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Caro Presidente

elezioni2013

Caro Presidente, mi rivolgo direttamente a te. Chiunque sarai e da qualunque parte starai, ricordati che guidare questo paese non è solamente un onore, ma un onere incredibilmente grande.

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Ti dò del tu, in questa mia personale lettera, per esorcizzare il primo, grande limite della nostra società: la lontananza tra gli eletti e i loro elettori. E perché spero, finalmente, che abbraccerai la causa come il capo di un governo dovrebbe fare, e come per troppo tempo non è stato fatto. Con rigore, attenzione e tanto, tanto cuore. Le persone sono sature di futili promesse e di false speranze. Il popolo italiano ha bisogno di sicurezza, di riacquisire dei valori che ormai sono andati persi, divorati dal chiacchiericcio televisivo, dalle strade imbrattate di manifesti urlati, dalla concezione che sopravvivere significa non rispettare né le regole, né gli altri e né tantomeno sé stessi.

 

Non siamo nati così, Presidente. Siamo stati costretti ad adeguarci, perché il vostro insegnamento è stato fin troppo convincente. E per recuperare le nostre radici, per uscire da questo vortice di banalità in cui siamo stati condannati a nascere, crescere e morire, abbiamo bisogno che qualcuno faccia il primo passo. Da soli, purtroppo, non ce la facciamo, perché la tentazione di prendere una scorciatoia, quando è lo Stato in primis che ti vieta di farlo, ma poi ti suggerisce il contrario strizzandoti l’occhio, è troppo grande. E l’essere umano, si sa, è debole e spesso accantona la sua intelligenza a favore della furbizia. Sentendosi nel pieno diritto di farlo, tra l’altro, garantito da un tacito e potente benestare.

Caro Presidente, scegli dei ministri che sappiano il fatto loro. Siamo stanchi di avere fantocci privi di umanità. Toglietevi un po’ di privilegi, spogliatevi degli extra, tenetevi quello che vi rende una classe agiata ma restituite tutto il resto. Lo sfarzo che ci costringete a guardare ogni giorno, quando ci sono famiglie che non arrivano a fine mese, è un colpo troppo duro da digerire, che alimenta il malcontento, l’antipolitica, la violenza. Preoccupatevi dei giovani, che sono il futuro di questo paese. Degli anziani, che hanno creato le sue fondamenta. Delle famiglie, che contribuiscono a popolarlo. Dei lavoratori, che creano la sua ricchezza. Dell’ambiente, dell’arte, della cultura, che gli conferiscono bellezza.

Caro Presidente, renditi conto: questa è la nostra realtà, un irreversibile ossimoro, fatto di brutture e ingiustizie. Cambia le cose, fai del tuo meglio. Non deludere i tuoi cittadini, perché saranno nel tempo la tua unica, vera forza. 

Serena Savelli