una nazione intera si è stretta attorno ai 26 calciatori che hanno preso parte alla competizione continentale, e che per bravura del CT Mancini sono riusciti tutti a scendere almeno una volta in campo.

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Una nazionale amata, apprezzata e rispettata anche dagli avversari

Aprendo giornali e riviste sportive di diverse nazioni è palese la sensazione che questo campionato d’Europa per nazionali sia stato ampiamente meritato dall’Italia del CT Mancini. Lo aveva confermato anche il tecnico spagnolo Luis Enrique, che non soltanto aveva speso parole di stima sul gioco e l’approccio degli azzurri, ma si era lasciato “scappare” anche che avrebbe tifato Inghilterra in finale, nonostante la Spagna fosse appena stata eliminata proprio dall’Italia.

Questa squadra è stata paragonata a quella del 2006 non soltanto per il raggiungimento del trionfo finale, 15 anni fa si era trattato dei mondiali in Germania guidati da Lippi, ma anche per la simpatia e l’unione del gruppo. La selezione italiana non è soltanto stata protagonista per ciò che concerne il gioco, l’impostazione tattica e l’approccio vincente alle sfide, altresì per una grande sportività dimostrata nel corso di tutto il torneo.

Nei tifosi azzurri c’è tanta voglia di vedere la nazionale giocare: è questo un altro grande obiettivo raggiunto dall’Italia, che sarà impegnata a ottobre nella semifinale di Nations League contro la Spagna, partita che secondo esperti e tecnici di quote e di scommesse sportive consultabili su Planetwin365 l’Italia ha maggiori possibilità di vincere. L’Italia si è riappropriata del cuore degli italiani, e questo è un merito che va al di là di quello sportivo: la semplicità e l’umiltà dei componenti della rosa azzurra sono forse stati i valori in più che hanno permesse la vittoria finale. I complimenti arrivati da ogni dove, Papa incluso, ed espressi in una maniera sincera sono stati un altro riconoscimento importante per la FIGC.

Una vera squadra

Ciò che emerge dal trionfo, che in un europeo mancava da ben 53 anni per la nostra nazionale, è che sia stata una vittoria “educata”, imperniata su valori sportivi ma anche umani. Roberto Mancini è riuscito a costruire una piccola “tribù”, una classe di scuola composta da persone oltre che calciatori, ognuna con le proprie differenze, e per questo unica e fondamentale per il gruppo. L’entusiasmo che usciva dallo spogliatoio azzurro era contagioso e l’osmosi con la città di Roma durante le tre partite del girone ha fatto il resto.

Abbiamo avuto modo di vedere i calciatori cantare insieme, scherzare, prendersi bonariamente in giro, dedicare “Notti magiche” ai tifosi il giorno in cui la squadra lasciava Roma per andare a prendersi la coppa, e questo non accadeva in tutti i ritiri, anzi. La coesione dei ragazzi di Mancini si è vista anche in occasione della preparazione dei calci di rigore contro la Spagna, in cui i veterani Chiellini e Bonucci quasi “scherzavano” con i più giovani cercando di tenere bassa la tensione.

Le gestione del gruppo da parte di Roberto Mancini potrebbe tranquillamente essere oggetto di studio e di applicazione, con dovuti accorgimenti, anche per teamwork e ambienti di lavoro di qualsiasi settore. L’entusiasmo azzurro è stato trainante e l’abbraccio con Berrettini al Quirinale è stato un momento che ha commosso gli sportivi di tutta Italia. Questa nazionale ha scritto la storia del calcio italiano, ma non soltanto con numeri, reti segnate, vittorie e la conquista di un trofeo, bensì diventando portavoce di valori che solo lo sport può veicolare, per chi avesse dei dubbi basterà guardare l’immagine dell’abbraccio commosso fra Vialli e Mancini a fine partita per rendersi conto di cosa è stato finora il percorso azzurro.